Opere Inedite, Alessia Scacchi

Alessia Scacchi definisce la poesia “l’unica strada per la conoscenza del reale, in simbiosi con l’immaginario.”

“Quella leggera tempesta d’inverno che agiva costante, all’intersezione tra la persiana di una casa romana di pochi metri e un cielo colorato da cento e più luci di un giallo elettrico, s’impresse al mio sguardo come può il verde brillante di un prato che in primavera si agghinda di fiori, i bianchi narcisi; bassi, nel folto di un’erba incorrotta, essi si affacciano al sole, prudenti.
Io ero, in quel candido aprile, nel mezzo delle gramigne e mi soffermavo, assorta, al lento frusciare dei faggi di una lontana isola di medioevo che ancora racchiude e protegge un’infanzia felice e sfacciatamente contadina.
Questi ricordi mi portano al primo pensiero poetico quando, piccina – seppure di forte corporatura, guardavo e parlavo ad un olmo, un fulgido e umbratile olmo dalle fruscianti foglie; all’ondeggiar del vento parevano pormi i saluti di una natura, quella della Talenti degli anni Ottanta, sopravvissuta all’onta della cementificazione. È come se il ritmo di quelle leggiadre fronde mi avesse sospeso nel tempo e avesse abituato il mio corpo ad osservare i particolari inattesi, le controversie di un reale inspiegabile se non negli schemi di una schiacciante normalità.
Io ero a-normale: avevo una splendida madre trentenne, che sola cresceva una bimba sognante; avevo un padre che assomigliava ad un babbo natale con accento napoletano; convivevo con una zia – seconda mamma – che studiava e piangeva alle difficoltà di un’università occupata; abitavo una casa che assomigliava alle dimore dei Lillipuziani, in una Roma borghese che ostentava un incerto potere economico; ma, oltre questo, avevo uno sguardo attento e intollerante alla presunta normalità…”
di Alessia Scacchi  Continua a leggere

Opere Inedite, Costantino Posa

Costantino Posa mi ha raccontato che da bambino scriveva poesie su pagine strappate di quaderni che conservava e che poi inevitabilmente non ritrovava mai… 
Costantino mi scrive che ha perso il padre quando aveva 15 anni. Un lutto che lo ha costretto a interrompere gli studi e a dedicarsi, ancora ragazzo, al lavoro, e poi alla famiglia. Dal matrimonio con la donna amata non sono venuti figli. E allora, a un certo punto, la scelta : Costantino e sua moglie chiedono l’affidamento di due ragazzi (un maschio e una femmina) fino ad arrivare all’adozione di Valentina, che per Costantino è, a tutti gli effetti, ‘sua figlia’ . Poi il dolore per il rinnego e il distacco dell’altro figlio, dopo 16 lunghi anni di vita insieme. Per Costantino:’ ancora aspettative deluse, amore riposto e non considerato. E quindi, la difficoltà di capire ed essere capito e l’incredulità per tutto ciò che accade.’
Costantino mi scrive che un altro grande, recente dolore  lo ha portato a riscrivere poesie: “la perdita di una persona cara, un ragazzo di 20 anni morto in un incidente stradale, sposato da un anno e padre di una bambina. Era il figlio di un mio amico e io ero il suo padrino di cresima.” 

“Scrivo da pochi anni sorretto da una vecchia passione lasciata per tanto tempo da parte.”

“Tante volte le parole restano dentro o escono nel modo sbagliato. La poesia è un modo per dire le stesse cose, ma per dirle nel modo giusto.”

                                  di Costantino Posa

a UNO come TANTI

Ho una spina nel mio cuore,
scandisce ogni attimo di lamenti
che si chiedono: Dov’eri tu quando io son nato?
Trattiene un unico stupore alla deriva,
quando nei pensieri serpeggia
la paura di dover scrivere per piacere
e non scrivere dei miei pensieri.
Questo tuo non voler tacere,
ti fa sentire sicuro, grande,
ma se è vero che sei grande
dove sono le parole fiere
che ti hanno fatto diventar grande.
Dove sono quei versi forgiati
dai fremiti di un sentire,
mentre il tuo dire, disegna
soltanto angosce, inganni,
frantumano le icone riflesse
di uno specchio corroso
dall’essere presuntuoso.
Io mi fingo di essere come
un pensiero ancora sospeso
e mi convinco che si vive
anche per un solo momento
e ancora per un solo momento
si ridiventa ancor più grande.

C R E P T I I
Non avrò nessun timore a lasciare quel che sento.
La mia ultima poesia, fatta senza una parola.
Carta bianca pattinata senza un verso d’ascoltare.
Esule per motivi di risposte mai chieste. Per un sogno mai sognato.
Solo passi, tanti passi, sempre passi, aspettando che la voglia torni.
Scrivevo solo per me.
Lascerò che il mondo va, sorridente, senza alcun mio lamento
e se poi, più in là, mi pento, che fa? Lascerò quel che sento.


BENTORNATO

Bentornato piccolo poeta,
pensavi di scappar via?
Non si può volare
…controvento.
Non si può cancellare
quel che sento.
Le parole…..vanno
e vengono, ma
il cuore resta.
Il cuore non batte mai
inutilmente.
Il cuore batte
ogni lettera
del tuo sentimento.
Il cuore piange
ogni tuo pentimento.
Poi alla fine ride
se lei,
nonostante tutto,
ti sorride.

Costantino Posa nato ad Acquaviva delle fonti Bari il 30/09/1950, vive a Santeramo in Colle, Bari, ha iniziato a scrivere poesie 4 o 5 anni fa, e non riesce più a fermarsi.
Con la GDS Edizioni ha realizzzato un quaderno di poesie (40) in vendita online ( Libreria Universitaria –
Ibis – GDS ) “Emozioni in versi”.

Opere Inedite, Pierluigi Cuomo

Perluigi Cuomo, attore e regista, è anche poeta.
Pubblico volentieri le sue poesie, che ho scoperto di recente.
Per Pierluigi la poesia libera la coscienza “del sapere insieme”, della condivisione della conoscenza che proprio i poeti, più di tutti, avvicinano. Ecco, il tema di oggi potrebbe essere proprio quello della “conoscenza”. Il pensiero va a Dante  al XXVI canto dell’inferno della Divina Commedia: “Fatti non foste a viver come bruti/ ma per seguir virtute e canoscenza”… Secondo voi la figura di Ulisse è il simbolo della ricerca del sapere?

“La poesia è libertà la poesia è musica la poesia è spirito la poesia è un faro che illumina gli angoli bui della coscienza. Remota e silenziosa non ha voce per esprimersi, solo un soffio può darle vita. Un sollievo alla mente che si affanna alla periodica ricerca del se’, dei sensi e del senso.”
                      di Pierluigi Cuomo

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Opere Inedite, Patty Indiano

Patty Indiano dice di aver amato la poesia fin da giovanissima: “la poesia è stata sempre per me il luogo della riflessione, della ricerca dell’autentico, della libertà da tutti i filtri che poniamo tra noi e la verità.” E la verità per Patty , quando si ha il coraggio di esprimerla, necessita di un linguaggio energico e senza fronzoli, senza metafore, anche duro… e, secondo lei, tanto più efficace quanto più spoglio e privo di retorica.
Partendo da questi presupposti, la poesia di Patty è giunta a una scrittura asciutta, quasi scarnificata, che lei stessa definisce ‘essenziale’. Patty ama in particolare la poesia femminile, soprattutto quella di Anne Sexton e di Sylvia Plath, che sono state per lei un importante punto di riferimento. Patty pur riconoscendo valore alla tradizione poetica, rifiuta gli stereotipi e le convenzioni stilistiche. I suoi nuclei tematici sono: la sessualità, la maternità, la solitudine, lo sdoppiamento e l’amore.     Continua a leggere

Opere Inedite, Luca Sanfilippo

Luca Sanfilippo è nato a Roma nel 1980. Ha compiuto studi regolari e ha conseguito, nel 2000, la maturità scientifica.
Nonostante l’intelligenza particolarmente acuta e l’apparente semplicità con cui ha affrontato gli studi scolastici, ha iniziato, verso la fine del percorso, a mostrare segni di irrequietudine, arrivando a perdere un anno e a mettere in secondo piano i rapporti interpersonali.
Siè iscritto all’Università con rinnovato interesse, tenuto vivo, in particolare, dalla letteratura inglese. Luca attraverso gli studi universitari ha continuato a cercare di risolvere, cambiando ambienti e intessendo nuovi rapporti, i propri disagi e le proprie mancanze.
Nel 2004, la svolta. L’ incontro con una donna straordinariamente forte e creativa, gli hanno dato la spinta necessaria a compiere quella che Luca stesso definisce: ‘una rivoluzione attorno al proprio asse, repentina quanto violenta. Via, rapporti sociali e familiari, comportamenti, pensieri e tratti caratteriali.’Luca ha iniziato a interessarsi all’arte visiva e, nel 2007, quasi partendo da zero, ha deciso di iscriversi al corso di Illustrazione della Scuola Internazionale di Comics (che porterà a termine tre anni dopo) .
Questi ultimi tre anni, ci dice, lo hanno spinto sempre più verso la pittura e a un’idea del ‘fare immagini’, inteso come movimento spontaneo e non mediato dal pensiero: l’ideale di mani che si muovano da sole. Continua a leggere