Giampaolo Lai, lo scambio delle parole

Altre scritture: Giampaolo Lai
a cura di Luigia Sorrentino

Vi proponiamo oggi l’intervista di Pierrette Lavanchy allo psicoanalista Giampaolo Lai sul suo ultimo libro “L’eternità sulla Piazza del Mercato. Bilateral verbal trade”.Lai (medico e psicoanalista) è membro ordinario della International Psychoanalytic Association, (IPA). Tutta la sua attività scientifica e clinica è da sempre, concentrata sulle parole. Le parole nelle conversazioni professionali scambiate tra psicoanalisti, manager, giornalisti, insegnanti, avvocati e i loro pazienti (o clienti). Continua a leggere

Giampaolo Lai, L’eternità sulla piazza del mercato

“Ci sono molte persone che si recano in uno dei tanti mercati a disposizione non per comprare l’oggetto di cui avrebbero bisogno, quanto per intrattenersi nel luogo del mercato. L’oggetto da comprare diventa allora l’occasione, il pretesto e la garanzia per andare al mercato e lì restare, fino all’eternità.”

Il Libro di Giampaolo Lai L’eternità sulla Piazza del Mercato Bilateral verbal trade, edito da Vita e Pensiero, 2011 appena uscito in libreria, verrà presentato al prossimo seminario dell´Accademia delle tecniche conversazionali, sabato 11 giugno nella sala Strehler del Palazzo delle Stelline, in corso Magenta, 61, a Milano, alle ore 10:00.
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Opere Inedite, Mario Benedetti

Oggi a Opere Inedite leggiamo la poesia di Mario Benedetti. Un poeta già affermato nel panorama della poesia italiana del secondo Novecento di cui ho scritto in questo blog qualche tempo fa quando è uscito il suo libro Materiali di un’identità (potrete rileggere cliccando qui).

Mario Benedetti mi scrive una nota sulla poesia che riporto fedelmente, integralmente e volutamente, senza alcun commento: “Riesco a scrivere soltanto una breve nota perché la condizione del poeta e della poesia merita una riflessione lunga, complessa di cui possiedo unicamente barlumi offuscati. Premetto che non posso ritenermi uno scrittore già bellamente avviato ad una carriera, a qualunque livello essa sia considerata. Potrei riconoscermi un poco nelle biografie del poeta russo Sergei Esenin o dell’artista figurativo Alfred Kubin: diciamo grandi ‘talenti’, e poi grandi risultati, loro di certo, irregolari. Io, nella mia misura, ho avuto una inclinazione diciamo “nascosta’, troppo precaria e ‘sofferta’ per cui sento che potrei smettere davvero di scrivere. Oggi dubito di tutto. Continua a leggere