L’evento, Futuro Anteriore, si articolerà in due momenti: alle ore 17:30 Paolo Valesio e Sandro Gentili dialogheranno sul Futurismo; alle ore 18:30 Paolo Valesio leggerà poesie tratte dalla propria opera. Continua a leggere
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Maria Borio, “Trasparenza”

Maria Borio, Credits ph. Dino Ignani
Nota al testo
L’idea originaria di questo libro è nata con la plaquette L’altro limite (Pordenonelegge-Lietocolle, PordenoneFaloppio 2017). Il puro, l’impuro e il trasparente raccontano la trasparenza. Il trasparente è la sintesi, il puro e l’impuro sono la tesi e l’antitesi. La sintesi del mondo digitale è il grande vetro attraverso cui traspaiono il puro e l’impuro mescolati, l’umano e il non umano, la velocità e la prospettiva. L’uno altro limite dell’altro.
I
Il peso si sente come i capelli sulle spalle
i pori che si stringono per non far passare l’acqua
l’attrito sempre quando capita una coincidenza.
Ma dicono che oggi il peso del tempo è irreale
assomiglia all’aria spostata dagli insetti
che si nutrono di sangue e muoiono a volte
sotto il palmo della mano. Continua a leggere
Stefania Onidi, da “Quadro imperfetto”

di Stefania Onidi
La versione di Penelope
Questa tela non vedrà la fine
rimarrà incompiuta. Il telaio è morto.
La vera novità è che non voglio aggiustarlo.
Non aspetterò più notizie dal mare.
Ho sempre ignorato le tue rotte,
non ho mai saputo di Circe o Calipso
ho sempre guardato le mie mani, vuote di te,
e di quel tuo nome sconosciuto ho ricamato
il ricordo.
I miei occhi son più profondi dei tuoi,
hanno sempre saputo guardare oltre e
custodire anche gemme senza valore.
Non ho dèi a cui rivolgermi o da sfidare,
quelli li lascio alla tua alterigia.
Scappo da me;
ma se di Clitemnestra ho il coraggio
non ne invidio la sorte,
e se la mia saggezza si veste d’impazienza,
allora merito un altro nome.
Che ne sa il mare della mia bellezza?
Che ne sapete voi del mio pudore e
della mia astuzia?
Abbandono queste vesti e lascio il dubbio
accarezzarmi la pelle coi suoi raggi affilati,
per sentire il brivido di una vita non scelta.
E tu ora
versami sulle palpebre un dolce sonno.
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