Prima di andare è un lavoro poetico composto da coordinate emozionali e razionali che si intrecciano in una relazione indissolubile e, talvolta, inconsapevole, attraverso un reticolato in versi di alto ed elegante livello stilistico e linguistico. Rita Pacilio, studiosa dell’essere umano e dei contesti psico-sociali, confessa la vita di una donna anziana che, grazie al ricordo del suo amore, tiene in vita la memoria del mondo. Diverse le tematiche sottese tra scienza e coscienza: la solitudine e la frustrazione dell’ammalato, l’indifferenza sociale, la dimenticanza correlata ad alcune patologie cliniche che mettono a dura prova quella parte del cervello che custodisce la memoria a breve e a lungo termine e, inoltre, l’amore, in tutte le sue forme, amore come vera e unica motivazione di vita. Il testamento simbolico e spirituale è per l’umanità intera: il dialogo interno, momento di ascolto delle crisi dell’esistenza, controlla gli stati d’animo replicando le gioie del passato, i‘pensieri automatici e gli errori senza commiserazione o distorsioni autolesionistiche e costruisce valutazioni adeguate che facilitano il processo di rielaborazione. Continua a leggere
Tag Archives: poesia
Pordenonelegge 2016
Tra i libri e i discorsi attraversati nei mesi di preparazione del programma del festival abbiamo incontrato, rispetto agli anni scorsi, meno formule magiche (per risolvere i problemi della politica, dell’economia, della scuola…) e più narrazioni (di esperienze, di problemi, di soluzioni provvisorie…), meno trovate e più ricerche. Continua a leggere
Sonia Gentili, Premio Viareggio-Répaci 2016
Nota di Fabrizio Fantoni
“Viaggio mentre morivo” di Sonia Gentili ( Nino Aragno editore, 2015) è un lungo percorso che si snoda nel solco dell’esperienza umana popolata da subitanee parvenze che si rimandano da un testo all’altro attraverso un gioco di echi e riprese. È un’opera che appare concepita come un continuum che scorre proponendo una serie di presenze e movimenti, oscurità e improvvise illuminazioni che dimostrano la necessità, avvertita dall’autrice, di una meditazione totale e ininterrotta, dove il testo si pone come specchio di un fluire del tutto, di un coesistere degli opposti in una varietà di registri e materiali linguistici. Leggendo il libro si ha l’effetto di compiere un percorso di ampio respiro e di elevata tensione intellettuale che disegna le coordinate di una metafisica essenziale raggiunta dall’autrice attraverso le figure di un paesaggio atemporale che vive nel persistente presente della creazione artistica.
Sonia Lambertini, “Danzeranno gli insetti”
OPERA PRIMA
a cura di Luigia Sorrentino
Nel giorno del mio giudizio
quando il corpo sarà in scadenza
la bocca sarà colma di terra
danzeranno gli insetti
il ritmo assordante non mi farà dormire
e come nei banchetti degni di rispetto
trionferanno gli avanzi
le formiche ne faranno scorta
sottomano la mappa
cenni di anatomia
viaggio di sola andata.
Sonia Lambertini vive a Ferrara. Si è laureata in Scienze dell’Educazione. Sue poesie sono apparse in antologie, riviste, blog e siti letterari on line. Questa è la sua prima pubblicazione.
Guido Gozzano, “Le poesie”
Dall’Introduzione di Edoardo Sanguineti
Gozzano, cosciente dell’obsolescenza, non finge entusiasmi, e non si getta dentro: è il suo vero esilio. La sua linea di condotta è gustosamente paradossale: anziché fabbricare il moderno destinato all’invecchiamento, come accade per i vini di buona annata e per ogni neue Dichtung, cioè l’obsolescenza, fabbrica direttamente l’obsoleto, in perfetta coscienza e serietà. Ciò che è di moda è da lui contemplato e assunto come già démodé: il tocco da fantino è subito percepito come esotico nel tempo, esattamente al modo in cui (rovesciato il procedimento) la fotografia è una «novissima cosa». Il segreto di una poetica degli oggetti, se vogliamo, è tutta qui: si tratta di intendere che tutto è datato, irrimediabilmente datato («Adoro le date. Le date: incanto che non so dire...»), e che dunque, in partenza, la degradazione del consumo fa di ogni immagine, di ogni «bella cosa viva», una «vecchia stampa», anche e soprattutto ove si tratti di realtà di forte evidenza «moderna», come avviene per l’automobile di Totò Merúmeni, e per presenze affini. Non resta che coltivare cose «vestite di tempo»: ma tutto è già vestito di tempo, ormai.