Massimiliano Mandorlo, “Nella pietra”

Massimiliano Mandorlo

Vento di novembre, vento che porti
tra le braccia verdi dei cipressi
le voci dei miei morti, dei miei vivi,
di chi dorme o in silenziosa attesa
veglia dietro la crosta appena arata
di questo corpo sconfinato.
Chiedono di me nel vento, chiedono
notizie dei miei trent’anni appesi
a un filo di sole, ad una gioia inseguita
come vento che rade ed illumina
d’inverno i tunnel delle autostrade.
Ascolto i suoi respiri ritmare
il tempo nella stanza e penso
alla forza azzurra delle maree,
ai suoi due occhi da custodire

per millenni e millenni ancora.
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Daniele Piccini, “Terra del desiderio”

picciniDalla Postfazione di Giancarlo Pontiggia

Libro in parte antologico, in parte costituito di poesie nuove (nell’ultima sezione) Terra del desiderio, (Collana di Poesia Contemporanea in formato E-Books, Nomos Edizioni, 2016, euro 3,99)  si pone al crecevia tra il libro di ricapitolazione della propria esperienza – poetica e umana – e l’opera nuova ancora in fieri, ma già impostata nei suoi fondamenti. Non tutti, pochi a dire il vero, potrebbero permettersi un’operazione di tal genere a poco più di quarant’anni, ma Daniele Piccini ha già alle sue spalle cinque raccolte poetiche e un repertorio saggistico di tale ampiezza (edizioni critiche di poeti trecenteschi, interventi militanti sulla letteratura contemporanea, riflessioni teoriche sulla poesia), da poter disegnare un libro in cui tensione esistenziale e complessità del pensiero poetante si saldano senza incertezze.

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Colette, “Prigioni e paradisi”

Un prezioso inedito di una delle più grandi scrittrici francesi del Novecento Prigioni e paradisi, Colette (euro 13), Del Vecchio Editore, collana racconti, traduzione di Angelo Molica Franco, postfazione di Gabriella Bosco.

Il libro
Rimasto fino a oggi inedito in Italia ‘Prigioni e paradisi’ raccoglie brevi bozzetti, note di costume, impressioni, composti da Colette tra il 1912 e il 1932, molti dei quali precedentemente apparsi su riviste o volumi.
Le dodici sezioni in cui si divide la raccolta compongono un’autobiografia sensoriale affatto priva di umorismo, che restituisce l’immagine della seduttrice scandalosa, ma anche di attenta osservatrice del mondo naturale e animale: vi compaiono le “bestie”, alle quali è legata da una fascinazione per il mostruoso che allo stesso tempo è inavvicinabilità; nozioni di botanica sulle varietà floreali dei giardini della Treille Muscate; le abitudini culinarie della Borgogna e il primo bicchiere di vino bevuto a tre anni che fu «come un colpo di sole, uno shock voluttuoso, un’illuminazione per le giovani papille»; le amicizie parigine con un ritratto insolito di Coco Chanel; il Nord Africa e i viaggi delle Note Marocchine alla ricerca dell’arabesco, una tessitura che ricrea la trama del mondo. Continua a leggere