Io mi divido
del sacramento della nascita.
Io mi divido
del sacramento della nascita.
Adam Zagajewski
Stasera a Napoli a Villa Pignatelli alle ore 19, La rassegna Letteratura del Napoli Teatro Festival Italia, a cura di Silvio Perrella, accoglie un intervento di Daniele Piccini sulla “lussureggiante e misteriosa produzione della poesia italiana degli ultimi cinquant’anni”.
A seguire, in collaborazione con l’Istituto Polacco di Roma, l’incontro con il poeta e scrittore Adam Zagajewski.
Introducono Marta Herling, segretaria generale dell’Istituto Croce e figlia dello scrittore polacco Gustaw Herling e Andrea De Carlo che insegna Letteratura polacca all’Università degli studi di Napoli “L’Orientale”.
Prova a cantare il mondo mutilato
Prova a cantare il mondo mutilato.
Ricorda le lunghe giornate di giugno
e le fragole, le gocce di vino rosé.
Le ortiche che metodiche ricoprivano
le case abbandonate da chi ne fu cacciato.
Devi cantare il mondo mutilato.
Hai guardato navi e barche eleganti;
attesi da un lungo viaggio,
o soltanto da un nulla salmastro.
Hai visto i profughi andare verso il nulla,
hai sentito i carnefici cantare allegramente.
Dovresti celebrare il mondo mutilato.
Ricorda quegli attimi, quando eravate insieme
in una stanza bianca e la tenda si mosse.
Torna col pensiero al concerto, quando la musica esplose.
D’autunno raccoglievi ghiande nel parco
e le foglie volteggiavano sulle cicatrici della terra.
Canta il mondo mutilato
e la piccola penna grigia persa dal tordo,
e la luce delicata che erra, svanisce
e ritorna.
Adam Zagajewski
da “Dalla vita degli oggetti” – Poesie 1983-2005”, Adelphi, 2012, nella traduzione di Krystyna Jaworska
Luis Sepùlveda ha scelto il festival Pordenonelegge per presentare in anteprima “Storie ribelli” (Guanda), il volume che raccoglie i ricordi di una vita avventurosa, vicende di cui sono protagonisti amici e maestri come Pablo Neruda, Josè Saramago, Tonino Guerra. Farà tappa alla diciottesima edizione della “Festa del Libro” nella giornata conclusiva, domenica 17 settembre, al Teatro Verdi.
E con Sepùlveda a Pordenonelegge 2017, dal 13 al 17 settembre in oltre 30 location cittadine, si daranno appuntamento per le proprie presentazioni autori e case editrici nazionali e internazionali, che regaleranno 37 anteprime al pubblico del festival.
Il programma, promosso da Fondazione Pordenonelegge.it e curato dal direttore artistico Gian Mario Villalta, è consultabile online, giorno per giorno e autore per autore, sul sito www.pordenonelegge.it.
La Poesia a Pordenonelegge è un festival nel festival: partecipano un centinaio di autori in cinque giorni, decine di incontri e focus sulla poesia internazionale. Continua a leggere
Dalla Nota di Antonio Prete
Questo di Daniele Piccini è un libro poetico. L’affermazione non è tautologica: molti libri di versi non hanno a che fare con la poesia. Mentre Regni nel suo stesso respiro è un libro poetico. Perché fa della parola il campo dove l’assente prende figura e ritmo, dove il visibile mostra il suo confine, cioè l’enigma. E fa dello sguardo sul già stato la soglia di un’interrogazione sul vivente, sulla sua terrestre odissea, sul suo legame sull’apparire e sulla sparizione. […]
La poesia, nello svolgersi di queste sequenze o stanze, è nel guardare l’esistenza – il suo rivelarsi in apparizioni e in mancanze, in presenze e assenze – di qua da un velo è la percezione del tempo come una sostanza che penetra in tutto, e mostra di sé specialmente il vanire, il perdersi nell’ombra dell’irreversibile, dell’impossibile ritorno. […]
L’attesa e l’addio hanno una funzione di rilievo in questi versi. Che sembrano dialogare con la poesia di Luzi, anche in certi movimenti dubitativi e nell’accamparsi di certe voci, in particolare con il Luzi di libri come “Dal fondo delle campagne” o “Per il battesimo dei nostri frammenti”. La poesia è sempre dialogo con la poesia. […]
Dalla Postfazione di Giancarlo Pontiggia
Libro in parte antologico, in parte costituito di poesie nuove (nell’ultima sezione) Terra del desiderio, (Collana di Poesia Contemporanea in formato E-Books, Nomos Edizioni, 2016, euro 3,99) si pone al crecevia tra il libro di ricapitolazione della propria esperienza – poetica e umana – e l’opera nuova ancora in fieri, ma già impostata nei suoi fondamenti. Non tutti, pochi a dire il vero, potrebbero permettersi un’operazione di tal genere a poco più di quarant’anni, ma Daniele Piccini ha già alle sue spalle cinque raccolte poetiche e un repertorio saggistico di tale ampiezza (edizioni critiche di poeti trecenteschi, interventi militanti sulla letteratura contemporanea, riflessioni teoriche sulla poesia), da poter disegnare un libro in cui tensione esistenziale e complessità del pensiero poetante si saldano senza incertezze.