
Roberta Dapunt
Roberta Dapunt
Roberta Dapunt
Ecco i nomi dei vincitori dell’89 esima edizione del Premio Viareggio Rèpaci. Per la narrativa, ex aequo, il Premio è andato a Fabio Genovesi, con “Il mare dove non si tocca” (Mondadori) e Giuseppe Lupo, con “Gli anni del nostro incanto” (Marsilio) . Per saggistica, premiato Guido Melis, con “La macchina imperfetta. Immagine e realtà dello stato fascista” (Il Mulino). Roberta Dapunt con “Sincope” (Einaudi, 2018), ha vinto il premio per la sezione Poesia. Continua a leggere
di Luigia Sorrentino
Dopo la Terra più del paradiso (Einaudi, 2008) e Le beatitudini della malattia (Einaudi, 2013) Roberta Dapunt nata nel 1970 in Val Badia, pubblica un terzo libro con la Bianca Einaudi, Sincope (2018).
In questo libro parla soprattutto il corpo in uno stato di alterazione dell’equilibrio. Come accade nella poesia intitolata Epistassi, qui riportata. Il sangue che cade in terra diventa la proporzione di qualcosa di incontrollato che investe il corpo della poesia. Forse quel sangue è il sintomo di una malattia della morte che investe la nostra epoca, e che ci lascia sempre più confusi, impotenti e attoniti.
Epistassi
Piange sottovoce il sangue,
violenta al risveglio un’asfissia di sonno.
Pesa poco l’immensità versata, è ritmo di poca virtù.
Duole la cadenza delle tempie, a favore di questa miseria
indifferente
che esce dal mio naso. Che esce.
Guardo ed è rossa vita senza storia, la mia esposta
all’aria.
Io credo di poter vedere in questo una serena illusione,
e sono grata al corpo e a ciò che questo incarnato bagaglio
ancora può nell’universo dei versi:
esce in questo sangue il meglio di me.
È l’unica verità che vedo in questo momento,
la libertà del bene che esce. Che esce e finisce in terra
dritto sangue e senza esitare si conclude. In terra.
Così anche il resto di me che cade, si rivolge al suolo
questo corpo,
facile orizzonte davanti a me.
Per la prima volta Interlinea pubblica un’antologia di poesie di diversi poeti e scrittori che hanno come denominatore comune la malattia di Alzheimer e che sono dedicate ai genitori o ai familiari o ispirate dal dolore e dalle difficoltà di questa patologia. Quando apparentemente non si hanno più parole, la poesia ha parole adatte e sufficienti, è uno strumento profondo, che può trasmettere contenuti altrimenti difficili da comunicare, perché è universale, come la malattia. Le poesie di questo libro sono accompagnate dai commenti di Franca Grisoni, con cui condividiamo le modalità di lettura della sofferenza, un’altissima sensibilità e una capacità interpretativa dell’umano, particolarmente utili per comprendere i percorsi del dolore, scoprendo un «Alzheimer d’amore».
Il libro nasce dall’incontro di Franca Grisoni con la poesia Alzheimer, madre di Davide Rondoni dedicata ai suoi amici, figli di una madre colpita dalla malattia. Ed è l’autrice stessa a raccontare l’inizio del suo percorso che dal 2008 l’ha portata a raccogliere e commentare poesie sul morbo di Alzheimer di diversi autori noti, tra i quali Margaret Atwood, Mario Benedetti, Alberto Bertoni, Roberta Dapunt, Valerio Magrelli, Fabio Pustrela, Andrea Zanzotto e altri, ma anche d’occasione, che si sono lasciati coinvolgere nella malattia per pochi versi, per una o più poesie, o per un’intera raccolta.
Il video di Stefano Massari nasce con l’obiettivo di creare un’occasione per dire la malattia, o meglio le paure, il dolore, la frustrazione, la speranza che la malattia genera in chi la sperimenta o in chi vive a fianco di chi la sperimenta come parente, medico, infermiere, volontario.