Addio a Carlos Fuentes

Lo scrittore messicano Carlos Fuentes, autore di oltre 20 romanzi è morto a Città del Messico all’età di 83 anni: lo ha annunciato il presidente messicano, Felipe Calderon.

Calderon ha definito lo scrittore  “romanziere e messicano universale”: le sue opere di maggior spessore “La region mas transparente”, “La muerte de Artemio Cruz”, “Cambio de piel” e “Terra nostra”°; nel 1987 gli era stato concesso il premio Cervantes, il più prestigioso premio per la letteratura in lingua spagnola e nel 1994 il Premio Grinzane Cavour. Nel 2004 ha vinto il Premio letterario Giuseppe Acerbi con il romanzo “Gli anni con Laura Diaz” e nel 2009 la “Gran Cruz de Isabel la Católica”.

Fuentes è morto in ospedale dove era stato ricoverato per problemi cardiaci.

A Umberto Eco, la medaglia della pace

La città olandese di Nimega rende omaggio a Umberto Eco, conferendogli un importante riconoscimento internazionale, la Medaglia della Pace. Lo scrittore e filosofo Umberto Eco, che ha 80 anni, autore de ‘Il nome della rosa” –  di cui è uscita con Bompiani l’edizione riveduta e corretta – viene quindi insignito della Medaglia della Pace oggi, 7 maggio 2012, durante una solenne cerimonia,  con la seguente motivazione:  “Il solo scrittore italiano moderno che ha influito notevolmente sulla letteratura europea”. Continua a leggere

Ruggero Cappuccio mette in scena “il giovane Rossini”

Dal 18 aprile 2012 è in scena al Teatro dell’Opera di Roma la più amata delle opere di Gioachino Rossini, Il barbiere di Siviglia. Il nuovo allestimento, in coproduzione con il Teatro Giuseppe Verdi di Trieste, del capolavoro rossiniano è firmato per la direzione d’orchestra da Bruno Campanella e per la regia da Ruggero Cappuccio; le scene sono di Carlo Savi, i costumi di Carlo Poggioli. Maestro del Coro Gea Garatti Ansini.

“Nell’allestimento del Barbiere di Siviglia – ha detto il regista Ruggero Cappuccio – metterò in scena Gioachino Rossini. La regia si concentra sulle notti febbrili del grande compositore che a soli ventiquattro anni scrisse un capolavoro destinato ad attraversare i secoli con travolgente vitalità. Un giovane attore, infatti, impersonerà Rossini alle prese con il suo tumulto creativo, mentre lo spettacolo diventa una soggettiva giocosa e malinconica sviluppata dall’angolazione del musicista. Nel Settecento sospeso, creato dallo scenografo Carlo Savi e dal costumista Carlo Poggioli, Rossini determina le azioni dei suoi interpreti, come posseduto dagli spiriti che animano il suo melodramma buffo e geniale”.

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Claudio Magris, nel giornalismo c’è ‘la mania delle opinioni’

Nel giornalismo “c’è un po’ la mania delle opinioni, c’è un’ inflazione delle opinioni”. Ne è convinto Claudio Magris, germanista e scrittore, che oggi, giovedì 22 marzo riceve a Milano il premio E’ Giornalismo, dopo cinquant’anni di collaborazione con la carta stampata, dei quali 45 con Il Corriere della Sera.

Stando a quanto riporta l’Ansa due sono le cose che sottolineano il pensiero dello scrittore: da un lato la ‘mania del chiedere (n.d.r. o elargire) opinioni’, dall’altra la convinzione che il desk, i mezzi tecnologici di una redazione, non possono sostituirsi al vedere le cose (n.d.r. vederle come sono davvero).

Vale a dire – ma interpreto il pensiero di Magris – lo stare seduti a una scrivania, davanti a un computer con le agenzie che scorrono veloci (veloci anche le immagini che arrivano dalle agenzie e dai circuiti internazionali) al desk appunto, non può diventare l’unica nostra realtà . Perché – interpreto il pensiero di Magris – le cose, forse, vanno viste anche al di là delle notizie preconfezionate.  Fa parte del nostro mestiere di giornalisti. “Si può sostituire una macchina fotografica con un’altra – ha spiegato Magris – Continua a leggere

Giuria Top Secret per il Carver

La sua giuria è segreta e non verrà mai svelata. Il suo motto è non lasciarsi tirare per la giacchetta da editori o scrittori. E poi non tiene conto della casa editrice o dell’autore che presenta un libro ma guarda soltanto alla qualità, al di là della fama.

E’ il premio Carver, che con un pizzico di orgoglio si definisce il contropremio della letteratura italiana, giunto alla sua decima edizione. Un riconoscimento libero, “con un’impostazione di stampo anglosassone”, lontano dalle pressioni che agitano i premi più blasonati, come lo Strega o il Campiello. Continua a leggere