Gian Mario Villalta, “Nel lembo del tempo”

Gian Mario Villalta credits ph Dino Ignani

È l’ora, soddisfatte le ombre,
e con il vento
volato via lo sguardo
dalle sedie sul prato,
dal pensiero della fatica che è stata la sera.

Stai su un lembo del tempo
non è più la terra
dove sei nato,

porti il fiato sul vetro
e la luce attraverso ti fa di cera.
Dove hai le mani, tu vedi

stasera
il viso che chiudi nei palmi
in attesa di un grido, la sete

di animale notturno.

*

L’ombra della voce si assottiglia.

Giorno dopo giorno l’incertezza
raschia i margini a ogni parola.

Tu sai quanto distante è sempre stato
per me il presente, per desiderio matto
dell’adesso, per timore che il prendere
tutto, tutto in una volta, mi perdesse.

Il dopo giorno sfasa il sincrono
degli occhi e delle labbra.

*

fermi i colori fuori, tutti i pensieri
smentiti dall’altoparlante

il cielo vuoto porta via i giorni dove eravamo

e gli alberi c’erano sempre stati, sempre stata
la primavera, non ti chiedevi se ancora, per quanto,
se sarà mai, se mai era stato vero

devo dirti che ho paura e non so come
perché là fuori c’è il tempo, là fuori, e qui mancano istanti
alle ore

*

“L’inferno sono gli altri”
J. P. Sartre

Solo nell’auto tra i campi (uscito a comprare cibo)
ho fatto un giro largo
per le stradelle: nessuno. Un deserto fiorito
di case belle, lussuose di erbe e di acqua veloce.
Solo io ancora vivo: che inferno
sarebbe? Io, prigioniero di tanto bendidio.

La parola ancora, percepibile
al tatto, torna al mittente
a occhi chiusi

(gli altri sono anche l’inferno, sì, sono
anche tutto, però).

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Per Alberto Toni, in memoria

Alberto Toni / Credits ph. Dino Ignani

Piove a dirotto e là sullo scoglio
dei miei segreti c’è tutta la solitudine
del mare. Sì eccomi piccolo e solo
mentre mi giri intorno, amore. Sai
la fatica delle parole che ritornano
a frotte nei giorni della conta e del
destino segnato. Inseguo l’altra faccia
della medaglia, la lieve incrinatura
del legno.

Alberto Toni, da “Mare di dentro” (Puntoacapo, 2009)

*

Qualcosa dovevamo perdere,
un granello appena stinto,
sembra ieri. La ragione non sfugge,
no. Nell’incavo degli anni, appena
una memoria raccolta, in chiusa,
come distorta, sfilacciata. Chiedi
aiuto e ti ritrai, rimargina il viso
ogni cosa.
Ti batti per un pensiero buono,
ancora per noi, nel sentiero aspro
del margine. Che vedi? Che scomponi
con le mani in attesa di dirci: non andate?

Alberto Toni, da “Il dolore” (Samuele Editore, 2016)

NOTA A MARGINE

 

Il 6 aprile scorso è scomparso prematuramente l’amico e poeta Alberto Toni.
Le poesie qui proposte, scelte da Giovanni Ibello, sono l’occasione per ricordare un evento recente che ha coinvolto in prima persona i giovani allievi di Alberto, gli alunni dell’Istituto Comprensivo “Alberto Sordi” di Roma dove Alberto Toni ha insegnato per anni. Continua a leggere

Giosuè Carducci

di Fabio Izzo

Giosuè Alessandro Giuseppe Carducci (Valdicastello di Pietrasanta, 27 luglio 1835 – Bologna, 16 febbraio 1907) è stato un poeta, scrittore, critico letterario e accademico italiano. Fu il primo italiano a vincere il Premio Nobel per la letteratura. Il 10 ottobre 1906 l’Accademia svedese assegnò il Premio con la seguente motivazione: “non solo in riconoscimento dei suoi profondi insegnamenti e ricerche critiche, ma su tutto un tributo all’energia creativa, alla purezza dello stile ed alla forza lirica che caratterizza il suo capolavoro di poetica”.

Siamo a Firenze, per la precisione nel 1863, quando Carducci, in una nottata insonne, compone una poesia da lui definita «chitarronata», cioè non riuscita nello stile piena di verità. “L’Italia col tempo dovrebbe innalzarmi una statua, pel merito civile dell’aver sacrificato la mia coscienza d’artista al desiderio di risvegliar qualcuno o qualcosa… perché allora io fu un gran vigliacco dell’arte», scriverà anni dopo. L’inno nella prima stesura del 1863 fu inviato da Carducci, insieme al seguente commento, a Giuseppe Chiarini:
“È inutile che io avverta aver compreso nel nome di Satana tutto ciò che di nobile e bello e grande hanno scomunicato gli ascetici e i preti con la formola “Vade retro Satana”; cioè la disputa dell’uomo, la resistenza all’autorità e alla forza, la materia e la forma degnamente nobilitate. È inutile che io segni al tuo giudizio le molte strofe tirate giù alla meglio per finire: nelle quali è il concetto dilavato ma non la forma. Bisogna tornarci su, su questa poesia, e con molta attenzione. Ma non ostante mi pare che pel concetto e pel movimento lirico, io possa contentarmene. Pigliala adesso com’è […] Dopo letto ricorda che è il lavoro di una notte.” Continua a leggere

Gian Mario Villalta, “Scuola di felicità”

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FOTO DINO IGNANI

Gian Mario Villalta scrive un commovente romanzo di formazione, in cui ad affrontare un processo di profondo cambiamento non sono solo gli adolescenti, ma anche il loro insegnante.

“La scuola finisce presto, e poi ognuno va per la sua strada. Proprio quando si inizia… è ora di lasciarsi per sempre. La scuola è una follia.”

La vita di un professore non è mai facile: la noia nello sguardo degli studenti, la loro smania di guardare i cellulari durante la lezione, l’aria che, tra ormoni e finestre chiuse, si fa ben presto irrespirabile. E in più la consapevolezza che “gli studenti che vanno bene avrebbero buoni voti con qualunque insegnante; quelli che vanno male invece vanno male con te”. È così anche per il protagonista di questo romanzo, un professore di Lettere, cinquantenne, vedovo, solitario, che da tempo ha perso la fiducia nell’incanto del suo lavoro.

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Carlo Sini, “Esperienza e Verità”

 

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PRAXIS,  Scuola di filosofia
Forlì, 21-26 Luglio 2014 ” Esperienza e Verità” CRISALIDE in collaborazione con L’UOMO, UN SEGNO… 
Nella foto, il filosofo Carlo Sini.

ESPERIENZA E VERITA’

Un luogo nel quale imparare la postura del pensiero in azione praticando dal vivo il lavoro della ricerca in comune: la Scuola di filosofia PRAXIS, sotto la direzione scientifica di Rocco Ronchi e Carlo Sini, inaugura i suoi corsi estivi il prossimo luglio a Forlì. All’incrocio fra interrogazioni diverse ma in una condivisa prospettiva transdisciplinare, il tema a cui saranno quest’anno dedicate le lezioni è «Esperienza e verità». Continua a leggere