L’ambasciata italiana in Nigeria apre agli scrittori locali

L’ambasciata italiana in Nigeria ha ospitato un incontro delle principali associazioni di autori locali, in vista della loro partecipazione alla conferenza per 50 anni della letteratura africana che si terrà a Nairobi (luglio 2012).

Il dibattito è stato presieduto dalla professoressa Vicky Sylvester, capo del dipartimento di Lingua e letteratura dell’università di Abuja, e vi hanno partecipato scrittori come Sule Egya, Benjamin Ubiri, Cecilia Kato, Spencer Okoafor e Lola Shoneyin, (nella foto), vari membri dell’Association of nigerian authors, Abuja literary society e a giornalisti di varie riviste specializzate e di televisioni nigeriane. Fra i temi trattati ci sono stati la necessità di incoraggiare maggiori sovvenzioni pubbliche per la diffusione delle opere e di coinvolgere parallelamente il settore privato locale. Continua a leggere

Giornata Mondiale per la Giustizia Sociale

Lunedì 20 febbraio si celebra la Giornata Mondiale per la Giustizia Sociale. Stabilita nel 2007 dalle Nazioni Unite, la giornata invita gli Stati membri a promuovere concretamente la solidarietà e le pari opportunità tra le persone. Vista la rilevanza e l’attualità di questo tema in Italia e nel mondo, penso potrebbe essere interessante proporre un breve approfondimento ai lettori.  ActionAid dedicherà alla giustizia sociale tutto il mese di febbraio. Abbiamo lanciato una campagna legata a tale tema (“Il diritto di cambiare” http://www.actionaid.it/it/cosa_puoi_fare/giustiziasociale.html) e, insieme alle Edizioni Infinito, abbiamo pubblicato il libro “Il diritto di cambiare”, che racconta l’ingiustizia sociale in Italia e in alcuni paesi del Sud del mondo. Sono storie che riguardano il diritto al cibo, le nuove forma di povertà e la violenza contro le donne. I diritti d’autore del libro saranno destinati a un progetto nel distretto di Ankober in Etiopia.

Davide Zizza

INTUIZIONE NEL SOGNO

Sai. Ho sognato di morire – di essermi ritirato
nell’oblio, di essere annullato,
di essermi dimenticato di me come se (pure Dio)
avesse dimenticato chi fossi, e quanti giorni
mi erano appartenuti.
Era come un alleggerimento.
Ho sognato la mia morte, ed io ero lì a guardarla,
non c’era l’appartenenza al tempo.

da Dipinti e introspettive di Davide Zizza

Nella foto l’aurora boreale. Norvegia, Kvaloya (Foto ANSA)

Cristina Campo, “Il mio pensiero non vi lascia”

Ci sono prosatori che proprio nelle lettere raggiungono una sorta di perfezione assoluta: riuscendo, nel breve volgere di una frase, a toccare vertici di bellezza e di intensità. Che la Campo sia uno di essi lo hanno dimostrato le Lettere a Mita e Caro Bul: e questo terzo pannello dell’episto­lario, che raccoglie le lettere scritte agli amici del periodo fiorentino, ne è una conferma. Nel 1956 Cristina è costretta ad abbandonare Firenze per Roma; e gli anni romani saranno costantemente pervasi dal ricordo struggente di quel giardino incantato che era la cerchia degli «amici d’infanzia»: Piero Draghi, Mario Luzi, Anna Bonetti, Venturino Ven­turi, Giorgio Orelli. A tutti loro scrive dal suo «esilio» parole di nostalgico affetto («C’è con voi­altri, nell’aria, gusto di latte»); ma il più rimpianto è senza dubbio Gianfranco Draghi, quel Gian che guarda ai suoi stessi «fari» (i più luminosi: Hofmannsthal e Simone Weil), lo scrittore e poeta di cui ammira la personalità e l’opera, l’amico che «conosce sempre, sottilmente, il disegno del tempo, e trova la parola magica da incidervi». Continua a leggere

Czeslaw Milosz, “Trattato poetico”

Tra l’inverno del 1955 e la primavera del 1956 Czesław Miłosz dà corpo alla sua originale concezione della poesia in una vera e propria sfida letteraria: un grande poema che, eludendo le cornici di genere e arricchendosi di elementi prosaici o colloquiali, mescolando citazioni eterogenee, imitazioni letterarie, valutazioni critiche ed e­nun­ciati filosofici, delinea un vasto affresco storico-culturale del Novecento polacco, tassello imprescindibile della storia europea. Un affresco che si compone di quattro parti, evocative di altrettanti scenari: il mondo della belle époque nella Cracovia di inizio secolo; la vita politica e artistica di Varsavia tra le due guerre, con ampie digressioni sui poeti del tempo; le devastazioni della seconda guerra mondiale e gli orrori dell’occupazione nazista, con la ri­vendicazione di una poesia capace di giudizio etico; la Natura e in particolare l’am­bien­te degli Stati Uniti, in cui Miłosz, dopo a­ver contemplato l’abisso in cui sono precipitate le culture europee, individua la dimensione ideale per trovare serenità ed e­quilibrio, senza peraltro sottrarsi al dovere di condividere con i fratelli polacchi le questioni cruciali del XX secolo. Continua a leggere