In memoria di te, Fabrizia Ramondino

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La sfida al labirinto in «Passaggio a Trieste»

di Siriana Sgavicchia (in “Il Caffè Illustrato”, 66/67, 2012)

Nelle fughe di Bach sono compresenti adattamento e “fuga insensata”, ragione e follia, rispetto della convenzione e libertà da essa. Ma per confrontarsi con il prigioniero, il folle, l’etilista, il drogato, l’omosessuale, la donna, il dissidente politico, l’etnicamente diverso, il seguace di un’altra fede non sono bastate agli uomini né le opere di Benvenuto Cellini o di Genet, di Tasso o di Artaud, di Poe o di Sartre, di Baudelaire o di Ginsberg, di Wilde o di Proust, di Louise Labé o di Elsa Morante, di Dante o di Ignazio Silone, di Omar Khayyâm o di Senghor, di Lutero o di Rushdie, né le più oscure e tenaci opere di migliaia e migliaia di uomini senza fama. (La foto di Fabrizia Ramondino è di Massimo Pastore). Continua a leggere

“La favola di Lilith”

 

cover-newNota di Viviana Scarinci

Tutto è cominciato con l’interessamento di Edo Notarloberti riguardo alcune poesie inedite che avevo pubblicate allora sul mio sito. Era l’estate del 2011 e le poesie non facevano esplicitamente riferimento alla figura di Lilith, anche se la ritengo essere la figura portante del mio discorso poetico almeno fino ad oggi. In un secondo tempo Edo mi parlò della sua intenzione di elaborare un’opera musicale come compositore. Fino ad allora la sua attività di violinista lo aveva portato a collaborazioni importanti come l’adesione al gruppo degli Argine che gli aveva schiuso lo scenario della musica post punk, neo folk e come membro dei gruppi Ashram e Corde Oblique. Riguardo Lilith abbiamo quindi stabilito di lavorare su un’ipotesi di scrittura in cui la composizione poetica e quella musicale svolgessero una funzione di reciprocità rispetto alla fruibilità dell’opera pensando soprattutto a un’esecuzione in concerto che per un lato consentisse all’oralità della poesia tutta il suo potenziale affabulatorio e dall’altra permettesse alla musica di oltrepassare certe formulazioni conchiuse che la parola poetica presenta spesso per sua natura. Continua a leggere

Premio Vasto 2014

premio_vastoArte Contemporanea

L’icona ibrida “Forme in transito dall’invisibile al visibile” a cura di Gabriele Simongini

Vasto (CH), Scuderie di Palazzo Aragona, dal 12 luglio  al 26 ottobre 2014

Inaugurazione Sabato 12 luglio ore 18.30

Oggi molti artisti, ciascuno in piena autonomia, lavorano sull’idea di ibridazione e di incrocio fra linguaggi come difficile e mai definitivo rito di passaggio dall’invisibile al visibile. Ecco allora, nella prossima edizione del Premio Vasto, forme in transito verso il mistero, fluide, metamorfiche, né astratte né figurative, non definibili secondo cifre cristallizzate, da manuale di storia dell’arte. Continua a leggere

Stelvio Di Spigno e Carla Saracino

Copertina Qualcosa Di Inabitato[1]
“Qualcosa di inabitato”, di Stelvio di Spigno e Carla Saracino, EDB Edizioni, 2013,
con disegni di Marco Dagnino. 

Prefazione di Mary Barbara Tolusso

Pare che la maggiore caratteristica della nostra epoca consista nel giungere al nocciolo, all’essenza di un certo percorso, quasi a estremizzare il movimento della vita stessa. In fondo economisti e manager, quanto a metodo, non fanno poi qualcosa di molto diverso dai poeti: utilizzano risorse scarse per soddisfare al meglio bisogni individuali e collettivi. La “scarsità” di cui si gode in poesia è quella della parola, all’autore sta la possibilità di evocarla (moltiplicarla, se vogliamo) in modo da soddisfare bisogni individuali e collettivi. Inventare, insomma, è il codice comune, fare una sorta di miracolo con quel poco che si ha a disposizione. Esagerando su questo versante, per condurre un ulteriore e azzardato confronto: se è vero che il mercato sa orientarci a qualcosa di indotto e illusorio, allo stesso modo la descrizione del poeta, del vero poeta – come diceva Solmi – ha sempre un carattere illusorio e fuggitivo. Continua a leggere