Monthly Archives: dicembre 2015
Conversazione con Avinoam Shalem
American Academy in Rome, Avinoam Shalem – Passaggi: i primi viaggi di Meyer e l’idea di un Mediterraneo unito
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Giovedì 10 dicembre 2015, ore 18,00 Biblioteca Hertziana, Villino Stroganoff, Via Gregoriana, 22, Roma.
Nel mese di luglio del 1926, mentre era impegnato nella raccolta dei materiali per la sua tesi di dottorato sulle sculture romaniche dell’abbazia francese di Moissac, il non ancora ventiduenne Meyer Shapiro intraprese un viaggio lungo le sponde del Mediterraneo. Continua a leggere
Addio a John Trudell
Se n’è andato l’8 dicembre 2015, a 69 anni, dopo una breve malattia, John Trudell attivista e cantautore. Nelle sue canzoni racconta la storia e i diritti dei nativi americani, tanto da diventare, nel 1979, presidente dell’American Indian Movement. Continua a leggere
Walter Tocci, “La scuola, le api e le formiche”
«In natura ci sono due comunità operose: le formiche che curano la vita in comune e le api che scrutano nuovi paesaggi. Ecco una sorta di manuale per i riformatori dell’istituzione scolastica: formicai accoglienti per le domande dei giovani, per i migranti, per gli adulti che tornano a studiare. E favi sapienti, alimentati dalla curiosità per il nuovo mondo e dalla creatività della didattica. Sono questi i mondi vitali che salvano l’educazione dalle ossessioni normative. Così sono maturate le buone opere e i giorni migliori della scuola italiana. per editto è venuto ben poco».
La «Buona scuola» è una riforma mancata, ma una riforma mancata non è affatto innocua. Essa delude per la scarsità di proposte davvero innovative e va ad alimentare la sfiducia per gli insuccessi di tutte le leggi approvate nell’ultimo ventennio. Ha il difetto di complicare la vita delle scuole senza risolverne i problemi strutturali: la diseguaglianza nell’accesso e nell’esito dell’istruzione, soprattutto nel Mezzogiorno; la struttura dei cicli vecchia e ridondante, che costringe i giovani a rimanere a scuola un anno in più, perdendo nelle superiori i buoni risultati raggiunti dalle elementari; la regressione degli apprendimenti negli adulti che colloca l’Italia agli ultimi posti, altro che «superpotenza» culturale.