E’ morto a 57 anni il regista e sceneggiatore Carlo Mazzacurati. Era nato il 2 marzo del 1956 e aveva vinto il Leone d’Argento a Venezia nel 1994 con “Il toro”. Malato da tempo era ricoverato in ospedale a Monselice, in provincia di Padova.
Silvana Grasso è nata a Macchia di Giarre nel 1952 e vive a Gela. È filologo classico: sue sono le traduzioni di Archestrato di Gela (I piaceri della mensa, 1987), Matrone di Pitane (Un banchetto attico, 1988), Eronda (Mimiambi, 1989) e Galeno (La dieta dimagrante, 1989). Nel 1993 per l’editore La Tartaruga pubblica i racconti Nebbie di Ddraunara e da qui segue una serie di romanzi di intenso significato letterario come Il bastardo di Mautàna (Anabasi, 1994), Ninna nanna del lupo (Einaudi, 1995), L’albero di Giuda (Einaudi, 1997), La pupa di zucchero (Rizzoli, 2001), Disìo (Rizzoli, 2005), L’incantesimo della buffa, (Marsilio, 2011). A questi romanzi vanno aggiunti i titoli di altre due raccolte di raconti: Pazza è la luna (Einaudi, 2007) e soprattutto Sette uomini sette. Peripezie di una vedova (Flaccovio, 2006). Quest’ultimo libro è un esempio importante di sperimentazione narrativa giacché i vari racconti possono essere considerati, in modo quasi filmico, gli episodi di un’unica storia. Continua a leggere
MATISSE, LA FIGURA. La forza della linea, l’emozione del colore. Ferrara, Palazzo dei Diamanti, 22 febbraio – 15 giugno 2014. Mostra a cura di Isabelle Monod-Fontaine, organizzata dalla Fondazione Ferrara Arte Continua a leggere
C’è sempre un momento, nella ricerca poetica di Marcoaldi, in cui un’esperienza intensamente personale scivola in un destino collettivo cui cerchiamo invano di sottrarci. Questa incapacità, o inadempienza, è il motivo di fondo della sua poesia. Come uccelli in gabbia, o insetti chiusi in una bottiglia, battiamo contro un vetro invisibile, ricadendo all’ indietro – fin quando ritroviamo le forze per un nuovo tentativo, anch’esso inevitabilmente frustrato. Se nelle due raccolte poetiche precedenti si trattava del filo avvolgente del tempo e della separazione dalla nostra origine animale, ne La trappola questa necessità infrangibile attiene alla cattura della vita in una serie di dispositivi che la opprimono. Essi – «tagliole», «ordigni», «arnesi» e appunto «trappole» – sono costrizioni di ordine vario, di tipo sociale, tecnico, psicologico, che impediscono di aderire liberamente al flusso dell’esperienza naturale. Continua a leggere

Nello scaffale
Dario Bellezza, “Colosseo e altri luoghi” Edizioni Seam, 2013, (euro 10,00)
dalla Prefazione di Alessandro Assiri
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Dario
Racchiudere in un percorso antologico seppur ridotto l’opera di Bellezza è già di per sé limitante. Sia per il percorso di scrittura che per la statura umana del personaggio Dario, uno dei pochi autori che a forza di sentirsi dire di essere grande, grande non si è sentito, ma lo è diventato, giocando un ruolo fedelmente, tanto da far sì che la sua letteratura non abbia più bisogno di istanze di autenticità appartenendo di per sé alla verità mistificata. Continua a leggere