I “Canti Orfici” cent’anni dopo

 

campana_foto[…] “venuto l’inverno andavo a Firenze al Lacerba a trovare Papini che conoscevo di nome. Lui si fece dare il mio manoscritto (non avevo che quello) e me lo restituì il giorno dopo e in un caffè mi disse che non era tutto quello che si aspettava ma che era ‘molto molto’ bene e mi invitò alle Giubbe rosse per la sera… per tre o quattro giorni andò avanti poi Papini mi disse che gli rendessi il manoscritto ed altre cose che avevo, che l’avrebbe stampato. Ma non lo stampò. Io partii non avendo più soldi (dormivo all’asilo notturno ed era il giorno che facevano le puttane sul palcoscenico alla serata futurista incassando cinque o seimila lire) e poi seppi che il manoscritto era passato in mano di Soffici. Scrissi 5 o 6 volte inutilmente per averlo e mi decisi di riscriverlo a memoria…”

Dino Campana (1913) Continua a leggere

Amelia Rosselli

ameliarosselli_meridianoLetture

Il Meridiano Mondadori uscito nel 2011 contiene l’intera opera poetica di Amelia Rosselli. Nella raccolta d’esordio, “Variazioni Belliche”, emergono già i tratti costitutivi della sua poesia, nella quale prende corpo una struttura metrica chiusa per contenere un’esperienza del mondo lacerante, tragica. La tensione sperimentale si allenta nel secondo libro, “Serie Ospedaliera”, in cui la Rosselli si cimenta in un difficile dialogo con i modelli letterari. Con “Documento” si entra in una stagione nella quale emerge una sofferta condizione esistenziale. L’impegno letterario tuttavia non si interrompe: da “Primi Scritti” a “Sleep” viene confermato un lavoro senza discontinuità in cui la traduzione ­ documentata nel Meridiano ­ spesso surroga il venir meno della scrittura creativa.

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In memoria di te, Andrea Zanzotto

zanzotto1Andrea Zanzotto

“La casa di mia nonna si trovava proprio a metà della strada che conduce dalla casa della mia famiglia all’asilo infantile. Da bambino fui particolarmente legato alla nonna paterna. Le rime di Ariosto e Tasso che era solita recitarmi, secondo le abitudini di una cultura, tra popolare e classica, tipica dell’ambiente veneziano, intercalandosi e, quasi, fondendosi con il dialetto di Pieve, comunemente parlato in casa, comportarono in me una percezione fantasiosa delle parole. Ho appreso precocemente il linguaggio, anche in virtù della musicalità e del ritmo caratterizzanti le innumerevoli filastrocche che mia nonna era solita recitarmi. La nonna aveva lavorato come cameriera personale di una principessa dei Collalto, seguendola anche a Vienna: la sua era una cultura da autodidatta, ma alimentata da un’ardente curiosità nei

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Salvatore Contessini, “Dialoghi con l’altro mondo”

dialoghi-con-laltro-mondo-128529Letture

Salvatore Contessini in queste poesie dialoga con undici poeti suicidi: Saffo, Carlo Michelstaedter, Georg Trakl, Antonia Pozzi, Anne Sexton, Cesare Pavese, Amelia Rosselli, Stefano Coppola, Nadia Campana, Salvatore Toma, Claudia Ruggeri, per alcuni dei quali è stato molto difficile accedere a documenti e informazioni, considerata la poca notorietà e il breve “tragitto terreno” che si sono assegnati.
Sono dunque diversi gli interlocutori, ma uno soltanto è presente, l’autore. E’ lui che interroga, e colui/colei che risponde, lo fa con i versi che ha scritto (riportati in corsivo). I poeti con i quali Contessini dialoga sono identificabili dalla citazione d’apertura di ogni dialogo: undici poeti che hanno liberamente scelto di porre termine alla propria esistenza terrena. Un percorso per voci, una sfida nella quale si rischia di rimanere impigliati. Continua a leggere