Il cantore della natura e dell’uomo nato a Parma nel 1927, aveva ricevuto il premio Viareggio nel 1993 con la raccolta ‘Visi e foglie’ gli fu conferito all’unanimità il Premio Viareggio per la poesia. Se n’è andato a 86 anni il 5 gennaio 2014. Aveva interrotto gli studi di medicina per dedicarsi, abbastanza giovane, alla poesia, esordendo nel 1954 con la raccolta intitolata ‘Dal silenzio d’un nulla’. Nei suoi versi ha sintetizzato Letteratura, Scienza e Storia, unendo rigore razionale e tensione lirica, in un’esperienza poetica che tratta la Natura e l’Uomo con rigore d’analisi e potenza visionaria. Abitava sulle colline di Medesano, in provincia di Parma. Continua a leggere
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Lorenzo Pavolini, “Si sente in fondo?”
Nello scaffale
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Lorenzo Pavolini SI SENTE IN FONDO? Avventure dell’ascolto, Postfazione di Goffredo Fofi.
Un viaggio attraverso la radio «La scrittura di Pavolini ha un pregio raro – come dice Fofi nella postfazione – è un impasto in cui sembrano fondersi senza sforzo la finezza dei vecchi letterati con l’acribia dell’analisi e della documentazione». Perché nessuna fatica è superflua quando si tratta di riferire il vero.
E il vero è dato dalla possibilità che si possa ancora scegliere di produrre e partecipare a una cultura che non sia necessariamente intesa solo come consumo. Una cultura che in Italia è sopravvissuta – e sopravvive ancora – soprattutto grazie alla radio. Quello di Pavolini «è un viaggio che può entusiasmare perché riafferma la ricchezza di un mezzo a partire dagli usi migliori che se ne sono fatti, oltre le vecchie e le nuove retoriche». Continua a leggere
Renato Mambor, “Atto Unico”
Arte e poesia
a cura di Luigia Sorrentino
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Scenari mentali di figurazioni enigmatiche sospese tra arte e vita, finzione e realtà
di Silvana Lazzarino
Oltre il significato dei contenuti espressi dalla Pop- Art, oltre il senso del concettuale, orientata a scandire un rapporto metalinguistico tra parole, immagini, cose e persone, l’arte di Renato Mambor, tra i protagonisti più originali e interessanti del gruppo della Scuola di Piazza del Popolo, coglie con stile innovativo e dirompente il senso profondo della realtà contemporanea, sempre più tecnologica e sofisticata in cui l’uomo agisce spesso per automatismi. Continua a leggere
Julie Otsuka, “Quando l’imperatore era un dio”
Letture
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Nota di Claudia Leonardi
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“Quando l’imperatore era un dio” di Julie Otsuka racconta una pagina poco nota della storia americana: la deportazione, a pochi mesi dall’attacco di Pearl Harbor e dell’entrata in guerra degli Stati Uniti, dei cittadini americani di origine giapponese nei campi di lavoro nel deserto dello Utah. Quando per le vie della tranquilla cittadina californiana di Berkeley compare un avviso che invita tutti i cittadini giapponesi a radunarsi in punti di ritrovo prestabiliti, una madre e i suoi due bambini (di cui non sapremo mai il nome per scelta stilistica dell’autrice) si vedono costretti a lasciare la loro bella casa dipinta di bianco e a mettersi in viaggio verso l’ignoto. Un viaggio lungo e faticoso che li porterà nel deserto dello Utah dove il tempo non passa mai e la sabbia ferisce i polpacci. Continua a leggere
