Cristina Annino

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Da un’idea di Luigia Sorrentino
A cura di Fabrizio Fantoni

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Un possibile autoritratto
Io credo che l’autoritratto ( almeno per un certo tipo di artista), se non consiste in un’opera pittorica, sia il più falso romanzo che lui possa scrivere su se stesso.

Solo la pittura può uscire dalla poesia o comunque dal regno delle parole; in questo caso infatti il quadro, interpretato e decodificato da chi lo guarda, può dare dignità, credibilità, soprattutto interesse per gli altri ecc. Assumendo ogni volta un’interpretazione differente, perché  sempre avverrà una suddivisione – ammesso che chi guarda sappia vedere, e nel mio paradosso lo do per scontato – dell’autore raffigurato senza che vengano invasi feudi o vite altrui. Per vanità, per alienazione o per il falso anche involontario che c’è sempre in una ricostruzione mnemonica. Continua a leggere

Franco Buffoni

 

 

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FRANCO BUFFONI FOTOGRAFATO DA DINO IGNANI

AUTORITRATTO
Da un’idea di Luigia Sorrentino
A cura di Fabrizio Fantoni
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Poesia come vita

Non soltanto in Jucci (Mondadori 2014), ma in tutta la mia scrittura poetica i luoghi hanno avuto una funzione essenziale. Ricordo quell’immagine da Il profilo del Rosa (Mondadori, 2000) dove – bambino – sogno di allungare il mio corpo dal Monte Rosa al Po in una sorta di onnipotenza gulliveriana. Ho sempre fatto leva, tuttavia, anche sul potenziale simbolico- evocativo delle parole che uso. Se il “Rosa” – per chi come me è nato e cresciuto sulle colline moreniche che ne costituiscono le prime pendici – non può che essere il monte il cui profilo si staglia all’orizzonte con le sue caratteristiche cime (Gnifetti, Zumstein, Nordend, Dufour), crescendo – e nel libro è di questo che sostanzialmente parlo – il rosa diventa anche il colore dell’esclusione, della persecuzione, dell’omofobia. Continua a leggere

Fabio Ciriachi

 

fabio_ciriachi(Fabio Ciriachi, fotografato da Dino Ignani)

Da un’idea di Luigia Sorrentino
A cura di Fabrizio Fantoni
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Autoritratto, di Fabio Ciriachi

Sono una persona stanca. La maschera comincia a cedere, le fessure si allargano, l’identità sta per mostrarsi, e questo non è un bene. (“Persona”, dall’etrusco phersu, maschera. “Maschera”, dal preindeuropeo masca, strega. “Strega”, variante popolare del greco strix, uccello notturno… non c’è scampo nell’etimologia). Al buio, il mio sbattere d’ali stenta, perde il volo. Non esistono più sonno e veglia, sogno e realtà, finzione e finzioni. C’è un lento ripassare le immagini predilette, un sereno carezzarle con gli occhi di dentro. Continua a leggere

Elio Pecora

elio_pecora_dino_ignani(Elio Pecora fotografato da Dino Ignani)

Da un’idea di Luigia Sorrentino
a cura di Fabrizio Fantoni

La scrittura, ? Quando sono cominciate e da che? L’ho raccontato più volte a scolaresche curiose, ad amici e lettori insistenti. Certo tutto cominciò dalle poesie imparate a memoria nelle prime classi elementari ( tante e di qualità in quei miei primi anni) e più esattamente dal silenzio e dall’attenzione che si facevano intorno a quelle parole: che sonavano esatte e necessarie, come in uno spartito musicale. (E il canto di mia madre era già per me ebbrezza e malinconia: un canto insieme avvolgente e misterioso. ) Continua a leggere

Carlo Bordini

BORDINIDa un’idea di Luigia Sorrentino

A cura di Fabrizio Fantoni

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Sono nato nel 1938, alla vigilia della seconda guerra mondiale e della catastrofe dell’Italia. Mio padre era un generale dell’aeronautica con simpatie e nostalgie fasciste. Mi ha terrorizzato e l’ho sempre odiato in silenzio. Per questa ragione ho sempre inconsciamente identificato con mio padre tutto ciò che sapesse anche lontanamente di autorità, e quindi anche tutte le istituzioni. Quando sono stato costretto ad adattarmi ad esse, l’ho fatto con una freddezza piena di disprezzo.

Sono sempre stato un ribelle e anche un timido nello stesso tempo. Dico questo per spiegare perché per me la parola “letteratura” è sempre stata sinonimo di qualcosa di odioso e di disprezzabile. Perché in essa ho sempre sentito la presenza dell’istituzione.
Sempre per questo problema di odio e di timore nei confronti del padre mi sono identificato per lungo tempo con un gruppo trotskista ultraminoritario e anche per questa ragione ho avuto, all’interno della vita letteraria, una tendenza all’isolamento e una preferenza spiccata per situazioni piuttosto marginali. Continua a leggere