Milo De Angelis, “Theme of farewell and After-Poems”

themePubblicato e tradotto da Susan Stewart e Patrizio Ceccagnoli
168 pagine | 5-1 / 2 x 8-1 / 2 | © 2013 University Chicago Press

La presentazione dell’opera si terrà all’Istituto Italiano di cultura di Chicago alle 5pm del 26 maggio​ 2016​. All’incontro sarà presente anche ​Randy Perilos che ha organizzato l’evento.

 

Milo De Angelis, nato nel 1951, è uno dei più importanti poeti italiani viventi. Con questo volume, Susan Stewart e Patrizio Ceccagnoli portano per la prima volta ai lettori inglesi un’edizione con traduzione a fronte del suo lavoro più recente: la sua elegia Tema dell’addio e la successiva raccolta di poesia Quell’andarsene nel buio dei cortili.

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Jürg Halter, “Temiamo la fine della musica”

Jurg_HalterNota di Chiara De Luca

Oltre che poeta, Jürg Halter è anche paroliere, rapper e performer, ha scritto e pubblicato opere a quattro mani e lavorato con numerosi artisti. La musica, il gesto performativo, la contaminazione artistica ed espressiva e la capacità di ascolto dell’altro che la produzione artistica sinergica comportano entrano prepotentemente in ciascuna delle sue poesie, lasciandovi evidenti tracce a livello stilistico e formale. La poesia di Halter è infatti sempre studiata e calibrata con precisione in ogni suo singolo aspetto: dal ritmo – asciutto e regolare, scandito e deciso – alle scelte lessicali, sempre accorte e pertinenti. La lingua dei suoi versi sembra avere sempre come sottostante presupposto la recitazione orale. Essa cerca infatti di conseguire la massima comunicatività possibile, evitando l’eccessiva letterarietà e l’astrazione, servendosi di parole quotidiane e di uso comune, facendo talvolta il verso alla poesia stessa in quanto proiezione narcisistica di sé. Continua a leggere

Cesare Viviani, “Osare dire”

cesare_vivianiCom’è, come sarà vivere senza ricevere aiuto, senza favori, protezioni, senza materne associazioni, anche quando la febbre sale, anche quando il fiume straripa e travolge il riparo, orto e baracca. Sarà come vive il resto della natura, vicino ai predatori e senza paura. Continua a leggere

Sauro Damiani, “Nodi”

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La coscienza della frammentazione del mondo è uno dei tratti caratteristici della sensibilità moderna. È da qui che bisogna partire per articolare un discorso che sia comprensibile all’uomo di oggi. Ma non possiamo fermarci qui. Nodi è la visione, o – se si vuole – l’annuncio e la profezia di un futuro in cui le “sparse membra” della realtà, individuale, storica e cosmica, trovino un ordine e un centro: un futuro che germina già nell’oggi. Perciò in Nodi vengono strettamente intrecciati scienza e filosofia (e teologia), Oriente e Occidente, presente e passato, mito e storia, umano e non umano, poesia e prosa ecc. La figura fondamentale del libro è quella di Enea, che fugge da Troia in fiamme portando sulle spalle il padre (per questo ho tradotto liberamente il noto episodio dell’Eneide). È un richiamo all’assunzione di responsabilità nei confronti dei più deboli, tema oggi di drammatica attualità. Ma la responsabilità non esaurisce l’umano. L’uomo ha anche bisogno vitale di bellezza. Ecco dunque annodarsi al tema della responsabilità quelli della festa, del riso, della danza, della comunione intorno alla tavola, su cui brillano pane e vino. Alla varietà dei temi corrisponde in Nodi la varietà dei metri, che tuttavia si coagulano intorno ad alcune strutture fondamentali. Sullo sfondo narrativo di base assumono rilievo le poesie più strettamente liriche, in modo da configurare un paesaggio poetico che cerca di dare conto della inesauribile varietà e ricchezza del reale, nel suo splendore e nelle sue tenebre.

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Andrea Gruccia, “Capelvenere”

 

gruccia_4Nota di Antonio Bux

Andrea Gruccia, esordiente autore torinese, ci regala, con questo suo libro primo intitolato Capelvenere (che è il nome comune di una pianta legata da sempre al mito delle ninfe delle acque) una sorta di “dispensa” botanica/sessuale, alternando prose poetiche e poesie prosastiche in un gioco a specchi dove ha risalto una fantasia prenatale, intessuta in un corollario femminile come a formare un quadro auto fiorente, spesso volutamente dissacrante, ma vicino ad una retorica della passione, qui intesa come disfacimento rigenerativo. Continua a leggere