Seamus Heaney, “Traversare l’inverno”

Seamus Heaney © Tutti i diritti riservati / photo by Luigia Sorrentino, Roma, Casa delle Letterature, 7 maggio 2013

ANTEPRIMA EDITORIALE

Dopo Janet Frame è il turno di Seamus Heaney, poeta irlandese, premio Nobel per la letteratura nel 1995. Curato e tradotto da Marco Sonzogni, in Traversare l’inverno Heaney ci consegna un’opera perfettamente riassunta dalla motivazione del Premio Nobel assegnatogli nel 1995: “un lavoro di lirica bellezza ed etica profondità che esalta i miracoli quotidiani quanto il vivente passato”.

SERENADES

The Irish nightingale
is a sedge-warbler,
a little bird with a big voice
kicking up a racket all night.

Not what you’d expect
from the musical nation.
I haven’t even heard one —
nor an owl, for that matter.

My serenades have been
the broken voice of a crow
in a draught or a dream,
the wheeze of bats

or the ack-ack
of the tramp corncrake
lost in a no man’s land
between combines and chemicals.

So fill the bottles, love,
leave them inside their cots.
And if they do wake us, well,
so would the sedge-warbler.

SERENATE

L’usignolo irlandese
è il forapaglie,
un uccellino dalla voce forte
che fa un gran chiasso tutta la notte.

Non ciò che ti aspetteresti
dalla nazione musicale.
Non l’ho neanche mai sentito —
e un gufo nemmeno, se è per quello.

Le mie serenate sono state
la voce spezzata di un corvo
in un vento leggero o in un sogno,
il sibilo dei pipistrelli

o la mitragliata
del re di quaglie vagabondo
perso in una terra di nessuno
fra trebbiatrici e sostanze chimiche.

Perciò riempi i biberon, amore,
lasciali dentro le loro culle,
e se ci svegliano, be’,
farebbe altrettanto il forasiepi. Continua a leggere

Marina Cvetaeva, “Sette Poemi” nella traduzione di Paola Ferretti

Marina Cvetaeva

LA LINGUA FEBBRILE DI MARINA CVETAEVA

COMMENTO DI LUIGIA SORRENTINO

I Sette Poemi scritti da Marina Cvetaeva fra il 1924 e il 1926 tentano di tracciare una Storia, quella di Marina, durante la prima fase dell’emigrazione. I poemi scelti, Sette su Ventuno, disegnano il mondo interiore della poetessa con una lingua febbrile, eretta, tramata da premonizioni.

OGNI PAROLA DETTA COME SE FOSSE L’ULTIMA 

Marina Cvetaeva ha descritto la poesia lirica come una linea tratteggiata, fatta di lacune bianche che mozzano il fiato, in cui manca l’aria e si mima la morte. 

Ecco che qui, l’inconfondibile voce di Marina si espande nella linea tratteggiata che va  nella direzione dell’assoluto, un assoluto costretto, fra estasi e indignazione, come respiro sincopato “coacervo di ferite“.

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Parmenide, nella lettura di Cagnone

 copertina del libro

ANTEPRIMA EDITORIALE – Parmenide e la modernità –

Dopo TORNARE ALTROVE (2015), CAMMINA MARE (2016) e INGENUITAS (2017) tutti pubblicati da La Finestra editrice, Nanni Cagnone esce con lo stesso editore con PARMENIDE REMASTERED (2019).
Il libro, che vi mostriamo in anteprima, è  di difficile classificazione, come spiega lo stesso autore in una breve nota qui sotto. Pensato e ripensato alla maniera di Cagnone. Continua a leggere

“Scrivi sempre a mezzanotte”

Virginia Woolf

«Sono ridotta a una cosa che desidera Virginia. Stanotte avevo composto per te una lettera bellissima, nelle ore insonni, piene di incubi, ma è tutta sparita: mi manchi e basta, in un modo piuttosto semplice, disperato, umano. Mi manchi più di quanto potessi credere; ed ero preparata a sentire la tua mancanza, parecchio. Così, in verità, questa lettera è solo un grido di dolore».
Vita Sackville-West a Virginia Woolf

«Creatura carissima, era molto molto bella la lettera che hai scritto alla luce delle stelle a mezzanotte. Scrivi sempre a quell’ora, perché il tuo cuore ha bisogno del chiaro di luna per liquefarsi. Da qualche parte ho visto una pallina che continuava a saltare su e giù sul getto di una fontana: tu sei la fontana, io la pallina. È una sensazione che mi dai solo tu».
Virginia Woolf a Vita Sackville-West

Il volume raccoglie oltre un centinaio di lettere, le più significative, di questa storia, che culminerà per Virginia nella scrittura di Orlando: la biografia di un essere meraviglioso che vive per quattro secoli passando da un sesso all’altro, e che ha le fattezze della bella Sackville-West, è un omaggio a lei, un tentativo di rendere eterna una relazione minacciata dalle tante avventure di cui Vita non riesce a fare a meno. Con gli anni, la passione travolgente si trasforma in amicizia profonda.

Vita Sackville-West e Virginia Woolf

Vita sarà sempre l’«adorata creatura» di Virginia, l’amazzone dalle gambe lunghe e affusolate che attraversa a grandi falcate le strade del mondo. Allo stesso tempo, Vita non lascerà mai la sua amata, la riempirà di regali e attenzioni, e sarà proprio lei l’unica persona – oltre a Leonard e alla sorella Vanessa – a cui Virginia consentirà di avvicinarsi nei momenti più cupi delle sue malattie.

Il loro amore, scrive Nadia Fusini nel suo saggio, «si tramuta in gelosia e in abbandono e trapassa in tradimento e in rimpianto, ma non finisce mai. Le due donne si incontrano, si separano, si scrivono, smettono di scriversi, riprendono a scriversi, e sempre la tenerezza, l’amicizia, la nostalgia riemergono, e tornano la luce e l’incanto». Continuano a cercarsi e a incontrarsi, fino alla fine: «con ogni probabilità, fecero ancora l’amore. Si abbracciarono, si baciarono ancora. E forse così, abbracciando Vita, Virginia tornò a sentire di abitare nel cuore dell’esistenza, e si sentì di nuovo in contatto con la vita, mentre si stava ormai allontanando nel mondo dell’irreale». Due scrittrici, due donne indipendenti, un grande amore. Queste lettere raccontano una storia la cui forza risplende ancora oggi, sfidando i canoni e il conformismo. Continua a leggere

Fabio Izzo, “Consigli dalla Punk Caverna”

Fabio Izzo

SINOSSI

Nel Salento, dove la gente preferisce ascoltare le previsioni del tempo piuttosto che il proprio vicino, troviamo il protagonista di questa insolita storia di disamore, cioè Heyjoe, cantante e chitarrista del locale gruppo punk chiamato White Rubbish (Spazzatura bianca), animato da una insana passione per i libri e deluso dal sogno infranto di poter diventare un giorno amministratore di condominio ( in una terra dove i condomini non abbondano di certo.). Il giovane punk si ritrova faccia a faccia con la peggiore delusione amorosa che potesse mai capitargli: cioè quella di essere mollato dalla propria donna andata a cercare fortuna e occasioni migliori nella lontana Milano.

Così tra mille espedienti, come il contrabbando di rari e preziosi numeri dell’Uomo Ragno delle Edizioni Corno, e tanta, tantissima music  Heyjoe e la sua scalcinata punk band (formata assieme gli amici di sempre cioè lo il Spino, Ruscio e Pripri, personaggi che imparerete presto ad amare) si ritrovano, volenti o nolenti, l’occasione per dare una svolta alle proprie vite: peccato che non si tratti del concerto che dei punk duri e puri come loro hanno sempre sognato! Continua a leggere