Fabrizio Lombardo,”Coordinate per la crudeltà”

Fabrizio Lombardo

Scrivo il falso – spesso – e svendo le parole
mischiando vergogna e vita vera con la sintassi
della menzogna. Non chiamarlo progetto di poetica
geometria binaria, o gioco d’ombre. Serve più coraggio
a vivere i pochi gesti possibili/ quelli rimasti.
Qualche respiro preso in prestito. La notte, nelle case.

*

Sei la terra e la morte. E forse è il nostro tempo
questo disfare/ e trattenere poi tutto
in una mano. Le case tra gli alberi
tratteggiano una linea dietro la collina.
Sono un margine qualunque d’esistenza
e basterà la prima nebbia oggi, o il fumo
delle fabbriche, a cancellarle.

*

Una natura come questa spaventa. Ci sposta
in un angolo del paesaggio. Siamo la firma.
Le due lettere in basso tra scogliera e cielo. Continua a leggere

Jolanda Insana, “Frammenti di un oratorio”

Jolanda Insana, credits ph Dino Ignani

.

accurrìti accurrìti gente
me figghia me figghia
portate una scala
me figghia
’na scala ’na scala
pigghiate me figghia
accurrìti accurrìti
u focu u focu
sa mancia
viva
a fini du munnu
a fini da so vita
viniti curriti
’na scala
tièniti tièniti
figlia

***

scanto
scanto grande
e mascelle serrate
narici aperte per assecondare il respiro
strette le chiappe per darsi un contegno
molli le gambe nel sobbollimento
di terra e mare
e gli occhi aggrottati
nel boato
finita
è finita la vita
ma riprende a fiatare
disserra la bocca
si tocca la testa
con due dita si carezza le guance e trema
non sa cosa c’è dietro la porta
di lì è passata la morte

***

impazzirono
e avevano sete
e non avevano acqua
e nudi correvano
alle finestre senza vetri
al balcone franato
con gli occhi insanguinati
in pianto Continua a leggere

Tre poesie di Abigail Ardelle Zammit

Abigail Ardelle Zammit

Sculpting the Girl with a Bee Dress *

One is not born, but rather becomes, a woman
–Simone de Beauvoir

Before her nipples blush
into stone buds,
he casts bees in wax
so her eyes are abuzz
with wings in flight,
her larval tongue
steaming pink and red.

Next, he hems her ovaries
into honeycombs,
graces her hands into
a hymn of flowers,
pins her forehead
inside a halo of sky.

He’d let her slumber
in honey and song
expecting no battle cry
in B sharp, nor the frenzy
of the swarm, the insect fury
that might kill him.

*Ispirato da Maggy Taylor, ‘Girl with a Bee Dress’

Pubblicato per la prima volta in ‘Bracken Magazine’
https://www.brackenmagazine.com/issue-vii/zammit-sculpting-the-girl-with-a-bee-dress

Scolpire la ragazza col vestito di api

Donna non si nasce, si diventa
Simone de Beauvoir

Prima che i capezzoli avvampino
in fioriture di pietra,
lui getta le api nella cera,
così gli occhi di lei sono
un pullulare di ali in volo,
la sua lingua di larva
un’effusione di rosa e di rossi.

Ripartisce
le ovaie in favi,
raffina le mani
in un inno di fiori,
appunta la fronte a
un alone di cielo.

La lascerebbe assopire
in miele e canto,
non si aspetta grida di guerra
in Si diesis, o la frenesia
dello sciame, la furia dell’insetto
che lo potrebbe uccidere. Continua a leggere

Bartolo Cattafi (1922 – 1979)

Alle porte del Sud róse dal mare
agavi e capre bivaccano covando
il sangue fatto polvere nei secoli
vecchio odore immobile del mondo.

Mezzogiorno su razze dolorose
favola sbarcata come un padre
lamento della sete dei cammelli
ogni ulivo è per te una bandiera
ogni cuore l’arancia ritrovata
ogni donna la cavalla cavalcata.

Colmate le chiese d’incenso e di gridi
come battelli di spezie e di limoni
fanciulle atroci sull’antica schiena
affogano cantando il grosso sesso
uccello starnazzante rosso e nero
in un bagno mordace d’acquasanta.

Caldo corpo di favola e fuga
tinnante del frumento dalle pietre
Scirocco spada di Dio in processione
rosa in mano alle grige famiglie
nuvola e sonno maturo sopra i tetti. Continua a leggere

Quante parole non ci sono più

Tributo a Mario Benedetti
di Luigia Sorrentino

«Povera umana gloria
quali parole abbiamo ancora per noi?»

da Umana gloria, MARIO BENEDETTI

 

E’ già passato un mese. Il 27 marzo 2020 è morto l’amico e poeta Mario Benedetti. Eravamo in piena epidemia,  chiusi nelle case, per difenderci dal nemico invisibile.

Subito dopo la notizia della scomparsa di Mario, su mia iniziativa, con la collaborazione di Fabrizio Fantoni, a partire dal 27 marzo 2020, abbiamo invitato diversi poeti famosi, giovani poeti e critici militanti, a inviare al blog, ricordi, testimonianze o articoli per rendere Tributo a Mario Benedetti.

La mia intenzione era quella di innescare una militanza poetica sulla figura e sulla poesia di Mario Benedetti poeta italiano, morto con il covid-19, in un tempo in cui tutto il pianeta si è fermato proprio a causa del diffondersi dell’epidemia.

L’auspicio, quindi,  era di fermare l’attenzione dei nostri lettori, pubblicando uno o due post al giorno per ricordare per 31 giorni (un mese)  la poesia di uno dei maggiori poeti del nostro tempo. Certo è che di lui non sentivamo più parlare dal settembre 2014, e cioè dal giorno in cui Mario fu colpito da arresto cardiaco con ipossia cerebrale che aveva compromesso, in gran parte, le sue capacità cognitive.

Mi è sembrato doveroso, pertanto,  offrire il  tributo  del blog poesia a un  importante poeta contemporaneo, uno dei migliori della sua generazione, noto e apprezzato da molti, fino a sei anni fa. Purtroppo  di Mario Benedetti non se ne parlava più da tempo.  Era caduto nel silenzio assordante dell’isolamento e della malattia.

Eppure Mario era vivo, ancor vivo, e amato dagli amici di sempre che non hanno mai smesso di fargli visita nella residenza di Piadena, vicino Cremona, nella quale Mario, in precarie condizioni di salute, era ricoverato e assistito.

Fra le tante persone che abbiamo invitato a scrivere di Mario, o su Mario, come detto prima, poeti noti, giovani poeti e critici militanti. Alcuni di essi conoscevano bene la poesia di Benedetti, altri meno, altri ancora, avevano letto solo qualche suo libro, molti non l’avevano mai incontrato di persona, o solo di sfuggita.

Comprendendo nell’elenco me stessa, sono 35 i poeti e i critici che hanno deciso di partecipare all’iniziativa, che si snoda, giorno dopo giorno, a partire dal 27 marzo, come un libro. Uno fra loro ha tenuto a precisare: “Commemorare la scomparsa di un poeta è più facile per chi lo ha conosciuto bene e di persona, mentre per valutarne l’opera non è detto che ciò sia necessariamente un vantaggio.” Continua a leggere