Il 22 gennaio 2017 si terrà il terzo appuntamento alla Biblioteca “S. Zavatti” di Civitanova Marche alle 16.45: Umberto Piersanti, uno dei poeti più importanti nel panorama nazionale, incontra Luigia Sorrentino che parlerà delle sue ultime opere di poesia, Olimpia (Interlinea, 2013; Recours au Poéme Editeur, 2015, (traduzione in francese di Angèle Paoli) Inizio e Fine (Edizioni de La collana Stampa 2009, 2016) collezione di poesia diretta da Maurizio Cucchi e Figure de l’eau/Figura dell’acqua, su inchiostri e acquerelli di Caroline François-Rubino, traduzione in francese di Angèle Paoli. Il libro uscirà in primavera con le edizioni Al-Manar di Alain Gorius (Paris, 2017) e sarà presentato alla 35 esima Marché de la Poésie che si terrà da mercoledì 7 a domenica 11 giugno (place Saint-Sulpice – Paris 6e).
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Gianluca Fùrnari, la rivelazione poetica del 2016
di Luigia Sorrentino
Carmina vel caelo possunt deducere lunam – I canti possono trarre giù dal cielo la luna. – E’ il verso tratto da Le Bucoliche di Virgilio e posto in epigrafe a Vangelo Elementare di Gianluca Fùrnari (Raffaelli Editore, 2015): ciò che non è concesso all’uomo può farlo la poesia. Il canto del poeta è capace di generare un’energia fenomenica superiore, e, con quella forza attiva, compiere la realtà, trasformarla, per poi trovare in essa piena corrispondenza. I Carmina ai quali fa riferimento Fùrnari, conservano nell’etimo l’antico significato di incantesimi, sorgenti di illusioni, rituali, capaci di riunire, mettere insieme, una forza reale, tangibile, che supera l’immaginabile. I Carmina sono un’azione collettiva molto più forte di quella compiuta da un uomo solo: “Eravamo invincibili nel canto/ come rivolta, noi dominavamo/ la forza formidabile dei nomi”. Continua a leggere
Il muto stupore del viaggiatore
“Ma i veri viaggiatori partono per partire;/ cuori leggeri, s’allontanano come palloni,/ al loro destino mai cercano di sfuggire, /e, senza sapere perchè, sempre dicono: Andiamo!”
In questi celebri versi Charles Baudelaire delinea la figura del viaggiatore come colui che lascia la propria terra spinto, esclusivamente, dal desiderio di partire nella consapevolezza che il viaggio non è fuga o evasione dalla vita, ma esperienza nuova caratterizzata da leggerezza ed imprevedibilità.
Una figura non dissimile di viaggiatore si rintraccia nella nuova raccolta poetica di Carlo Valtorta intitolata “Diario settentrionale” ( La Collana Stampa, 2016). Al centro del libro l’idea del “viaggio” intesa non come conseguenza di un’ insanabile rottura con la realtà caotica ed alienante -come si riscontra in tanta letteratura italiana del ventesimo secolo- bensì quale mezzo per acuire la percezione del mondo e, soprattutto, ampliare la nostra immaginazione. Continua a leggere
D’Alfonso: “Occorre imparare a essere generosi con il poeta moderno. Non è più la lingua nella quale scrive che lo definisce, ma la lingua che egli rifiuta di parlare”
È un piccolo libretto ma denso di interessanti considerazioni questo breve saggio di Antonio D’Alfonso sul “plurilinguismo”. Lo scrittore e saggista canadese di origine italiana descrive bene come nel continente americano si traduca poco delle letterature di altri paesi e quando si traduce non si dà importanza a quei prodotti (a meno che non siano prodotti che l’industria culturale vuole/deve promuovere). Mentre la traduzione Continua a leggere
L’urlo dei colori sopra il bianco
Somiglia più all’urlo di un animale (Italic, 2014) di Alessio Alessandrini è una poesia del dolore, del mondo che duole dentro di noi, pesante e bello e che non riusciamo più a sopportare. Leggere questa poesia è come camminare sui percorsi del proprio inconscio, rosso e buio, avvolto in un assordante silenzio. L’autore ci costringe a tornare nella terra che abbiamo abbandonato anni fa – la terra dove le cose coincidono con se stessi – quella terra che, purtroppo, abbiamo sostituito con delle mezze verità. E questo ritorno forzato verso quello che c’era e non c’è più, fa male, fa male leggerlo ma fa anche venire la voglia di ritrovare la propria terra perduta.
Alessandrini organizza il suo libro in diversi cicli, tre dei quali principali, sottodivisi in varie entità tematiche. Il primo ciclo, “Meteorologie”, oscilla tra la meteorologia esterna e quella emotiva, e in entrambi casi quello che prevale è l’inverno e la solitudine desolata della neve: Continua a leggere