Alda Merini, “Un’anima indocile”

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E’ un petalo la tua memoria
che si adagia sil cuore
e lo sconvolge.
Addio, come ogni sera,
oltre le fratture c’è un cadavere
eretto di discorso,
sembra un frammento di un’eutanasia,
ma tu mi uccidi come sempre, amore,
e riapri i miei eterni giacimenti.
I sepolcri del Foscolo, gli addii
di certe mani che non sono sepolte
ed emergono futili dal nulla
a chiedere giustizia di parole.

Alda Merini Un’anima indocile, Edizioni La vita Felice, 1996

In scena il “Manfred” di Byron

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Una grande sfida rimettere in scena il “Manfred”. Ne fu grandissimo interprete, come molti di voi ricorderanno, Carmelo Bene. La sua fu una interpretazione impareggiabile. Lo potete rivedere nel video qui sopra.

Proprio il “Manfred” è la prima rappresentazione del ciclo “L’Amore in Occidente” che L’Alt(r)o Teatro mette in scena a Caserta il 24 e il 25 febbraio alle ore 21 in via Ruggiero 93 presso “L’Altro Teatro”. Interpreti Michela De Lucia, Angelo Formichella, Saverio Gallo, Giovanni Gallo; musiche e voci fuori campo Donato Cutolo; tecnici luci audio video Andrea Mastrangelo, Emilio Merola; costumi Sartoria “Mani di Fata”; regia di Giovanni Gallo. Continua a leggere

In memoria di te, Paul Celan – Volkstrauertag –

In memoria di te, Paul Celan
a cura di Luigia Sorrentino

Le vittime della Shoah furono circa 6 milioni. Fra esse, dovremmo includere un nome, o un non-nome, se preferite: Paul Celan.

Tutta la sua esistenza, incarnò strenuamente l’immane tragedia dello sterminio che  transfuse in sé  e nella poesia al punto da  annullarsi totalmente come persona. L’epilogo di Celan fu il suicidio.  Con quell’atto finale il poeta testimoniò la sua personale vergogna: l’aver  scritto da esule, (viveva in Francia) nella sua lingua-madre, il tedesco, (la lingua-madre degli aguzzini nazisti.)

La sua vita quotidiana si svolse in francese,  “a fronte” dei propri testi scritti in tedesco. Lo sguardo di Paul Celan non si distolse mai dal “Gegenuber” (qualcosa a fronte), che Celan identificò nella Memoria. 

Epilogo. La traduzione del dolore
di Camilla Miglio

Paul Celan ha tradotto, o meglio traslitterato il proprio nome dal tedesco al rumeno. Da Antschel a Ancel. Lo ha poi ripetuto a testa in giù. Cel-An: può suonare rumeno, francese, comunque straniero a orecchie tedesche. La ripetizione del nome, lo pseudo-nome diventa la sua persona nell’interessante accezione latina ricordata da MarKo Pajevic: da per-sonare, risuonare attraverso. Continua a leggere

Chiara Gamberale, ‘L’amore quando c’era’

Anteprima editoriale
a cura di Luigia Sorrentino


Dal 5 gennaio 2012 in tutte le librerie “L’AMORE QUANDO C’ERA” (Mondadori, 10,00 euro) il nuovo racconto di Chiara Gamberale.

Chiara Gamberale è nata nel 1977 a Roma, dove vive.
Ha scritto “Una vita sottile” (Marsilio, 1999), “Color Lucciola”  (Marsilio, 2001), “Arrivano i pagliacci” (Bompiani, 2003) ” La zona cieca” (Bombiani, 2008, Premio Selezione Campiello), “Una passione sinistra” (Bompiani, 2009), “Le luci nelle case degli altri”, (Mondadori, 2011). Continua a leggere

Pavese a Bianca Garufi, “vorrei essere la mano che ti protegge”

“Vorrei essere almeno la mano che ti protegge – una cosa che non ho mai saputo fare con nessuno e con te invece mi è naturale come il respiro”. Così Cesare Pavese si rivolge, in una lettera del 21 ottobre 1945, a Bianca Garufi, la futura scrittrice che all’epoca lavorava nella sede romana della casa editrice Einaudi, di cui lo scrittore e poeta piemontese era consulente.

E sempre a Bianca, amore non del tutto corrisposto, Pavese in quell’autunno postbellico scriveva ancora: “Tu sei veramente una fiamma che scalda ma bisogna proteggere dal vento. A volte non so se un mio gesto tende a scaldarmi o a proteggerti. Anzi allora m’immagino di fare le due cose insieme e questa è tutta la mia e la tua tenerezza come una cosa sola”.

Si intitola “Una bellissima coppia discorde” il volume che per la prima volta raccoglie integralmente il carteggio tra Cesare Pavese e Bianca Garufi (1945-1950), curato da Mariarosa Masoero e pubblicato da Olschki Editore editore (pagine 166, euro 20). L’importanza di questo volume consiste, oltre che nel valore letterario e documentario delle lettere stesse, nel fatto che si tratta della prima corrispondenza di Pavese con una donna a vedere la luce.
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