Nello scaffale
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“Ma come si fa a non prendere e stringre mani fino a sentir male, guardare fino a far lacrimare gli occhi, come si fa a vivere così, sapendo.
Sapendo che possiamo celebrare finalmente insieme la diaspora dal nostro egoismo, fare una cosa sola, o anche due, e così scendere dal calvario di una vita che intanto ci inchioda a esser soli, sordi, ciechi e scontenti.
L’ottimismo e voler resistere al male, comunque.”
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Mariapia Veladiano crede nelle parole che fanno la differenza. Le sceglie per noi, ce le affida. Affinché queste parole possano essere nostre compagne. Il libro è quasi un dizionario dei sentimenti. In esso ci sono il bene e il male che si confrontano, si osservano, si sfidano, come in questa piccola prosa che ho scelto per voi, che ha per titolo “Tenerezza”. Ha a che vedere con gli abbracci, quelli che fanno la differenza e che mancano, mancano ovunque, quando si è piccoli, ma anche quando si è adulti.
Proviamo ad ascoltare queste parole. Continua a leggere
Tag Archives: Bene
“Fragilità del bene”, di Loredana Magazzeni
Una nota su “Fragilità del bene” di Loredana Magazzeni
di Nadia Agustoni
Un percorso che è apprendimento del quotidiano quello di Loredana Magazzeni, che con “Fragilità del bene” Smasher 2012 ci dà il senso di un’aderenza a parole che ci riportano alla materia di cui la vita si sostiene. Lontanissima dalla vanità dei distruttori, Magazzeni crede invece nel gesto che ripara, gesto sommamente femminile se lo pensiamo come cura materna, se pensiamo all’arte medica, ed è un esempio, le cose sono più complesse. La poesia di Loredana Magazzeni ha la franchezza di chi esplora confini, già lo dimostrava la sua precedente raccolta “Volevo essere Jeanne Hébutern” uscita per Le voci della luna 2012, ma in questi testi, pubblicati ora ma scritti tra il 1998 e il 2004, vi è una meditazione sull’oscuro in cui si avverte che né l’io né il noi sono certezza, ma restano campo aperto, domanda. Continua a leggere
“Benedette foto!” Carmelo Bene visto da Claudio Abate
Appuntamento
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Al PALAZZO DELLE ESPOSIZIONI di Roma (Via Nazionale, 194) è in corso la mostra fotografica “Benedette foto! Carmelo Bene visto da Claudio Abate” (fino al 3 febbraio 2013).
Il titolo dell’esposizione riprende una frase scritta da Carmelo Bene nella sua autobiografia ricordando lo spettacolo Cristo 63 per il quale venne accusato di oltraggio e scagionato grazie alle fotografie di Claudio Abate. Nel decimo anniversario della scomparsa di Carmelo Bene, il Palazzo delle Esposizioni ha inteso valorizzare l’ingente archivio delle fotografie di Claudio Abate dedicate al grande artefice del teatro italiano contemporaneo. Continua a leggere
Emanuele Severino, “Il destino dell’essere”
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“Più volte ho insistito sul carattere tecnico della parola ars è l’arte che costituisce il rimedio; la radice ar- allude sempre al carattere di strumento salvifico; però la bellezza appartiene alla categoria del rimedio, l’ultimo rifugio della natura, è tutto ciò che resta dopo che la stessa civiltà della tecnica avrà fallito.”
Emanuele Severino “Del Bello” (Mimesis edizioni, 2011)
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L’ Università Ca’Foscari di Venezia ‘Dipartimento di Filosofia e Beni Culturali’ Percorsi dell’Ontologia: Linguaggio, Socialità e forme della Politica, Coordinatore scientifico nazionale prof. Luigi Ruggiu, presenta: Convegno di studi IL DESTINO DELL’ESSERE Dialogo con (e intorno al pensiero di) Emanuele Severino.
29-30 maggio 2012 Aula Magna Silvio Trentin – Ca’ Dolfin Dorsoduro 3825/e – Venezia. Continua a leggere
“Tutto è bene quel che finisce bene”
Nella commedia “Tutto è bene quel che finisce bene” di William Shakespeare (1564-1616) è stato rintracciato “il Dna stilistico” di Thomas Middleton (1580-1627), drammaturgo inglese tra i più celebri dell’età elisabettiana. A scoprire il co-autore del testo shakespeariano ispirato alla novella di Giovanni Boccaccio “Giletta di Narbona”, presente nel “Decameron”, è stata una ricerca condotta da un gruppo di studiosi dell’Università di Oxford, guidato dalla professoressa Laurie Maguire.
Secondo un’analisi scientifica del vocabolario, dello stile e della grammatica è emersa nella commedia “la presenza rilevante” del “mondo letterario di Middleton”, ha spiegato la professoressa Emma Smith della Facoltà di Letteratura inglese della Oxford University. “Il quadro che è emerso dalla ricerca mostra che tra Shakespeare e Middleton ci fu molto di più di una semplice collaborazione”, ha dichiarato Maguire. Continua a leggere