Umberto Fiori

Fioriph
Nota di Claudio Damiani

UMBERTO FIORI

Come per Beppe Salvia, anche per Umberto Fiori il superamento del post-moderno si attua attraverso un ritorno alla lingua, nel senso di un ritorno alla chiarezza e alla limpidezza, che è una fede nuova nelle cose e nella possibilità di dirle, scoperta dell’esistere, quella “vita nuda” di cui si parlò in merito all’esperienza della rivista romana Braci, ma mentre per il lucano-romano ciò implica una ripresa della lingua poetica della tradizione, o comunque un riferimento ad essa, questo è appunto quello che il ligure-milanese Fiori non fa: tornare alla lingua è per lui anzitutto tornare all’atto della nominazione come scoperta meravigliata, nuda, dell’esistere della cosa. Il movente della poesia di Fiori è questa continua nascita del senso dal nonsenso, della grammatica e della logica dal caos, come un evento naturale, qualcosa che ci succede e ci fonda, ci salva, e ci investe anche di una responsabilità immensa, un lavoro enorme che ci aspetta. Continua a leggere

“Poeti da riscoprire”, Beppe Salvia

Beppe-Salvia
Progetto editoriale ideato e curato da
Fabrizio Fantoni
con la collaborazione di
Luigia Sorrentino

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Beppe Salvia

di Claudio Damiani

 

Beppe Salvia[1] opera, nella seconda metà degli anni settanta, un rinnovamento della nostra poesia, un cambiamento di rotta che sarà poi gravido di conseguenze.  Vorrei partire da una breve prosa poetica uscita nel primo numero di Braci, del 1980, intitolata Il lume accanto allo scrittoio, dove nella forma apparentemente banale di un editoriale, è annunciata questa rivoluzione: Continua a leggere

Stanze contemporanee

Programma Poesia
Un ciclo di incontri sulla poesia di Giovanna Sicari, Amelia Rosselli, Lorenzo Calogero e Beppe Salvia, si terranno a Roma, alla Biblioteca Nazionale Centrale.  

Nell’immagine, il programma completo.

Primo appuntamento: giovedì 15 maggio 2014 alle 17.00. Parleranno della poesia di GIOVANNA SICARI, BIANCAMARIA FRABOTTA e ELIO PECORA.

Biblioteca Nazionale Centrale di Roma
Viale Castro Pretorio, 10.

“Poeti da riscoprire”, Nadia Campana

Nadia Campana 2[1]

Progetto editoriale ideato e curato da Fabrizio Fantoni con la collaborazione di Luigia Sorrentino
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Gabriella Sica ci fa dono di due dei suoi scritti su Nadia Campana (il primo del 2004 e il secondo del 2014, inedito)  e di una foto inedita di Nadia Campana. Più sotto, un’altra foto inedita di Nadia Campana per gentile concessione di Milo De Angelis.

Nadia Campana e il respiro 1

di Gabriella Sica

Nadia Campana era nata l’11 ottobre del 1954 a Cesena, nell’oscillante e instabile equilibrio della Bilancia. Anche lei, dunque, aveva trascorso l’infanzia nella campagna povera e umana degli anni Cinquanta, portandone sempre e segretamente l’inconfondibile impronta. Le piaceva ascoltare i rumori della natura, camminare lungo il fiume, insegnare ai bambini. “Vengo dalle campagne romagnole”, aveva scritto, come mi dice l’amica Maria Pia Quintavalla, in una lettera milanese, non credetemi una donna moderna o una diva. Si firmava infatti Nadia, più secco e letterario, e non Nadiella, come pare fosse il suo nome all’anagrafe e in famiglia, con quelle doppie finali troppo confidenziali. Continua a leggere