Enzo Golino, “Dentro la letteratura”

“Gli storici dovrebbero tener conto dei documenti letterari per ricostruire il senso e le vicende di un’epoca”. Parola di Enzo Golino, che con questo spirito ha affrontato la stesura del suo ‘Dentro la letteratura, Ventuno scrittori parlano di scuola, natura, operai, lingua e dialetto, storia’, edito da Bompiani nel 2011, (€ 9,90).

Critico militante tra i più noti, dal 1972 al 1974 l’autore ha intervistato Giorgio Bassani, Lalla Romano, Lucio Mastronardi, Domenico Rea sulla scuola; Alberto Moravia, Luigi Malerba, Raffaele La Capria, Attilio Bertolucci sulla natura.

Ancora, Carlo Bernari, Romano Bilenchi, Vasco Pratolini, Ottiero Ottieri, Paolo Volponi, Nanni Balestrini sul lavoro operaio; Pier Paolo Pasolini, Tullio De Mauro, Carlo Cassola, Ignazio Buttitta, Umberto Eco sulla lingua e il dialetto; Franco Fortini, Arrigo Benedetti, Alberto Moravia sulla storia.

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Umberto Eco, “Boatos estivi”

“Boatos estivi”. Umberto Eco liquida così le notizie di stampa che hanno parlato di una riscrittura, semplificata ad uso di un pubblico giovane e poco colto, di “Il nome della rosa”. ” Ma le pare che uno che ha scritto un libro che ha avuto e continua ad avere una notevole fortuna vada a riscriverlo?”, aggiunge Eco, in un’intervista pubblicata da ‘la Repubblica’, commentando che “siamo in estate, i giornali devono pur scrivere qualcosa , anche per non fare sempre pensare i lettori alla crisi economica…”.

La nuova edizione del romanzo è comunque in arrivo e ‘la bagarre’ sulla presunta riscrittura, nasce dalla comunicazione in merito della casa editrice che parlava dell’impegno di Eco “per renderlo più accessibile ai nuovi lettori”. Per lo scrittore è un’espressione curiosa che forse voleva suggerire ai librai che una nuova edizione avrebbe attirato l’attenzione di nuovi lettori”, da leggere comunque alla luce dell’esplicito passaggio che recitava: “Non lo ha riscritto come hanno fatto altri autori”. Continua a leggere

“Il nome della rosa”, a settembre in vendita la nuova versione

Trenta anni e dopo averne vendute più di trenta milioni di copie, Umberto Eco aggiorna il linguaggio de “Il nome della rosa”, il romanzo inserito dal quotidiano francese “Le Monde” tra i 100 libri più rappresentativi del XX secolo. Umberto Eco ha sentito il bisogno di rivedere il suo primo romanzo per sveltirne certi passaggi e rinfrescare il linguaggio.

Non lo ha riscritto come hanno fatto altri autori (ad esempio Alberto Arbasino con il suo”Fratelli d’Italia”), ha solo pensato di renderlo più accessibile ai nuovi lettori degli anni Duemila, in particolare ai giovani abituati fin da piccoli alle tecnologie digitali. Continua a leggere