“Olimpia”, di Luigia Sorrentino

di Fabrizio Fantoni
Roma, 10 febbraio 2013

Milo De Angelis nella prefazione di “Olimpia” (Interlinea 2013), afferma: “Scrivendo Olimpia, Luigia Sorrentino scrive il libro della sua vita. Olimpia punta all’essenza, tocca in profondità le grandi questioni dell’origine e della morte, dell’umano e del sacro, del nostro incontro con i millenni. Ha uno sguardo lungimirante: sguardo ampio, prospettico, a volo d’aquila. Ma ha anche improvvisi affondi nella fiamma del verso.”[…] E aggiunge: […] “I tempi s’intrecciano, entrano in un’epopea dove tutto è così nostro da diventare remoto, tutto è così perduto da diventare presente. Olimpia riesce a esprimere questo tempo assoluto, e lo fa in modo mirabile, con architetture possenti ma anche con i guizzi fulminei della vera poesia. Tempo assoluto che contiene ogni tempo.” Un’opera della maturità, sottintende il poeta scrivendo: “Olimpia punta all’essenza, tocca in profondità le grandi origini della vita e della morte.”
Chi è per te Olimpia?

 

Olimpia” è l’incontro con un luogo, con un’essenza femminile, con una città, con una condizione, la condizione umana. Nel libro non vi è più nulla della città, forse non c’è più nemmeno l’umano, ma soltanto il riverbero di una voce che arriva da lontano. Tutto è irrimediabilmente sparito, raso al suolo, forse proprio per questo De Angelis scrive che “Olimpia” esprime un tempo assoluto, cioè un tempo che contiene ogni tempo. Tutto è già accaduto, è dietro di noi, ma anche davanti a noi, racchiuso in uno spazio circolare. La poesia è lì, in un’essenza viva, nitida, pulsante, è una voce che chiama a sé i suoi figli e li accresce, “in tutto ciò che siamo stati” e facendo questo percorso a ritroso nel tempo, tocca le grandi origini della vita e della morte. Continua a leggere

Antonella Anedda, “Salva con nome”

Nello scaffale “Salva con nome”, di Antonella Anedda
a cura (e di) Luigia Sorrentino
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Le poesie contenute nella nuova raccolta di versi di Antonella Anedda “Salva con nome” Mondadori 2012, (euro 16,00) provocano un’abrasione, una scottatura che brucia sulla pelle viva. Una materia umana – troppo umana – è contenuta nello spazio di questo libro, uno dei più intensi e maturi della sua produzione poetica.
Se qualcuno chiedesse a chi scrive di dare una definizione lapidaria a “Salva con nome” direi “questo è un libro sulla morte”, ma sarebbe una definizione sommaria, sbrigativa, detta per spaventare e togliermi di torno l’interlocutore e per rimanere sola con il segreto di questo libro. Perché quando la poesia raggiunge un livello di consapevolezza così alto, diventa materia pericolosa da gestire per i non addetti ai lavori. E allora provocherei volontariamente l’allontanamento del lettore comune dalla poesia di Antonella Anedda. Continua a leggere

Günter Grass, apocalisse Europa

Una nuova provocazione arriva dallo scrittore tedesco e premio Nobel per la Letteratura nel 1999  Günter Grass, che ha pubblicato sulla Sueddeutsche Zeitung una nuova poesia dedicata alla crisi in Grecia e intitolata ‘Il disonore dell’Europa’.
Grass, 84 anni, condanna duramente il trattamento riservato dall’Europa ad Atene. Descrive la Grecia come ‘un Paese condannato alla povertà, prossimo al caos totale, ‘perché il mercato ne ha bisogno’, scrive Grass, ‘il Paese culla dell’Europa’, aggiunge lo scrittore, ora viene ‘rottamato’ e messo alla gogna nudo come un ‘debitore’.
Lo scrittore fa poi riferimento a Hölderlin ‘che portava la divisa nello zaino’ e ad Antigone ‘vestita a lutto’. Poi, rivolgendosi all’Europa scrive: “Deperirai priva di spirito, oh Europa, senza il Paese il cui spirito ti ha concepito”. Circa due mesi fa, il 4 aprile, lo scrittore aveva pubblicato un’altra poesia, ‘Was gesagt werden muss’ – ‘Ciò che deve essere detto’ -in cui criticava Israele per le sue posizioni sulla possibilità di un attacco all’Iran, definendo lo Stato ebraico una minaccia “alla gia fragile pace mondiale”. La pubblicazione del testo aveva sollevato polemiche e critiche. Qui sotto, in tedesco, il testo della poesia di Günter Grass. Continua a leggere

Hölderlin e il ritmo armonico del vivente

Ciò che più di tutto affascina Hölderlin è il ritmo armonico del vivente, che procede per opposizioni e unificazioni irrisolte. Divenire consapevole di questa alternanza, farla propria, tradurla in linguaggio metaforico è compito del poeta, il cui impulso creatore percorre una traiettoria eccentrica, in cui si alternano momenti di estrema naturalità a momenti di massima idealità. Ma affinché il vivente possa compiutamente manifestarsi nella poesia, è necessario il pensiero filosofico, che può scoprire e isolare quelle leggi calcolabili a cui il poeta deve piegarsi con libera scelta.

Scritti di estetica, di Friedrich Hölderlin, Editore SE (euro 23,00), a cura di Riccardo Ruschi

Nella copertina del libro Friedrich Hölderlin in un pastello di Franz Hiemer, del 1792

 

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Giorgio Vigolo, l’eremita di Roma

Altre scritture
a cura di Luigia Sorrentino

Pubblico con molto piacere la recensione di Fabrizio Fantoni al saggio  di Magda Vigilante su Giorgio Vigolo, L’eremita di Roma, Fermenti 2010 (€ 16,00). 
Un saggio importante  perchè Vigolo è uno dei rari autori del Novecento che, come scrive Fantoni, hanno dato alla cultura italiana un apporto rilevante.  Giorgio Vigolo, poeta, narratore, ma anche critico musicale e traduttore ha, inoltre, il grandissimo merito di aver scoperto e tradotto per la prima volta nella nostra lingua uno dei più importanti poeti di tutti i tempi: Friedrich Hölderlin.

 

                                                                             

                                                  di Fabrizio Fantoni

«Sono pochi gli autori del Novecento che hanno dato alla cultura italiana un apporto tanto rilevante quanto quello di Giorgio Vigolo. Poeta, saggista, musicologo, traduttore di autori stranieri – tra i quali Hoffmann e Holderlin – instancabile studioso del Belli – di cui curò nel 1952 la prima e ancora insuperata edizione critica dei Sonetti – Vigolo, nella sua lunga vita, svolse un’attività poliedrica e multiculturale di primo piano che, tuttavia, ancora oggi, a distanza di quasi trent’anni dalla sua morte, stenta ad ottenere il riconoscimento che gli spetta. Continua a leggere