Paolo Di Paolo, “Tempo senza scelte”

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Un uomo «sempre presente a se stesso, sempre domatore, che non s’arresta di fronte a nulla», capace di agire con coscienza e di non arrendersi alle allucinazioni collettive. A questo tipo morale si riferiva il «giovane prodigioso» Piero Gobetti, in lotta con il suo tempo. Per esplorare lo spazio della scelta, del dubbio etico, della costruzione di sé come individui, questo libro interroga storie di esseri umani di fronte a un bivio. Giovani temerari nella realtà e nel mito, figure della filosofia e della grande letteratura alle prese con decisioni radicali, estremiste, e soprattutto durevoli. Dagli interrogativi di Kierkegaard al «no» perentorio di un personaggio di Melville, da un Benjamin pressato dall’orologio della Storia a un Calvino in cerca di una strada coerente, il corpo a corpo con la propria identità appare senza uscita. E oggi? L’identità «allargata» e «aggiornabile» si traduce in un desiderio di vivere su piú fronti insieme, perché scegliere davvero comporterebbe rischi e rinunce. Ma forse in ogni tempo c’è una via piú difficile e impervia, per arrivare a essere, come voleva Gobetti, «sé stessi dappertutto».

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Paolo Di Paolo (1983) è autore dei romanzi Dove eravate tutti (2011, Premio Mondello), Mandami tanta vita (2013, finalista al Premio Strega, vincitore del Premio Salerno Libro d’Europa e del Premio Fiesole) e Una storia quasi solo d’amore (2016). Per Einaudi ha pubblicato Tempo senza scelte (Vele, 2016).

Biancamaria Frabotta compie 70 anni

biancamaria_frabotta_dinoignaniBIANCAMARIA FRABOTTA NELLA FOTO DI DINO IGNANI

In occasione del settantesimo compleanno di Biancamaria Frabotta, sabato 11 giugno 2016, a partire dalle 18:00, a Roma, presso Empiria, Paolo Di Paolo presenta “RISATELLE” (ed. Empiria, 2016) di BIANCAMARIA FRABOTTA & BRUNELLO TIROZZI. Il libro è stato realizzato con i Collages originali di Bruno Conte.
Alla chitarra Simone Nebbia. Continua a leggere

Paolo Di Paolo, “Una storia quasi solo d’amore”

Paolo Di Paolodi Guido Monti

Javier Cercas uno degli scrittori più rilevanti nel panorama europeo contemporaneo nel suo ultimo saggio dal titolo “Il punto cieco” rivendica al testo narrativo un imperativo categorico, un dovere, che poi forse è sempre stato consustanziale al suo Dna otto-novecentesco ma che poi è andato mano mano perdendo ed è quello appunto di tornare ad indagare tutto ciò che riguarda l’umano anche attraverso lo strumento essenziale dell’ironia. La scrittura se vuole avere una serietà d’intenti e di ricerca non può esser dice Cercas “solo puro intrattenimento” ma deve divenire “strumento di indagine esistenziale”. Ecco Paolo Di Paolo anche in questo suo ultimo romanzo, Una storia quasi solo d’amore (Feltrinelli, pp 171, euro 15), sembra proprio che si misuri con le idee del narratore spagnolo e cioè persegua una letteratura che ricerchi quel “punto cieco” cioè a dire quella forma di interrogazione totale, assoluta, da consegnare intatta attraverso le pagine all’intelligenza ed elaborazione del lettore. Continua a leggere