Beppe Sebaste, “Come un cinghiale in una macchia d’inchiostro”

Poesia scritta sulla carta del pane

spiaggia, un sabato
molto tranquillo di aprile,
aria & luce,
africa e alpi, mare
allegro, calmo, brillante,
palme, fragranza –
sfilano scie bianche nel cielo azzurro
e contemporaneamente
granelli di sabbia
tra le dita di mio figlio
poi
ci guardiamo
silenziosamente
un istante
– aria, luce, il profilo di Montemarcello,
il mare che luccica, il bianco
delle case bianche di Viareggio,
bianco come Tel Aviv…
i volti, in paradiso,
non hanno più bisogno
di espressioni Continua a leggere

Mariano Bàino, “Prova d’inchiostro e altri sonetti”

Mariano Bàino

 

senza titolo


per la mia mente è davvero incredibile
che tutto venga dopo quel falotico
mondo del mercato. ma non starò

qui nel momento a smidollare gli alibi
di chi voleva raddrizzare i torti
– alibi nostri, certo, che nell’urto

dell’accaduto – quasi la pezzuola
sulla piaga di uno morto male –
hanno scolato subito. ma pare
che nel silenzio ancora il ringhio sale

della cagna-poesia. al capitale
– qualcuno ha detto – può restare in gola
l’osso senza carne della parola
(avesse l’osso forma di pistola). Continua a leggere

In memoria di Joëlle Gardes

Joëlle Gardes

 

di Tommaso Di Dio

Dedicate alla memoria della poetessa, studiosa e traduttrice Joëlle Gardes, da poco scomparsa, si presentano qui tre poesie, nella lingua francese e italiana.

Dopo aver generosamente tradotto il mio libro Tua e di tutti per Recours au Poème, Joëlle era da tempo impegnata insieme a Jean-Charles Vegliante nella traduzione dell’opera del comune amico Mario Benedetti. Fin da subito, capii che la traduzione per lei non aveva un semplice significato letterario, ma era – e non poteva che essere – una concretissima e affettuosa pratica di conoscenza: un modo di abbracciare ciò che la sorte ha posto lontano.
Per questo, noi suoi amici vogliamo salutarla con quello stesso gesto che le era caro: traducendo insieme una sua poesia inedita e traducendo reciprocamente le nostre due, dedicate a lei. In questo scambio di lingue, in questo lavoro o travaille, ognuno fa proprio, per un momento, quella comunione con la pura lingua dell’intraducibile che ogni poeta non può non tenere a mente; e Joëlle in questo – e non solo in questo – era ed è stata la più fine poeta. Continua a leggere

Claudio Pozzani, “Spalancati spazi” Poesie 1995-2016

Claudio Pozzani Credits Ph. Dino Ignani

A MIA MADRE

Ti ho visto in faccia in quella stanza
io sporco di sangue e muco
tu stravolta e curiosa
Ho tentato di dirti che non ero sicuro
di voler restare fuori di te
ma le parole che avevo in testa
nella mia bocca si impastavano male
Avevo appena imparato che tutta la vita
sarebbe stata ipocrisia e paradosso
ti avevo appena fatta soffrire
ti avevo fatta sanguinare
eppure ero io a piangere e tu a sorridermi Continua a leggere