MIDNIGHT MAGAZINE incontra ARGO e la POESIA DEL NOSTRO TEMPO

Nasce il nuovo portale italiano di poesia contemporanea

Nel 2018, grazie all’impegno della rivista “Argo”, la redazione di “Poesia del nostro tempo” trova come compagno di viaggio il nucleo di redattori di ” Midnight Magazine”. Nasce una nuova esperienza della Poesia, naviga sul nuovo sito https://poesiadelnostrotempo.it/

Più di 200 redattori specializzati, 12.000 iscritti al gruppo Facebook, 40.000 visualizzazioni giornaliere complessive: questi sono alcuni dei numeri della neonata collaborazione tra le riviste Argo e Midnight Magazine nel blog Poesia del nostro tempo. Le due testate, unite, daranno vita a uno dei più importanti portali di poesia contemporanea in Italia.

Recentemente, dopo gli anni della crisi, molti piccoli e medi editori, nonché le grandi case editrici che hanno fatto la storia del Novecento, stanno rilanciando i loro cataloghi con opere di poesia, pescando anche nuovi autori dal mondo dei social media, dai recenti format teatrali come il poetry slam e continuando contestualmente a puntare su quegli autori che si sono sempre attestati per il livello altissimo della loro produzione poetica. Continua a leggere

La poesia di Mario Benedetti

Venerdì 23 Marzo
Perugia, Umbrò, Via S. Ercolano 2 (Sala Muro Etrusco)

La poesia di Mario Benedetti
Dialoghi e letture

ore 15:00
Stefano Dal Bianco, Roberto Cescon, Tommaso Di Dio, Stefano Giovannuzzi

ore 16:30
Maria Borio, Francesco Brancati, Simone Buratti, Clausia Crocco, Alessandro Mantovani, Giuseppe Nibali, Damiano Scaramella, Riccardo Socci

ore 18:30
READING POETICO

(Mario Benedetti “Tutte le poesie”, a cura di Stefano Dal Bianco, Antonio Riccardi, Gian Mario Villalta, (Garzanti, Milano 2017)

In memoria di Joëlle Gardes

Joëlle Gardes

 

di Tommaso Di Dio

Dedicate alla memoria della poetessa, studiosa e traduttrice Joëlle Gardes, da poco scomparsa, si presentano qui tre poesie, nella lingua francese e italiana.

Dopo aver generosamente tradotto il mio libro Tua e di tutti per Recours au Poème, Joëlle era da tempo impegnata insieme a Jean-Charles Vegliante nella traduzione dell’opera del comune amico Mario Benedetti. Fin da subito, capii che la traduzione per lei non aveva un semplice significato letterario, ma era – e non poteva che essere – una concretissima e affettuosa pratica di conoscenza: un modo di abbracciare ciò che la sorte ha posto lontano.
Per questo, noi suoi amici vogliamo salutarla con quello stesso gesto che le era caro: traducendo insieme una sua poesia inedita e traducendo reciprocamente le nostre due, dedicate a lei. In questo scambio di lingue, in questo lavoro o travaille, ognuno fa proprio, per un momento, quella comunione con la pura lingua dell’intraducibile che ogni poeta non può non tenere a mente; e Joëlle in questo – e non solo in questo – era ed è stata la più fine poeta. Continua a leggere

Domenico Brancale, “Per diverse ragioni”

Domenico Brancale, foto © Heloise Faure

di Tommaso di Dio

Ogni libro di poesia è uno scrigno. E certi scrigni – quelli che intendono nascondere i tesori più preziosi – si aprono soltanto se giriamo contemporaneamente due chiavi. Serve un doppio movimento, congiunto e contemporaneo, affinché la luce ritrovi lo spazio dove brillare. Fra le migliaia di parole possibili, ecco le due chiavi che ho trovato sepolte per entrare nel libro di Brancale.

La prima è un suo verso: «che tutto è infinito sul punto di finire». La seconda è una parola, che in questo libro torna spesso. Una parola che non è una parola, ma è un’azione, un verbo-parola, che richiama e rimanda all’origine stessa della poesia (che appunto è un fare, non una parola nel senso decrepito e tipografico moderno). La parola è respiro. Da qui, da questa duplice porta bisogna partire per entrare nel mondo della poesia di Brancale. Il respiro. Fermiamoci un momento per capire, cosa è il respiro. Esso è l’infinito mondo altrove altro da me, che mi nutre, nutre le mie cellule e mi attraversa; un infinito che però prende coscienza di sé soltanto nel respiro che finisce, che sfinisce, che bisogna sempre sfinire: non finire mai di finire. Soltanto chi finisce, chi ha il coraggio di sostare fra l’inspirazione e la espirazione, conosce il mistero dell’inizio. E questo alto insegnamento Brancale non lo dimentica. Continua a leggere

Paolo Maccari, “Fermate”

di Tommaso Di Dio

Un amico caro, che conosce bene la poesia e sa le sue contemporanee e plurime direzioni, qualche mese fa mi consigliò questo libro: Paolo Maccari, “Fermate”, Elliot Edizioni. Dissi: «Non conosco l’autore, non l’ho mai letto». Mea culpa, come sempre in poesia. Eppure proprio così – ragiono e provo a discolparmi – oggi e forse da tempo, proprio così si propagano i migliori libri di poesia: per contatto, per contagio. Coloro che sono stati appestati dalla bellezza di un libro non possono che fare altro che propagare il morbo, di lettore in lettore. Chi ha incontrato un libro così non può fare a meno di dirlo, di darlo, di spartirlo. E io, giunto in una radura del tempo, in uno di quei spazi minimi e porosi che i lettori di poesia conoscono essere necessari per poter farsi intridere da un libro scritto in versi, infine apro e leggo le pagine di “Fermate” di Paolo Maccari; e spero davvero che questa peste si sparga.

Continua a leggere