Addio a Lou Reed

Appuntamento
_
Se n’è andato davvero questa volta, uno dei più grandi rocker degli ultimi cinquant’anni, dato per morto tante volte e poi puntualmente risorto… ma questa volta davvero non ce l’ha fatta: ora, può andare davvero sul lato “selvaggio”, l’ignoto come cantava in un brano che diventerà manifesto di una generazione “Walk on the Wild Side” : Lou Reed è morto a 71 anni, secondo quanto è rimbalzato inizialmente dai siti americani per poi diffondersi viralmente in tutto il mondo. L’eroe dei Velvet Underground aveva subito un trapianto al fegato nel maggio scorso. Ne ha dato notizia la rivista Rolling Stones.

Nato da una famiglia di origine ebraica, Lewis Allan Reed, questo il suo vero nome, era noto a Brooklyn il, 2 marzo 1942. Artista multiforme è stato cantautore, musicista, poeta e attore. La sua infanzia non fu affatto facile. Nel 1956, ancora adolescente, Reed venne sottoposto ad una terapia di elettroshock che avrebbe dovuto curare la sua bisessualità, all’epoca considerato un disturbo psichiatrico. Esperienza su cui nel 1974 scrisse la canzone “Kill Your Sons”. Continua a leggere

Daniele Piccini, “Inizio fine”

Letture

Recensione di Paolo Lagazzi

Inizio fine, la nuova raccolta di versi di Daniele Piccini, è un libro misterioso e difficile, lampeggiante di pathos e ombra. Dire che si tratta di un’opera concepita per testimoniare come “nei tempi di povertà si ricoprono / di cenere le sostanze”, mentre il mondo “smotta” e la mente “barcolla”, non è ancora nulla. Se da una parte si srotola per mostrarci forme dell’amarezza e del dubbio, pieghe del tormento o della solitudine – quella solitudine che incide la carne degli uomini e degli animali come la sostanza fiammante delle stelle -, dall’altra il testo di Piccini si arrotola, si avviluppa o s’increspa per tentare contrappunti, per intarsiare linee altre di senso, per scavare cunicoli segreti, per inspirare il vento aspro delle domande estreme in attesa di soffiarlo su noi con la forza utopica dell’angoscia. Cosa comincia, cosa finisce in ogni attimo di quella realtà divina o di quella ferita enorme che è la vita? Qual è il nostro vero compito, saper capire quando è “il Continua a leggere

Steven Patrick Morrissey, Autobiography

NEWS

Sbaragliando la concorrenza di altri sei editori italiani, Mondadori si è aggiudicata i diritti della pubblicazione nei primi mesi del 2014 dell’ambitissima traduzione italiana di Autobiography, l’autobiografia ufficiale dell’ex leader degli Smiths, Steven Patrick Morrissey, a cui il mito del rock ha lavorato per circa dieci anni.

Un libro che in Inghilterra è già diventato un bestseller: pubblicato nella celebre collana Penguin Classics, ha venduto, a una sola settimana dall’uscita, 37.000 copie, attestandosi come la più venduta autobiografia di un musicista nella prima settimana dalla pubblicazione. Continua a leggere

Lidia Sella, “Eros, il dio lontano”

Letture

“Eros, il dio lontano – Visioni sull’Amore in Occidente”
_
Più che una raccolta di liriche, “Eros, il dio lontano – Visioni sull’Amore in Occidente” di Lidia Sella è un labirinto di immagini luminose, animate da una sotterranea energia fantastica, quasi un flusso di coscienza. La poetessa sembra rivolgersi non a un lettore (sia pure schermato, come accade a tanti autori della poesia contemporanea), ma all’oggetto stesso del testo, vale a dire Eros: è una sorta di dialogo con il dio, il duplice Eros della tradizione mitica dei Greci, il piccolo demone che fa nascere l’amore in ogni anima, ma anche la grande divinità delle cosmogonie orfiche. Continua a leggere

Erminio Alberti, “Malascesa”

Letture

Chi ha conosciuto almeno un poco la cultura siciliana la fiuta immediatamente, la riconosce a naso, nella mischia irriverente di canto e morte che intride la poesia di Erminio Alberti. Alto e basso, luce e buio a improvvisi, la malinconia profonda di un popolo che incatena a dei fili la tragedia degli eroi dei poemi epici e li manovra, riproducendo il clangore lustrale delle armi, ma stavolta ficcate nelle mani di legno di piccoli fantocci pieni d’oro e colore, colmi di ogni evidenza eppure sempre segreti. Impossessati dalla tradizione e impossessati della tradizione. Da queste zone viene questa poesia. Dalle zone dei pupi e dei teatri della Magna Grecia. Cose antichissime tra spini e aranceti: nei toni a volte quasi orali e nei temi della poesia di Alberti riconosciamo infatti il sentimento pervasivo della morte che si rovescia in riso e in leggerezza – ma in una leggerezza sempre tragica, da disincantata alzata di spalle, non di gioia, salvo quando il poeta descrive le apparizioni femminili che gli tagliano la strada – e il loro andarsene immalinconisce: è cessato quel lampo di luce aliena che ci ha toccati come una parvenza di bontà per noi.
(Dalla prefazione di Maria Grazia Calandrone) Continua a leggere