Monthly Archives: aprile 2017
PICCOLA ANTOLOGIA DI POESIE EDITE
“Piccola antologia di poesie edite” è una mia scelta di testi tratti da ventinove libri di poesie che mi sono stati inviati dagli autori stessi o dai loro editori. Non è possibile per me, per motivi di spazio e di tempo, segnalare le uscite di tutti i volumi che quotidianamente arrivano in redazione. La “Piccola antologia di poesie edite” che qui per la prima volta propongo, non motiva la scelta dei testi, né si propone come una valutazione critica degli stessi: è solo un personalissimo ringraziamento rivolto a chi ha pensato di affidare a me il proprio lavoro sulla poesia.
(Luigia Sorrentino)
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Riccardo Duranti, “L’orsacchiotto Carver e altri segreti”
di Nicola d’Ugo
L’orsacchiotto Carver e altri segreti è l’ultimo libro di Riccardo Duranti, poeta, narratore, traduttore, editore e per decenni docente di letteratura inglese alla Sapienza di Roma. Un gusto per le situazioni limite attraversa questa raccolta di racconti, e un gusto per l’avventura e l’ironia della vita. La raccolta comprende due racconti lunghi (delle vere e proprie novelle) e due brevi. Tutti sono caratterizzati dall’intensità tematica e dalla scrittura fluida e precisa, ed è stata per me una vera scoperta questo Duranti narratore, conoscendo il poeta, traduttore e docente. Continua a leggere
Giulio Maffii, “Giusto un tarlo sulla trave”
dalla Postfazione di Bernardo Pacini
Il prolifico poeta toscano ha voluto spalancare una porta, aprire per sé e per gli altri una sua stanza, esplorarla e compitarne gli oggetti fingendo di essere solo, eppure sapendo di dar luogo a uno spettacolo: la scrittura-suppellettile che inganna la vita, la poesia-oggetto che cauterizza gli squarci. Giusto un tarlo sulla trave: la manutenzione della casa-presente, la consapevolezza della sua reale esistenza, del problema da lei significato, prende le mosse da una minaccia risibile: il tarlo che si intravede sulla trave, ovvero un minuscolo insetto che offende la struttura portante del tetto di un luogo abitato da persone che invecchiano e che a quel legno non sopravviveranno. E il poeta sa bene che in fondo non c’è niente da temere, nessuna torma da disinfestare.
[…] Maffii, scrivendo questo libro, ha compiuto un gesto archeologico, un tentativo di indicizzare la memoria, di metterla in relazione con “il tono della voce” e della lingua, seguendo una zona deluminata del subconscio.
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