I poeti dopo il Duemila

Venerdì 10 novembre 2017 alle ore 18:30 al Laboratorio Formentini per l’editoria & Spazio Poesia (Via Formentini 10, Milano) Maurizio Cucchi presenta l’antologia Velocità della Visione, Poeti dopo il Duemila, a cura di Marco Corsi e Alberto Pellegatta, (Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, 2017). Continua a leggere

Giovanna Cristina Vivinetto

Giovanna Cristina Vivinetto

di Daniele Campanari

Giovanna Cristina Vivinetto ha soltanto ventitré anni. Ma a leggere le sue poesie – a leggerle da dentro – pare che a parlare sia una veterana della parola, non una ragazzina che ha fatto del corpo il cambiamento di una vita (non lascia intendere che si tratti di transessualità; transessuale è una parola terribile seppure spesso nominata). È del corpo che parla, appunto, parla il corpo così forte da tracciare una strada chiara, la stessa della sua autrice. ​
Dolore minimo è la raccolta di poesie fin qui inedite (ma ad aprile Interlinea si occuperà della pubblicazione) della giovanissima siracusana che ha fatto di Roma la sua seconda casa, della storica bellezza della Capitale un’ispirazione per i suoi versi. I versi di Giovanna non ammettono errori di interpretazione, sono la conseguenza di un pugno allo stomaco: lo stomaco si restringe, si ritira all’indietro per la sofferenza del colpo, si anima per distanziarsi dal corpo che non è giusto. Se ne è accorta Giovanna, se ne sono accorti i produttori di poesia, e presto se ne accorgeranno i lettori. Quest’ultimi comprenderanno il Dolore minimo ma anche il massimo, il massimo dolore di una ventitreenne rara che ha svuotato il cassetto della scrittura sostituendo l’interno con la pelle mai appartenuta. Con la nuova epidermide, invece, scrive versi potenti che sono una ferita che si apre in verticale, esattamente dal punto dello stomaco. Continua a leggere

Czesław Miłosz

di Fabio Izzo

Czesław Miłosz descrive la condizione divisa dell’individuo all’interno di un regime totalitario, attribuendone la libertà di pensiero e parola ad una pratica eretica, il ketman, che basa i suoi principi sulla dissimulazione, sulla perfetta comprensione e conversione dei meccanismi di censura in cui viene applicata.

Nell’inverno del 1948-49 un funzionario polacco, navigando in un fiume della Pennsylvania in canoa, prima del tramonto, stava in attesa della comparsa dei castori, animali in via di estinzione in Europa. Allo stesso modo si mise a contemplare la scomparsa del suo mondo, il mondo dell’essenza e dell’eterna verità, considerando la sconfitta del governo stalinista dove si formò culturalmente. Così deciderà poi di lasciare il partito. Scriverà in seguito: “stare in America voleva dire scegliere la vita al suo livello biologico.

Quest’ uomo fu anche un poeta conosciuto con il nome Czesław Miłosz e descrisse la sua esperienza in “Natura”…In America,
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Giulia Rusconi, “Linoleum”

Giulia Rusconi ph credits Daniele Perrone

“Linoleum” si muove tra i muri di un ospedale, tra pazienti e infermieri, relazioni e gesti che si ripetono giorno dopo giorno. Le cose in corsia sono esattamente quel che sono: il camice è la divisa di lavoro, non una visione salvifica; lo xanax un medicinale, non la pastiglia per la felicità. Rusconi affronta di petto l’ovvietà e la banalità del quotidiano, rinuncia alle sovrastrutture, portando l’attenzione sull’emergente, su chi ci sta davanti. Ogni verso di Linoleum porta in sé qualcosa di essenziale, di tenacemente vivo sotto le macerie dei corpi.

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