Domenico Brancale, “Per diverse ragioni”

Domenico Brancale, foto © Heloise Faure

di Tommaso di Dio

Ogni libro di poesia è uno scrigno. E certi scrigni – quelli che intendono nascondere i tesori più preziosi – si aprono soltanto se giriamo contemporaneamente due chiavi. Serve un doppio movimento, congiunto e contemporaneo, affinché la luce ritrovi lo spazio dove brillare. Fra le migliaia di parole possibili, ecco le due chiavi che ho trovato sepolte per entrare nel libro di Brancale.

La prima è un suo verso: «che tutto è infinito sul punto di finire». La seconda è una parola, che in questo libro torna spesso. Una parola che non è una parola, ma è un’azione, un verbo-parola, che richiama e rimanda all’origine stessa della poesia (che appunto è un fare, non una parola nel senso decrepito e tipografico moderno). La parola è respiro. Da qui, da questa duplice porta bisogna partire per entrare nel mondo della poesia di Brancale. Il respiro. Fermiamoci un momento per capire, cosa è il respiro. Esso è l’infinito mondo altrove altro da me, che mi nutre, nutre le mie cellule e mi attraversa; un infinito che però prende coscienza di sé soltanto nel respiro che finisce, che sfinisce, che bisogna sempre sfinire: non finire mai di finire. Soltanto chi finisce, chi ha il coraggio di sostare fra l’inspirazione e la espirazione, conosce il mistero dell’inizio. E questo alto insegnamento Brancale non lo dimentica. Continua a leggere

Nerina Toci, “L’immagine è l’unico ricordo che ho”

In uscita il 9 novembre 2017 in tutte le librerie “L’immagine è l’unico ricordo che ho“, il primo libro fotografico di Nerina Toci con la prefazione di Letizia Battaglia.
Un intenso libro fotografico in cui la fotografa Nerina Toci esplora la sua immagine che diviene soggetto dei suoi scatti. La fotografia è il pretesto per indagare dentro se stessa, immortalandosi in spazi interni, spesso spogli, e in mezzo alla natura, e mostrando i soggetti con i quali ha un rapporto empatico.


Gli scatti di Nerina mostrano se stessa in una nudità contemplata e in un solitario abbandono. Immagini romantiche e decadenti, drammi dicibili e indicibili, eterni in ogni istante. La donna ride, si dispera e a volte piange, cercando le fattezze di un volto ritrovato e, dissimulando, imbroglia lo sguardo per poi catturarlo, mostrandosi nella sua violata identità. Continua a leggere

Alessandro Bellasio, “Nel tempo e nell’urto”, Premio Poesia Città di Fiumicino 2017 OPERA PRIMA

Alessandro Bellasio, con “Nel tempo e nell’urto” ha vinto il Premio Poesia Città di Fiumicino 2017 per l’OPERA PRIMA. Qui Alessandro è fotografato da Luigia Sorrentino durante un momento della premiazione (28 ottobre 2017)

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Contro una soglia buia
saremo reclamati
da una voce antecedente

inchiodati
a un silenzio che scava

nemmeno noi capaci
di pensare la morte che siamo

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