La poesia di Chandra Livia Candiani

Chandra Livia Candiani

Tu, prossimo o lontano, proprio tu

COMMENTO DI LUIGIA SORRENTINO

La poesia di Chandra Livia Candiani  è diretta, rapida, come una freccia. Non indugia nella traiettoria che compie per arrivare al bersaglio. La sua voce irrompe dal silenzio della stanza, una cosa viva, che colpisce con estrema precisione, al centro, penetrando uno spazio interiore e profondo che appartiene a ognuno di noi.  Ascoltando e leggendo le sue poesie si ha la sensazione che a prendere la parola sia una bambina che però ha la sapienza di una vecchia. Una bambina che ha la consapevolezza che qualcuno le ha fatto del male quando le ha rubato l’infanzia.  Eppure Chandra ha nascosto di quella età – forse in fondo a un cassetto, in un baule, in una credenza – lo stupore, la meraviglia, l’urlo della bambina. A volte c’è proprio il grido nei suoi versi, così come altre volte,  c’è una parola sussurrata all’orecchio complice di chi vuole finalmente ascoltare.

 

ESTRATTI

“Nel mondo ci sono i suoni.”
Ah sì?
E qualcosa li accoglie
e li abbandona?
Vie di mare,
perdute e abissali.
L’universo non ha un centro,
ma per abbracciarsi si fa così:
ci si avvicina lentamente
eppure senza motivo apparente,
poi allargando le braccia,
si mostra il disarmo delle ali,
e infine si svanisce,
insieme,
nello spazio di carità
tra te
e l’altro.

da: La bambina pugile ovvero La precisione dell’amore, Einaudi, 2014 Continua a leggere

Alle radici dell’ identità

C  O  M  U  N  I  C  A  T  O    S  T  A  M  P  A

Torna anche quest’anno il Festival – organizzato dal Consorzio per il Festival della Memoria di Mirandola, con la collaborazione della casa editrice Einaudi – l’edizione intermedia del Memoria Festival, e dà appuntamento a Mirandola da venerdì 31 maggio a domenica 2 giugno 2019 per incontri, spettacoli e approfondimenti dedicati al tema dell’Identità. A riprova dello stretto legame con il territorio e della predilezione per allestimenti suggestivi che conferiscano nuova vita e significato a luoghi della città già ricchi di storia, tutti gli appuntamenti del Festival si svolgono presso il Parco Piazza Matteotti, già sede della Cassa di Risparmio di Mirandola di piazza Matteotti.

L’identità di ciascuno di noi, come quella di popoli, nazioni e appartenenze, è senza dubbio figlia della memoria: i ricordi individuali, il passato collettivo, le tradizioni di pensiero e dei costumi, i miti fondatori, sono tutti tasselli indispensabili per completarne il mosaico. La formula più concentrata del pro-memoria offre quindi un filo conduttore che filosofi e scienziati, storici e scrittori, giornalisti e critici letterari possono seguire spaziando nel tempo e negli argomenti. Così, dopo l’inaugurazione di venerdì 31 maggio (alle 16.30), si entra nel vivo con un ricordo di Leonardo Sciascia a trent’anni dalla scomparsa, attraverso la testimonianza del suo amico e biografo Matteo Collura in dialogo con Mario Patanè (alle 17) e con lo storico Alberto Melloni e l’arcivescovo di Bologna Matteo Maria Zuppi che riflettono sull’identità religiosa (alle 19), per chiudere in serata con la proiezione, in prima visione assoluta, del film Le monde de Sorrentino (idea di Jean Antoine Gili, regia di Sandra Marti e Emmanuel Barnault; alle 21.30), accompagnata dal dialogo tra lo storico e critico cinematografico Gian Piero Brunetta e il collega francese Jean Antoine Gili. Sabato 1 giugno, il filologo Maurizio Bettini, in dialogo con Ernesto Franco (alle 11), segue le tracce del concetto di “umanità” nella cultura antica, sulla base di ciò che oggi definiamo “diritti umani”, lo psicobiologo Alberto Oliverio e Patrizia Campolongo, docente di Farmacologia all’Università La Sapienza di Roma, sono impegnati ad analizzare il rapporto fra l’io e i ricordi (alle 15), Gian Piero Brunetta dialoga con la regista e sceneggiatrice Francesca Archibugi raccontando al pubblico Il cinema che ho incontrato, amato e vissuto (alle 16.30) e la scrittrice e critica letteraria Nadia Fusini ripercorre, insieme all’antropologo Marino Niola, la storia dell’identità in amore, da Giulietta a Don Giovanni (alle 17.30). La sera, invece, il critico musicale Sandro Cappelletto dialoga con i cantanti, compositori e polistrumentisti siciliani Enzo e Lorenzo Mancuso (alle 19) i quali, a seguire (alle 21.30), invitano il pubblico nella loro isola natale attraverso il concerto Sfrimma (Apri la serratura dell’anima, dille qualcosa), un viaggio musicale fatto di molteplici modulazioni di accenti, cadenze e melismi che risuonano di antiche memorie. Continua a leggere

Il ritorno di “Poesia e destino”

Un libro, POESIA E DESTINO, dopo una lunga assenza, torna nelle librerie italiane con l’assoluta voglia di esserci.

L’autore, Milo De Angelis, ripropone nel 2019 integralmente il volume stampato con Cappelli nel 1982 senza alcun ripensamento. Queste pagine,  spiega Milo De Angelis nella nota introduttiva, “da una parte possiedono qualcosa che mi è rimasto dentro [ …] e dall’altra qualcosa che ho perduto per sempre.

 

POESIA E DESTINO
Nota introduttiva di Milo De Angelis

 

Perché ristampare queste mie vecchie pagine? Perché da una parte possiedono qualcosa che mi è rimasto dentro – intatto, quasi intoccabile dal tempo – e dall’altra qualcosa che ho perduto per sempre. Molti temi di Poesia e destino sono quelli che mi scuotono ancora oggi: la tragedia, l’eroismo, l’adolescenza, il mito, il gesto atletico. Ma il tono è un altro. Il tono è furente, perentorio, imperativo, dà sempre l’impressione di un ultimatum che io pongo a me stesso e a chi mi legge. E’ come se da lì a poco dovesse scaturire una sentenza senza appello, l’ultimo grado di un processo dove si gioca la condanna o la salvezza. E questo tono guerresco circola nel sangue di una sintassi verticale, scoscesa, rapidissima, piena di strappi e impennate, la stessa di Millimetri, per intenderci, che è stato scritto nei medesimi anni. Ora non potrei nemmeno immaginare quella corsa sulle macchine volanti della parola. Me ne sono accorto trascrivendo il libro in un file per necessità editoriali. A volte ero pienamente d’accordo con me stesso, felice di essere rimasto fedele alle grandi passioni giovanili. Ma molto più spesso non capivo, letteralmente, il nesso troppo segreto tra due termini o due affermazioni. Dovevo leggere e rileggere, farmi aiutare dall’insieme della pagina. Continua a leggere

Addio a Gabriella Leto

Gabriella Leto

E’ scomparsa sabato 18 maggio 2019 a 89 anni, la poetessa Gabriella Leto. Nata a Roma nel 1930  Gabriella Leto ha esordito nel 1975 sull’«Almanacco dello Specchio» Mondadori. Nel 1980 aveva preso parte all’antologia einaudiana Nuovi poeti italiani I. Dieci anni dopo, ancora da Einaudi, il suo primo libro: Nostalgia dell’acqua (Premio Viareggio 1991) al quale ha fatto seguito con la stessa casa editrice nel 1997, L’ora insonne. Nel 2003 ha pubblicato, sempre per Einaudi, Aria alle stanze.
Gabriella Leto è stata anche traduttrice di poeti latini. Con Einaudi ha pubblicato le Elegie di Properzio (1970), Le Eroidi (1966) e Gli Amori (1995) di Ovidio.

 

Qui dove all’improvviso
si interrompe il sentiero
per oscuro divieto
non più non mai reciso
langue in nudo pallore
il fiore del narciso
chiuso nel suo segreto
di voluttà e colore.

Da Nostalgia dell’acqua, (1991)

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Fiori, il poeta dalla voce precisa

Umberto Fiori

Coro (da Esempi, 1992)

Ai tavolini del bar
con l’ultima luce
la gente stava al fresco
a dire la sua.
Tutto il discorso in aria
per un attimo
erano solo le voci.

Inventate, sembravano.
Sembravano quelle che un matto
si trova in bocca
quando all’incrocio
grida e risponde
chiede scusa e dà ordini,
tutto da solo.

Lì intorno
non capiscono bene
ma appena sono
davanti a lui che si sbraccia,
subito cercano la faccia di qualcun altro,
e la trovano.
Ecco – così anche ora, con le cose
che ci sono da dire
vorresti dentro
voltarti, trovare la voce:
come all’incrocio
si incontrano i curiosi.
Poi via, come loro.

Stare in un momento
con la voce precisa.

La voce sola, buia, che in un punto
ha più occhi di un coro. Continua a leggere