Giorgio Luzzi, “Troppo tardi per Santiago”

 

LuzziNell’itinerario ormai annoso di Giorgio Luzzi, Troppo tardi per Santiago si segnala come il frutto più maturo di un impegno assiduo e risoluto. Così privo di “ornazione”, o di ornato. Così ricco di fiato.

A circolare dappertutto è un senso di degrado, di disfatta, o meglio: di tradimento. Dell’uomo che tradisce se stesso, la rissa nefanda, la “serva istoria”, i conti che non tornano mai, le crepe, le sconfitte, i nodi, i complotti, tra “mondo pesante” e “inganno del pensante”.

Sono le lacerazioni ecologiche, “il disonore” che “non ha tregua”, i massacri dei migranti, la raccolta schiava dei pomodori, i mercanti del tutto, oro e dignità, i “lugubri carnami”, la striscia di Gaza e l’odio che divide e la “sordida parete”, le “scacchiere di morte”, il “violentàme”.
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Marino Santalucia, “Gli angoli del corpo”

 

MARINO_SANTALUCIA“Iniziai a scrivere 15 anni fa, su consiglio di un’amica, per curare la mia anima tormentata. La necessità ha fatto si, che io riuscissi ad incanalare questo disagio in modo che il malessere nel vivere in questo corpo, che sento stretto, quasi soffocante venisse liberato attraverso la poesia. Scrivo di getto, con la pancia, ed è miele per le mie ferite.”

Marino Santalucia

Se resisto al tramonto del corpo,  

io tradisco

Dalla Prefazione di Antonella Catini Lucente

si apre con un incipit assiomatico, irrefutabile, la silloge poetica di Marino Santalucia. Una certezza, la sua, lasciare che il Tempo compia il suo corso, pena un’imperdonabile ubris, tracotanza estrema che comporta l’ineluttabile oblio dei solchi arati sulla terra, divenuti rughe del viso, delle rigature del “ tronco , adagiato sull’asfalto”, metamorfosi delle membra sfatte dal tempo, della quercia fiera, retta verticale delle vertebre ormai ripiegata su se stessa, dell’interezza di corpo che è divenuto altro da sé. […] Continua a leggere

Giovanni Parentignoti, “Davanti all’uditorio colpa ha parola”

parentignoti“Poesia, ovvero creazione, trasmissione di messaggio; interpretazione come linguaggio del corpo e teatralità; la poesia non è marketing, ma nasce dalle viscere, nasce dal sentire e dal vedere, la demagogica e purtroppo sempre più presente dualità poesia-anima, è la morte della stessa; l’anima cos’è? Cosa c’entra in qualcosa di reale e vero come la poesia? Tanti potranno scrivere piacendo alla moltitudine, ma sin quando non fulminerai con le tue parole almeno una sola persona, allora non sarà poesia ma farneticazione, sfoggio di falsa erudizione, banalità inconcreta e allora è vero… stai scrivendo con l’anima, ma a me della tua anima non interessa nulla, voglio i tuoi sentimenti.”
Giovanni Parentignoti
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Lucio Piccolo & Luigia Sorrentino

Luigia Sorrentino legge da: “Gioco a nascondere” di Lucio Piccolo

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Gioacchino Lanza Tomasi, Lucio Piccolo e suo cugino Giuseppe Tomasi di Lampedusa

Fu Eugenio Montale, com’è noto, il primo poeta a comprendere l’immenso valore della poesia di Lucio Piccolo di Calanovella. Le liriche gli erano pervenute in un’edizione privata, e divennero nel 1956 “I canti barocchi e altre liriche”, raccolta pubblicata da Mondadori con prefazione di Eugenio Montale.

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Gilberto Isella, “Liturgia minore”

 

liturgia_minoreCon “Liturgia minore”, Gilberto Isella prosegue un lungo cammino di ricerca poetica, cominciato ben prima della pubblicazione, nel 1989, di “Vigilie incustodite”. Questa silloge rappresenta il punto di arrivo di un infittirsi, in questi ultimi anni, di pubblicazioni di raccolte e di plaquettes poetiche, che si sono avvalse anche della collaborazione di vari artisti ticinesi. In questa raccolta, costruita come un trittico, l’autore compie una rigorosa indagine sul suo rapporto con il mondo e con la società, come atto propedeutico ad uno scavo intenso della coscienza. Assistiamo a una lotta continua con la parola, con la sintassi dell’ordito frastico, come pure con i ritmi e le sonorità, per consentire alla voce poetica di esprimere e di comunicare situazioni e stati d’animo complessi del mondo interiore dell’individuo.

(Dalla prefazione di Jean-Jacques Marchand) Continua a leggere