Elizabeth Bishop, l’arte di perdere


UN’ARTE

(Traduzione di Damiano Abeni)

Dell’arte di perdere si è facili maestri;
ogni cosa pare così colma dell’intento
d’andar persa, che perderla non è un disastro.

Perdi qualcosa ogni giorno. Accetta l’estro
delle chiavi perse, dell’ora senza sentimento.
Dell’arte di perdere si è facili maestri.

Poi allenati a un perdere ulteriore, un perdere più lesto:
luoghi, nomi, e ogni dove che la mente
voleva visitare. Nulla di ciò sarà un disastro.

Ho perso l’orologio della mamma. Impiastro!
E di tre amate case non ho salvato niente.
Dell’arte di perdere si è facili maestri.

Ho perso due città stupende. E in quel contesto,
diversi regni miei, due fiumi, un continente.
Mi mancano, ma non è stato un disastro.

Perfino nel perderti (il riso nella voce, un gesto
che amo) non avrò mentito. E’ evidente,
dell’arte di perdere non si è difficili maestri
anche se può sembrare (e scrivilo!) un disastro.

[Elizabeth Bishop, One Art, da Nuovi Argomenti n.11, Quinta serie, Luglio-Settembre 2000]

ONE ART

(di Elizabeth Bishop)

The art of losing isn’t hard to master;
so many things seem filled with the intent
to be lost that their loss is no disaster.

Lose something every day. Accept the fluster
of lost door keys, the hour badly spent.
The art of losing isn’t hard to master.

Then practice losing farther, losing faster:
places, and names, and where it was you meant
to travel. None of these will bring disaster.

I lost my mother’s watch. And look! my last, or
next-to-last, of three loved houses went.
The art of losing isn’t hard to master.

I lost two cities, lovely ones. And, vaster,
some realms I owned, two rivers, a continent.
I miss them, but it wasn’t a disaster.

—Even losing you (the joking voice, a gesture
I love) I shan’t have lied. It’s evident
the art of losing’s not too hard to master
though it may look like (Write it!) like disaster.

 

Riflessione su Wisława Szymborska

Wisława Szymborska

di Fabio Izzo

Motivazione del Premio Nobel alla poetessa polacca

Per la poesia che con ironica precisione permette al contesto storico e biologico di venire alla luce in frammenti di realtà umana”.

Era il lontano 1996 quando fu assegnato il Premio Nobel per la Letteratura a Wisława Szymborska. Da quel giorno la dura ortografia del suo nome e del suo cognome ci è diventata decisamente familiare. Per la poesia è stata, ed è importante, in tutte le lingue. Unica come Maradona lo è per il calcio, potente come Eddie Merckx per il ciclismo (giusto per restare in tema di ortografia cannibale), sublime come Mozart per la musica e fondamentale come Marie Curie Skłodowska lo è stata per la chimica e per la fisica. Sempre senza dimenticare che ha rappresentato lo “spirito guardiano” della nazione polacca, come la definì Bronislaw Komorowski, ex presidente della Polonia. Infatti La Szymborka è stata il quinto Nobel polacco per la letteratura e ha seguito Henryk Sienkiewicz, autore di Quo Vadis (1905), Wladyslaw Reymont, autore de “ I contadini” (1924) , mentre nel 1980 il premio andò ad un altro grande poeta polacco, cioè Czesław Miłosz. A tutti loro si può e si deve aggiungere Isaac Bashevis Singer che ha vinto il suo Nobel nel 1978 e si è profondamente occupato di tematiche polacco- ebraiche nelle sue opere. Continua a leggere

Aldo Ferraris, “Parola a me vicina” Poesie 1972-2008

Aldo Ferraris

Descrizione

In questo volume di Aldo Ferraris sono raccolti 36 anni di poesia apparsa in pubblicazioni ormai non più in commercio. L’autore ha iniziato presto a scrivere e ha pubblicato il primo libro a 21 anni, seguendo un percorso di progressiva maturazione e consapevolezza del mezzo linguistico che andava esplorando. Da principio è stata una ricerca spasmodica sul linguaggio, quasi un corpo a corpo, che ha dato esisti controversi e a volte poesie non convincenti, di cui ha voluto comunque documentare la presenza.La completa e consapevole maturazione del linguaggio si è rivelata all’inizio degli Anni Novanta, quando forma e soggetto, significante e significato, si sono finalmente fusi in immagini e termini armonici e comunicativi. Dei primi libri è stata operata una selezione di testi e su diverse poesie l’autore ha introdotto varianti e correzioni. Non ha incluso le poesie degli ultimi tre libri, perché ancora in commercio e legati a diritti d’autore. Continua a leggere

Due poesie di Emilio Capaccio

Emilio Capaccio

Emilio Capaccio è nato a Salerno il 16 maggio del 1976. Si è laureato in Economia e Commercio all’Università degli Studi del Sannio nella città di Benevento. Vive a Milano, dove lavora nel settore della sanità pubblica.  Attualmente cura la rubrica “Il Poeta del Lunedì” sul sito della rivista internazionale di poesia “Iris News” diretta da Chiara De Luca. “Voce del paesaggio” dal quale sono tratte le due poesie qui pubblicate, è uscito con le edizioni Kolibris nel 2016.  Continua a leggere

Alfonso Gatto, Tutte le poesie

Torna in libreria il volume Alfonso Gatto, TUTTE LE POESIE, a cura di Silvio Ramat, (Mondadori, 2017) in una nuova edizione accresciuta e aggiornata che va oltre il “piano dell’opera” da lui stesso concepito e proposto (per la Collana “Lo Specchio” di Mondadori) a partire dal 1966: LA STORIA DELLE VITTIME.

L’opera in versi di Alfonso Gatto, qui riproposta, ha attraversato le avanguardie conservando intatta la vocazione melodista: Gatto è stato infatti un surrealista delicato, legato a quell’intrico di impressioni che gli ha fornito la sua terra; un lirico mirabilmente estroso e sempre in cerca di bellezza; un autore inquieto capace anche di sacrificare le trame suggestive della sua parola a una dimensione di poesia civile. Il suo canto si è nutrito della tradizione e ha saputo conservarla, con naturalezza, all’interno di una sintassi lirica moderna. Questo volume – aggiornato rispetto all’edizione 2005 con le «poesie fiabe rime ballate per i bambini d’ogni età» del Vaporetto (1963), con un gruppo di testi sparsi e una serie di inediti – ci dà modo di ripercorrerne tutto il cammino, e di ritrovare in pieno la freschezza e la singolarità inventiva di un’avventura espressiva tra le più originali del Novecento italiano. Continua a leggere