Claudio Pasi

claudio_pasiA cura di
Luigia Sorrentino
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Nota di Alessandro Fo  

Tutta la lirica di Claudio Pasi è un’articolazione musicale di una profonda pietas. È segnata cioè da un costante e innamorato rispetto di un passato che corre dall’antichità classica al cerchio dei luoghi in cui è cresciuto l’autore. Il ‘narratore onnisciente’ – che però conquista spesso la sua scienza con un paziente lavoro d’archivio su sperdute fonti – guarda a oggetti anche piccoli o storie molto ‘minori’ del passato con una proiezione nostalgica che chiama tutto a nuova vita, in un concerto di melodie per lo più regolate su elegantissimo endecasillabo. Lo si coglie bene in queste ‘fughe’ su ricordi di guerra. Nulla di eclatante sul piano della grande Storia che travolse il Mondo: ma minimi, delicati frammenti di quello stesso mondo travolto, studiati con infinita partecipazione, e consegnati, nel loro breve respiro, alla universale, commossa memoria della poesia.

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A Reggio Emilia, “Vola alta parola”

titos patrikios, maurizio cucchi, guido montiNella foto, Maurizio Cucchi, Titos Patrikios, Guido Monti 

DAL 3 LUGLIO NEL CORTILE DELLA BIBLIOTECA PANIZZI 
QUATTRO SERATE DI POESIA OGNI VENERDÌ DEL MESE DI LUGLIO
 

La rassegna, a cura di Guido Monti, vede protagonisti grandi poeti italiani, che dialogheranno moderati dai critici letterari Roberto Galaverni e Alberto Bertoni.

Titos Patrikios in dialogo con Maurizio Cucchi (3 luglio), Milo De Angelis ed Emilio Rentocchini (10 luglio) in dialogo con Alberto Bertoni, Franco Buffoni e Mario Santagostini (17 luglio), Roberto Mussapi  (24 luglio) in dialogo con Roberto Galaverni .

La grande poesia torna protagonista a Reggio Emilia. Lo fa per il secondo anno consecutivo, forte del successo e della grande partecipazione dell’anno passato, all’interno del cartellone di “Restate”, consolidato e articolato programma di attività ed eventi dedicati a chi resta in città, promosso dal Comune di Reggio Emilia. Continua a leggere

“Nonostante la fine del mondo”

 

serriCiò che Stefano Serri sa fare – e lo sa fare bene – è non cadere nel lirismo troppo acceso, pur non rinunciando a puntare verso la vetta. In questo, un grande pregio della sua poesia – e un pregio che rende Nonostante la fine del mondo un raro esempio di libro “a tema” ben riuscito in forma e sostanza – è quello di evitare una troppo scoperta poesia del quotidiano, come un ciclista evita le buche. In questo esperimento si poteva fallire in diversi modi, due su tutti a parere di chi scrive: esagerare nel compianto, o abbandonarsi alla retorica dei piccoli gesti che salvano. Le due cose, in realtà, coesistono nei componimenti di questo volumetto, ma le dosi sono ottimali, e l’amalgama garantito da una lingua pulita e accessibile – nonostante le dolorose e spesso suggestive inarcature della sintassi – restituisce un elaborato di grande effetto e sicuro piacere della lettura.

 

Dalla prefazione di Marco Bini

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Premio Rimini 2015

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Scade il 7 Febbraio 2015 il bando per partecipare alla Seconda edizione del Premio Rimini.

Il Premio permette ad un poeta al di sotto dei 35 anni di pubblicare per una delle migliori collane di poesia.

REGOLAMENTO

PREMIO RIMINI 2015

La Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini annuncia la seconda edizione del Premio Rimini per la Poesia Giovane, con lo scopo di sostenere la poesia esordiente e di avvicinare alla lettura gli studenti delle scuole superiori, offrendo alle scuole della provincia riminese un’esperienza formativa con grandi nomi della poesia contemporanea.

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Christian Sinicco, “Ballate di Lagosta”

 

christian_sinicco_coverNota di Alberto Bertoni
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Christian Sinicco è uno di quegli autori (e autrici) che si libera oggi, precisamente con questo libro, dell’etichetta di “giovane”, un predicato di nessuna valenza critica e ormai piuttosto penalizzante – in verità – per chi come lui ha alle spalle un’attività ricettiva e creativa decisamente ricca. Poesia ad un tempo periferica ed europea, se ne è possibile una, questa delle sue ultime ballate si estende da Trieste alle terre slave, per consolidarsi attorno al topos prediletto del mare. La riempie, la motiva e soprattutto la muove un istinto forte delle sovrapposizioni e delle metamorfosi, grazie a un principio irresistibilmente dinamico, musicale, in non pochi passaggi narrativo, che affonda radici nella propensione per così dire naturale della Mitteleuropa al concerto babelico delle voci e dei suoni, delle lingue e delle storie, tra i microcosmi del suo inesausto destino migratorio. Continua a leggere