Chiara De Luca, “Alfabeto dell’invisibile”

 

locandinachiara_1024_x_768 (1)Lunedì 7 settembre 2015, alle ore 17:30, presentazione di “Alfabeto dell’invisibile” di Chiara De Luca. L’incontro si terrà a Ferrara, alla Sala Agnelli della Biblioteca Ariostea con un reading di poesie musicate, cantate, recitate a cura di Altroteatro dal titolo Alfabeto dell’invisibile – Dialogando con il mondo. Interverranno all’incontro Alessandro Canzian (Samuele Editore) che discuterà del libro spunto dell’evento (Alfabeto dell’invisibile di Chiara De Luca, Samuele Editore 2015, collana Scilla, prefazione di Claudio Damiani) e Giuseppe Maddaluno (Altroteatro) che introdurrà le letture da cinque volumi Kolibris Edizioni (rispettivamente di Michael Schmidt, Coral Bracho, Pat Boran, Tamara Kamenszain, Nuno Judice). Interverranno inoltre con musiche e letture: Chiara De Luca (autrice), Antonello Nave (presidente di Altroteatro), Antonio Lombardi (musicista), Vincenzo Santaniello (musicista), Benedetta Tosi (attrice e cantante). Continua a leggere

Patrick Williamson & Chi Trung

 

milanoaprile[1]Giovedì 30 aprile, alle ore 21.00, la Casa della Poesia di Milano ospita e propone una serata di Poesia Internazionale a cura di Amos Mattio (Segretario della Casa) e di Alessandro Canzian (titolare della Samuele Editore). Due autori diversi sia per tono poetico sia per provenienza geografica: Patrick Williamson, autore inglese ma residente da molti anni in Francia, in Italia ha pubblicato due volumi (Nel santuario, Samuele Editore 2012, prefazione di Anne Talvaz, e Beneficato, Samuele Editore 2015, prefazione di Guido Cupani). Williamson, nello specifico nel suo ultimo volume apparso in Italia, propone una raccolta che è dichiaratamente una raccolta di poesie trovate. La dichiarazione fa parte del gioco. Il testo di partenza è Humboldt’s Gift (Il dono di Humboldt), il noto romanzo di Saul Bellow. Gifted (Beneficato) è già un riferimento all’autore, oltre che all’opera: trovare poesie significa, in un certo senso, ricevere un dono ed esserne beneficato. Beneficato è uno stralunato viaggio ultramondano in cui distacco e partecipazione, assoluto e quotidiano convivono (dalla prefazione di Guido Cupani). Autore più volte apparso in territorio nostrano è risultato finalista al Premio Camaiore Internazionale nel 2013 e gli è stata assegnata una menzione speciale al Premio Gozzano 2014.
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Giacomo Vit, “Trin freit”

vit (1)Nota di Alessandro Canzian

La silloge ha come spunto la famosa gelata del 1929 che non colpì solo l’Italia settentrionale, ma gran parte dell’Europa. È abbastanza intuibile, però, che il dato storico è solo il punto di partenza per un discorso che va oltre il fatto contingente”. Con queste parole Giacomo Vit ci introduce al suo ultimo edito, un bellissimo libriccino (a dire il vero molto esile, e forse per questo ancor più prezioso) dal titolo “Trin freit – Spavento freddo” (Barca di babele 2015).

Giacomo è un poeta già noto nel nord est italiano ma non solo per la sua attività che lo vede inserito, assieme a Pierluigi Cappello, Fabio Franzin, Ida Vallerugo e diversi altri, tra i maggiori poeti dialettali contemporanei. Oltre Federico Tavan con la sua poesia istintiva, oltre quel grandissimo incipit dialettale che è stato Gianmario Villalta, Giacomo Vit rappresenta la volontà di continuare un discorso dialettale che ha un significato crescente, maturando, che crea una sua letteratura specifica che non abbandona il percorso (come invece altri) e anzi lo traccia con solchi sempre più definiti contribuendo a costruire una lingua che ancor oggi (si vedano le discussioni sull’insegnamento del dialetto nelle scuole) ha necessità e diritto di essere creata non solo attraverso la lingua in sé ma anche per mezzo dell’uso che di essa se ne fa in letteratura. Continua a leggere

Alessandro Canzian & Ivano Ferrari

ivano_ferrariUn poeta legge un poeta
A cura di
Luigia Sorrentino


Il testo di Ferrari, partendo da un concetto di degradazione necessaria (la macellazione), sa delineare la fisionomia umana nella sua complessità comprendente la ricerca del sacro, del nobile, e la convivenza con lo squallore, la fame. È una fotografia del tempo, impietosa ma non drammatica.”
Alessandro Canzian

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