Viaggio poetico e di protesta per la riapertura della casa di Antonia Pozzi

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Il nuovo Viaggio poetico con la richiesta di riapertura della casa di Antonia Pozzi a Pasturo, si terrà sabato 10 ottobre 2015.

Si partirà da Milano, stazione centrale al mattino alle ore 8 per rientrare alle 16. Costo biglietti treno e bus, andata e ritorno, euro 14. Con 12 euro si può pranzare in trattoria a Pasturo prima di ritornare a Milano.

Organizzazione: Associazione IL TEATRO DELLE DONNE. Per informazioni: leparoledelledonne@libero.it

“Lo scorso 5 settembre scorso, abbiamo organizzato una gita poetica per ricordare Antonia Pozzi; siamo partiti al mattino presto dalla stazione centrale di Milano per andare, prima con il treno e poi con il bus, a Pasturo dove la poetessa si rifugiava appena poteva. Continua a leggere

Premio “PrimaveradellaPoesia” 2014

alda-meriniPremio “PrimaveradellaPoesia” ALDA MERINI|ANTONIA POZZI – PIERA BADONI|CAMILLA CEDERNA

di Matteo M. Vecchio

“Ciò che permette di accostare queste quattro Signore – come le ha definite Franco Buffoni –, oltre all’identità lombarda, è un’esistenza essenzialmente estranea a consolidati canoni sociali. Per certi aspetti, un’esistenza «imperdonabile», se la cifra che accomuna le donne è la radicalità, pur talvolta ironica, consapevole cioè della strutturale relatività delle cose e dello stesso sé: radicalità dovuta a millenni di sottomissione al mondo maschile, per cui una donna, per essere, ha sentito il dovere di esprimersi con una forza, appunto, radicale, con una assolutezza forse ignota alla ferialità del mondo maschile. Continua a leggere

Vera Lúcia de Oliveira, “La carne quando è sola”

 

la_carne_quando_solaLa carne quando è sola” (Società Editrice Fiorentina, 2011) è un libro potente e intenso scritto da una poetessa brasiliana che insegna in Italia (un raro caso di bilinguismo poetico perfetto) e che sapientemente mescola due tradizioni culturali opposte: quella della poesia del corpo e del suo scontro-incontro con la vita, e quella animata dalla sempre affiorante idea di un oltre-vita, percepito come contraddittorio e sfuggente.

Vera Lúcia de Oliveira lascia parlare diverse personae (una terza persona alternata a un io ora maschile, ora femminile) che mai si impastano davvero con i fatti minuti della realtà riuscendo invece a distaccarsene per giungere a considerazioni generali spesso gnomiche e filosofiche (sulla transitorietà del nostro passaggio terreno, sul desiderio che lo anima e sulla sempre presente percezione di una mancanza) compensate da un inesausto bisogno di ricerca di senso (di cos’altro deve in fondo parlare un poeta?) che si materializza in urli rochi e lamenti sottili, piccole particelle di consapevolezza che ostacolano e contengono la disillusione o il grado zero della speranza (forse la cifra della raccolta) mediante il riconoscimento del valore epigrafico delle parole poetiche, guizzi semivivi del linguaggio divenuto il segno di una evidenza ormai accettata.

Alessandro Polcri Continua a leggere

Antonia Pozzi, “Lieve offerta”

 

libro_antonia_pozziAntonia Pozzi è il caso letterario femminile più sconcertante della letteratura italiana del primo Novecento.

La sua produzione poetica è stata interamente pubblicata postuma.

Nella prefazione alla silloge del 1948, dieci anni dopo il suicidio, Eugenio Montale parlò del suo canzoniere come di un diario in versi. E in realtà si trattava di una delle testimonianze più cospicue e coerenti della poesia “lirica” del secolo.

La poesia della Pozzi è caratterizzata da una levità dell’immagine che non ha eguali ma il valore della sua opera è stato riconosciuto soltanto negli anni Ottanta, quando si è finalmente ricostruita l’integrità di molti dei suoi testi che erano stati sottoposti ad assurde censure dal padre della poetessa.

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“Poeti da riscoprire”, Nadia Campana

Nadia Campana 2[1]

Progetto editoriale ideato e curato da Fabrizio Fantoni con la collaborazione di Luigia Sorrentino
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Gabriella Sica ci fa dono di due dei suoi scritti su Nadia Campana (il primo del 2004 e il secondo del 2014, inedito)  e di una foto inedita di Nadia Campana. Più sotto, un’altra foto inedita di Nadia Campana per gentile concessione di Milo De Angelis.

Nadia Campana e il respiro 1

di Gabriella Sica

Nadia Campana era nata l’11 ottobre del 1954 a Cesena, nell’oscillante e instabile equilibrio della Bilancia. Anche lei, dunque, aveva trascorso l’infanzia nella campagna povera e umana degli anni Cinquanta, portandone sempre e segretamente l’inconfondibile impronta. Le piaceva ascoltare i rumori della natura, camminare lungo il fiume, insegnare ai bambini. “Vengo dalle campagne romagnole”, aveva scritto, come mi dice l’amica Maria Pia Quintavalla, in una lettera milanese, non credetemi una donna moderna o una diva. Si firmava infatti Nadia, più secco e letterario, e non Nadiella, come pare fosse il suo nome all’anagrafe e in famiglia, con quelle doppie finali troppo confidenziali. Continua a leggere