Dario Bellezza (1944-1996)

Dario Bellezza

Salgo e scendo le scale di una casa non più
castello di forti speranze o robusti amori, ma
che tessendo le fila dei miei disfatti giorni
annunzia inesorabile la voragine della sventura.
Lì, durante la scalata faticosa al vecchio
maniero abitato dai fantasmi sento voci precise
che appartengono all’incubo di notti cadute
addosso alla mia infanzia celeste nutrita
di ardori sconosciuti e angelici languori.

Fantasmi di amori morti, amicizie consumate
dal tempo rapitore di gioventù, inesorabile
abitatore di malate menti sconvolte dal nulla.
Dio non c’è, non c’è speranza per me se rientro
a casa furtivamente, sospetto di morire
per mano di un giovane assassino dietro
un angolo buio. Così appena arrivato, pieno
di sgomento ed eccitato dal mio sangue
non versato, alzo a me stesso la preghiera
solitaria di chi noti’ s’innamora più
del suo assassino innocente e reale. Continua a leggere

Da “Proclama sul fascino”

Dario Bellezza / Credits photo Dino Ignani

Dario Bellezza, due poesie da Proclama sul fascino (Mondadori, 1996)*

Ti aspetto col buio, nel buio.
E se la tregua convince le bellezze
davanti a me – nel letto sfatto
saranno – o come presente
il cuore vandalo verso la fine
trova la tregua al nascere
e al morire – sintassi estrema
prima di morire, morire.
Unica parola vietata, sincope,
deragliata, la fine, di tutto… Continua a leggere

Marco Vitale, “Gli anni”

Originata, e forse sollecitata, da un senso di vuoto e di esilio, dall’inquietudine «che duole / e ridisegna lo spazio» (cfr. L’aria porta la pioggia), inevitabilmente tragica e dolorosa nel suo fondo, la poesia di Marco Vitale è pure tra le poche esperienze poetiche contemporanee che riescono a esprimere un sentimento di autentica gioia interiore, di vitalità degli affetti, di piacere estetico. Nessuno, come lui, sa oggi dire la gioia di leggere un libro, di contemplare una luna, di ascoltare una musica o di ammirare un affresco, magari di un piccolo maestro di provincia, nascosto e perduto anche nel nome. Il compito che il poeta si è dato, nel suo far versi, è in fondo – adesso, dopo tanti anni, lo si capisce – proprio questo: custodire la dolcezza di un incontro, una condivisione di affetti e di pensieri, un sogno luminoso e sprofondato nel suo incerto mistero, o uno scarlatto che «scende esatto / tutto il verde del manto» (L’anonimo pittore) di una pittura remota che prodigiosamente (per via d’amore) si apre al nostro sguardo, ed è ritrovata per tutti, ancora illesa «di tepore e d’enigma».

dal saggio introduttivo di Giancarlo Pontiggia

Marco Vitale, Credits Photo Dino Ignani

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Simone Cattaneo, in memoria di te

di Giovanni Ibello

Già in passato mi sono occupato della poesia di Simone Cattaneo. Pertanto, sono ben lieto di reiterare quanto precedentemente espresso e condiviso sulle figure magmatiche di questo autore. Qui siamo di fronte a un testo anti-sperimentale, dove i toni caustici del poeta rivelano un tormento, il dramma “dell’abitare il corpo”.
Per Simone Cattaneo la bellezza si declina in una folgore, nel prodigio che sospende, ma non salva. Lo stupore di certe figure celesti addomestica l’Idra-vita ma non lo decapita, fungendo dunque da contraltare all’orrore dell’essere umano, alla recessione spontanea delle stagioni, degli “adorati ascoltati meno”. Fossero i benvenuti loro, scriveva Bellezza. Ecco il canto dimenticato dei reietti, la subornazione di un testimone ostile. Continua a leggere

UMANA, TROPPO UMANA

marilynPoesie per Marilyn Monroe
A cura di Fabrizio Cavallaro e Alessandro Fo

Il 1° giugno del 2016 Marilyn Monroe avrebbe compiuto novant’anni. Questa raccolta intende ricordarla con un omaggio alla sua (ferita) grandezza. Sulla scia dei versi che le dedicarono Pier Paolo Pasolini e Dario Bellezza, molti poeti italiani di oggi si sono qui ritrovati per celebrarla con una tenera e partecipata ‘offerta musicale’ nella forma di una ghirlanda di liriche. Ne scaturisce un ritratto di Marilyn Monroe a più dimensioni. Continua a leggere