Nicola Bultrini

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Nicola Bultrini, nella foto di Dino Ignani

AUTORITRATTO
Da un’idea di Luigia Sorrentino
A cura di Fabrizio Fantoni

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Faccio tante cose, a volte troppe, penso, ma non so stare fermo mai e non mi piace sprecare il tempo. Mi stanco raramente e anche quando mi rilasso, la mia mente è comunque in continuo movimento. Non se sia una virtù o meno, non mi interessa, io sono nato così e così sto bene. Mi piace moltissimo la musica, certamente la leggera, ma adoro il jazz (sono un imperdonabile strimpellatore di sassofono). Ancora sogno con Star Wars e non me ne vergogno affatto (e per inciso, mi piace moltissimo giocare, giocare davvero). Continua a leggere

Gandolfo Cascio, ” Un’idea di letteratura nella «Commedia» “

 

Gandolfo Cascio, nella foto di Dino Ignani

Gandolfo Cascio, nella foto di Dino Ignani

di Roberto Talamo

In un libro sulla Divina Commedia, il valore dei numeri non può essere affidato al caso: Cascio affida ai sei capitoli del suo «volumetto» (così nell’Avvertenza al lettore) la sua «esperienza» di lettura del poema dantesco e il numero fa pensare alle Sei passeggiate nei boschi narrativi (la collana si chiama «Camminando con Dante» e, in copertina, Stazio, Virgilio e Dante deambulano nella bella illustrazione lineare di John Flaxman) e, ancora più, richiama i Six Memos for the Next Millennium, entrambi pensati per le sei lezioni delle Norton Lectures (e Charles Eliot Norton fu anche traduttore di Dante). Continua a leggere

Umberto Piersanti


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La foto di Umberto Piersanti è di Dino Ignani
 
AUTORITRATTO

Da un’idea di Luigia Sorrentino
A cura di Fabrizio Fantoni

 

Sono nato il 26 febbraio del 1941: a Urbino c’era il nevone o così è stato tramandato. Mio padre era in Jugolavia dove infuriava la guerriglia partigiana. Mia madre mi ha sempre raccontato che per nascere non ho aspettato l’ ospedale, ma sono sceso al mondo nella lettiga dove era trasportata giu’ per via Raffaello. A me piace pensare d’ essere nato davanti alla porta del mio piu’ grande concittadino, ma le probabilita’ sono scarse. La mia famiglia, mio padre, mia madre, io e due sorelle una di sette anni e l’ altra di quattordici più grandi di me, stava a villa Gloria situata a pochi metri dalle mura: una casa con vari appartamenti, abbastanza bella, abitata da professori universitari, dirigenti, insomma da una borghesia medio-alta. Il nostro pero’, era un piccolo appartamento situato nel sottoscala: mio padre lavorava alla fornace di Volponi, sicuramente eravamo i più poveri del palazzo. L’orto attorno alla villa nel mio ricordo e’ grande e bellissimo: e quando era a casa, mio padre faceva l’ortolano. Continua a leggere

Intervista a Franco Buffoni, “Avrei fatto la fine di Turing”

Franco BuffoniIntervista di Luigia Sorrentino a Franco Buffoni (Nella foto di Dino Ignani)

“Avrei fatto la fine di Turing” (Donzelli, 2015) arriva poco dopo l’uscita di “Jucci” (Mondadori, 2014) vincitore prima del Premio Poesia città di Fiumicino, del  Premio Viareggio-Repaci per la Poesia e poi del Premio Castello di Villalta per la Poesia nel 2015.  La narrazione di Franco Buffoni si concentra sull’elemento della genitorialità vissuta con estrema difficoltà dal punto di vista famigliare e sociale.  In questo libro il lettore si troverà di fronte a una condizione umana privata che aggancia contemporaneità e memoria diventando testimonianza.

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“Contro dello emisfero morto”

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Foto di Amelia Rosselli di Dino Ignani

Nel 2016 ricorre il ventennale della morte di Amelia Rosselli. Per l’occasione, il Liceo “T. Mamiani” di Roma ha organizzato un incontro con l’opera dell’autrice: «Io rimo per un altro secolo». La poesia di Amelia Rosselli, a cura del professor Carmelo Princiotta e degli studenti delle classi II G e II I. Ormai riconosciuta come la più grande poetessa italiana del Novecento, Amelia Rosselli finalmente comincia a entrare nel mondo della scuola e nelle letture di un pubblico più vasto. Quando succede, si tratta di un ingresso dirompente, come dimostra la lettura di questa studentessa di quattordici anni.

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