Elisa Macadan, “Pianti piano”

Eliza Macadan

solo il mattino
si sveste davanti a me
la sua veste mi ricorda
il cammino da fare
impazziscono le foglie
nel ciliegio alla finestra
uccelli sacri mi piombano
addosso il canto
me lo devo comporre
da sola ma qualcuno lo scoprirà
quando saranno aperti i cancelli
per la partenza certi abbracci
sono un preview della morte

***

l’eternità stava in cima alle colline
bruciata dal sole
io l’apprendevo mentre rincorrevo
la linea dell’orizzonte
ad occhi spalancati e
gambe incespicate nell’erba alta
cosa c’è di là?
una foresta un fiume un paese
e un’altra lingua

***

ora non ti posso più
nemmeno raccontare la guerra
te la vedi in tivù
noi siamo nonni che abbiamo
solo idee da lasciare
in eredità
non abbiamo più storia
si è sfasciata tutta mentre
guardavamo al futuro
non ho una ninnananna
da cantare ai nipoti
lascio loro l’attesa che
meglio ho imparato di tutto

 

da: Eliza Macadan “Pianti piano”, Passigli, 2019
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Franco Manzoni, “Angelo di sangue”

Franco Manzoni

FRANCO MANZONI nella traduzione di ELIZA MACAN
da Nella febbre di Eros – În febra lui Eros

La tana

dove ti annidi tutta nera
a filigrana rosa
la pioggia bianca fa le fusa
linfa di miele e mulino
sul fieno nel cespuglio
un’orma di farina
prezioso capezzolo di ghiaccio
il corpo tuo la tana
si arrende al mio faro silenzioso
si dona e va per la pianura piana

Bârlogul

unde te cuibărești toată neagră
în filigranul roz
toarce ploaia albă
limfă de miere și moară
pe fân în desiș
o urmă de făină
sfârc prețios de gheață
bârlogul corpul tău
se predă farului meu tăcut
se dăruiește și pleacă pe cîmpia întinsă Continua a leggere

Alle vittime di Genova, “lei era rimasta lì”

lei era rimasta lì
tenue la luce diradava
con enormi occhi l’ultima
volta lui la guardava
abbandonava
e si sentiva abbandonato

nel fondo stabile degli sguardi
solo il nero degli inverni
quella bellezza che si posa
dall’iride cadeva
rinnovandosi in lei
allontanandosi da lei

(Da: Olimpia, di Luigia Sorrentino, Interlinea, 2013)

 

elle était restée là
ténue la lumière irradiait
de ses yeux grand ouverts la dernière
fois lui la regardait
abandonnait
et se sentait abandonné

au fond fixe des regards
cette beauté qui se pose
de l’iris tombait
se renouvelant en elle
s’èloignant d’elle

(Traduzione Angèle Paoli) Continua a leggere

Eliza Macadan, da “Pioggia lontano”


Pioggia lontano sento sulla pelle
trema l’aria
nelle mie ossa
narici stranite
gonfiano ancora
respiri nemmeno per sempre.

*

Il mattino mi crolla
addosso
tendo la mano per aprire gli alberi
dall’armadio tiro fuori
un panno arrivato per mare
per un mantello pesante che copra il mio corpo
di terra
fino a terra c’è un cammino troppo breve
fino al cielo un freddo universale
ci riscaldiamo nei caffè
con tè portato per mare da navi a vela
gonfiate dal vento
con equipaggi contaminati di morte
oltre i secoli una sposa getta verso di me
il suo bouquet
e io crollo nelle tue braccia.

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Eliza Macadan

ELIZA MACADAN

ci sono piogge nel sereno
il perimetro di una stanza
mai spunterà l’arcobaleno
mai un invito a una danza

il gatto sarà stanco pure lui
d’attesa per un ciotolin pieno
aspettai il nulla
il mondo tutto sarà per te alieno.

Da: “Passi passati” di Eliza Macadan, Joker 2016