Wallace Stevens, il poeta più amato dalle nuove generazioni

Wallace Stevens

From “The collected poems of Wallace Stevens”, 1954

Poetry is a destructive force

That’s what misery is,
Nothing to have at heart.
It is to have or nothing.

It is a thing to have,
A lion, an ox in his breast,
To feel it breathing there.

Corazón, stout dog,
Young ox, bow-legged bear,
He tastes its blood, not spit.

He is like a man

In the body of a violent beast.
Its muscles are his own…

The lion sleeps in the sun.
Its nose is on its paws.
It can kill a man.
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OmbraLuce, piccola antologia della poesia femminile contemporanea

VIVIAN LAMARQUE PRESENTA OMBRALUCE
Un’antologia di poesia al femminile

L’appuntamento con la poesia è per domenica 24 marzo 2019, alle ore 21.00, presso la Biblioteca del comune di Cassina de’ Pecchi. Ospite graditissima e madrina Vivian Lamarque, poetessa e autrice di favole.


PER CONOSCERE DODICI POTESSE CONTEMPORANEE

Si presenta una piccola antologia dal titolo OmbraLuce. Dodici voci della poesia femminile italiana contemporanea, preziosa e bella da aprire anche a caso e sfogliare, gustare, fare propria per saperne di più (o qualcosa) su questo territorio letterario dell’espressione, della sensibilità. Scritto introduttivo della poetessa e monaca buddista Giulia Niccolai. Promossa dall’assessorato alla cultura di Cassina de’ Pecchi, la pubblicazione, di 64 pagine a colori, a cura di Giovanni Bonoldi e dell’associazione milanese dipoesia, è edita da BVS – Edizioni Biblioteca Vittorio Sereni nella collana “i versi”. Continua a leggere

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Giornata Mondiale della Poesia

LA GIORNATA MONDIALE DELLA POESIA

Il 22 e 23 marzo 2019 a Verona, presso la Sala Maffeiana del Teatro Filarmonico, si terrà la 18esima edizione della Giornata mondiale della poesia promossa dall’Accademia Mondiale della Poesia (www.accademiamondialepoesia.com).

Nata nel 2001 a Verona, la città che diede i natali al poeta latino Catullo, avrà come titolo “Poesia e Viaggio” .

Quest’anno la Giornata intende celebrare il cinquantesimo anniversario della scomparsa del poeta Jack Kerouac, e l’uscita, cinquant’anni fa, del libro di Eugenio MontaleFuori di casa”.

L’evento, con ingresso libero fino ad esaurimento posti,  quest’anno si divide in due giornate e sarà condotto dal regista e attore Alfonso De Filippis.

 

IL TEMA DEL VIAGGIO

La XVIII^ edizione si aprirà la mattina del 22 marzo, presso la Sala Maffeiana del Teatro Filarmonico, con i saluti delle autorità, a seguire la cerimonia di premiazione del Secondo concorso nazionale di Poesia con Immagine via Instagram che ha come tema “Il Viaggio”; nessuna prospettiva come quella del viaggio ha attirato e incantato i poeti antichi e moderni, dall’autore di Gilgamesh all’Omero dell’Odissea a Dante, da Bashō a Santōka, da Baudelaire a Rimbaud, da Whitman alla Beat Generation. Continua a leggere

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Alberto Toni, “Non c’è corpo perfetto”

Alberto Toni / Credits photo Dino Ignani

LABILE

Più del silenzio, una contrazione e il respiro che sbanca,
precipita nell’universo tutto e nel temporale estivo

Dammi, dammi almeno un consiglio prima di partire,
un’ultima guida per le mani e i piedi santi li tenevi uniti.

Orna il capo
apri gli occhi
per me per me
riprendi fiato
concepisci

E quando la terra avrà compiuto il giro,
e quando e quando

….

ti solleverai con la veste danzante.

….

E la bella estate di prugna?

Non più.
Non più.

Nel bel mezzo della nuova essenza, condizione, e se non vedi
puoi forse intuire,
e il braccio riparava alla caduta.

 

….

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Anna Frajlich, “Un oceano tra di noi”

Anna Frajlich / Credits photo Aleksander Rotner

Anna Frajlich Un oceano tra di noi

di Giovanni Agnoloni

Straziante, densa e visionaria, questa silloge della poetessa polacca Anna Frajlich, figlia di una generazione di emigrati vittime della campagna antisemita del regime comunista del 1968, che costrinse quindicimila ebrei a lasciare la Polonia. Stabilitasi a New York e divenuta docente presso la Columbia University, nel corso degli anni ha composto moltissime liriche, gran parte delle quali il suo traduttore, Marcin Wyrembelski, ha trasposto mirabilmente in italiano, suddividendole in diverse sezioni che non seguono un filo cronologico, ma concettuale ed emozionale. È qui che si annida il crocevia di motivi che attraversano tutte queste poesie: esilio, distacco, memoria, assenza.

Il filo che le collega tutte è quello di un’invincibile nostalgia, che però non è solo una forma di tensione verso ciò che manca, ma anche lo specchio nel quale si riflette la possibilità di un’alternativa storica vista da una prospettiva personale: l’occasione di una vita diversa, che non c’è stata e che, pur tuttavia, di là da quel confine immateriale continua a irradiare immagini quasi olografiche, dense di senso perché cariche di un intenso portato percettivo.

 

 

La città

 

Una luce forte da ovest
colpisce le palpebre
era diversa la vista dalle finestre
della mia infanzia
da un lato i giardini
a perdita d’occhio
dall’altro l’imboccatura di una strada
fiancheggiata dai tigli così folti
che le loro corone creavano un baldacchino
s’intravedeva in fondo come in un tunnel
una luce rotonda
e promettente
la città non era nostra
ma tolta agli altri
che nella furia bellica
ne fuggirono lasciando tutto
o seppellito nei giardini
oppure sotto le macerie
o proprio sul tavolo
i bicchieri di cristallo
con del vino rosso
ancora rimasto dentro
con macchie sul vetro
la città non era nostra
ma fioriva per noi
con i lillà a i meli
nei mille giardini
con le viole e i mughetti
all’ombra delle siepi
fioriva la città sul fiume
che scorreva sul confine
e si sentivano in città
diverse lingue
che sembravano arbusti
trapiantati da est a ovest
qualcuno aveva la parlata di Vilnius
un altro faceva il baciamano come a Leopoli
qualcuno sottovoce
parlava ancora il tedesco
e si udiva per le strade lo yiddish
dei pochi sopravvissuti
e sulle rive del fiume
il gergo portuale
spuntava come l’erba
da sotto i sassi
ed è questa l’immagine che
permane nel mio ricordo
a volte buia
a volte piena di afa estiva
ricordo della primavera e dell’autunno
in mezzo ai fumi delle frasche bruciate
la città della mia infanzia
tolta a qualcuno
per far passare l’infanzia a un altro
da un’altra parte.

(pp. 57-59) Continua a leggere

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