
Nell’arco di circa mezzo secolo Ezra Pound ha pubblicato nove volumi di Cantos, ciascuno con un’unità strutturale e tematica. La selezione che qui si presenta – preparata dallo stesso autore nel 1966 – permette di focalizzare gli elementi essenziali di questo lungo poema, evidenziando le opposte polarità della poesia di Pound: una scrittura lirica e profetica, ora tesa verso l’esterno e la crisi di un’epoca (la decadenza della civiltà moderna analizzata nei suoi presupposti storici, politici, economici), ora attenta alla coscienza individuale e alla ricerca interiore. Una «poesia della disgregazione», la definisce Giuseppe Montesano, che si dipana in una foresta di echi, citazioni, richiami, dove passato, presente e futuro sono in costante fluire, fra scena umana e visione celeste, verità storica e intuizione poetica.
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“I labili confini” di Stefano Bortolussi, con Prefazione di Roberto Mussapi, riprendono la tensione epica e narrativa del libro che l’ha preceduta (“Califia”, Jaca Book 2014), riproponendone una delle figure principali nel poema “La scelta del plantigrado”, che occupa tutta la prima parte dell’opera. Tracciando un ponte inusitato tra i miti moderni del noir e del cinema americano e quelli della classicità il poema mostra un mondo di pericoli, slittamenti e metamorfosi sempre in agguato dietro schermi, tornanti e facciate hollywoodiane. La seconda parte, intitolata “Di altri spiriti guida”, partecipa del medesimo senso di meraviglia, ispirato da un universo naturale quasi panteistico, osservato ed esplorato nelle sue sorprese e nelle sue irruzioni ierofaniche.
