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Maria Borio
Settima scena
Stendevamo le mani contando
i bordi di pelle incrinati.
Questa è una scena visibile
dietro una parte di me che indietreggia,
si sorregge la luce insieme
la carta e il digitale, ti sorreggi
consegnato alla portafinestra
e mi apri uscendo sopra il gelo. Continua a leggere
Marcia Theophilo
Il mondo è un animale,
ha le antenne,
percepisce i sussurri,
raccoglie lamenti,
piogge, offese,
affanni, congiunge i fiumi
della terra al mare,
li trascina,
alimenta le nubi,
coltiva alberi alti e piccoli,
colonne, templi, arbusti, erbe.
Nota e annota sogni
e piccoli segreti
che vagano dall’anima
dai recessi del corpo
e della mente,
l’universo è un ventre
dove tutto si agita,
si agita, si restringe
e poi scompare nell’infinito.
Gianluca Fùrnari
È più di questo? Mano nella mano
noi come passatori lungo strade
rifratte in te, la luce che non cade
benché sia notte… – Amore, è tutto vano:
non valgono la messa a fuoco, il piano
di affioramento, il grido per evadere:
qui si va in giro sempre a luci rade,
non si cospira, si respira piano –
poi ero solo… ero dentro una visione
planetaria di me, del temporale…
Dunque, amore, è così che fa la morte –
ero l’uomo proteso sulle porte
del sonno e, insieme, il sogno che lo assale
e annulla in sé qualsiasi ribellione.
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Marco Marangoni
Al confine … c’è un “farsi spazio”, una luce che brilla, che si apre dentro la forma delle cose, come di un semplice vaso. E’ un’imminenza silenziosa, suggerita, che traspare; come un’altra forma del vaso, oltre la forma visibile del vaso; è un’immanenza materiale, eppure data così … in modo “in-formale”. Non so se il taglio nella tela di Fontana dica questo, o anche questo. Ma sento che l’immagine mi è vicina. Oltre il quadro, la cornice e l’oggetto dis-posto allo sguardo. Sento che c’è “più spazio” e vorrei farmi intimo, alle cose, con un taglio.