Abbiamo costruito una casa nella sabbia
e poi l’abbiamo calpestata.
Sulle macerie il capo supremo
decise che era ora di andare
a caccia di meduse, per essiccarle al sole.
Il più piccolo fu costretto
a toccare un tentacolo. Ci piaceva fare
e disfare; non vorrei eccedere
ma eravamo spietati.
Ad ogni buon conto, negli anni
nessuno è rimasto impunito. Continua a leggere
Tag Archives: Opere Inedite
Tommaso Di Dio
For we are old
And passion hath died for us a thousand times
But we grew never weary.
Ezra Pound
Dentro il giorno. Fare.
Lavorare correre, prosciugare
il vento sulle labbra e berlo, nuovamente
succhiando le nocche delle tue mani
e le pietre che porti nelle orbite
del tuo giovane viso.
Perché abbiamo detto che moriremo
e che saremo vecchi come il vento
le isole, le strade che si gettano
nei garage pieni di motorini e di scatole.
Moriremo perché siamo già vecchi
perché siamo giunti infine
attraverso lungo silenzio e nebbia
e ridere e rabbia al luogo esatto
della nostra età. E questa notte
tu credi che sia già vecchia ma è una bugia
è una bugia è una bugia
è giovane è la prima primordiale notte enorme
della vita; dove cadono stelle
nelle pozze di fuoco e crollano
montagne oceani crateri, sterminando
centinaia di specie d’animali impossibili come sogni
che non sono stati mai
vivi come noi, per un attimo bugiardo
e vero come la pece.
Gandolfo Cascio
Conversazione di due vecchi amici
A: Dove andrà quel biondo ragazzetto?
B: Se ne va di certo al baretto.
A: Forse ha voglia d’un cornetto.
B: A me pare tipo da birretta.
B: Guarda, guarda: arriva l’amichetto.
A: Che bel moretto, che bel riccetto.
B: Me lo porterei volentieri a letto.
… Ma quello scappa in bicicletta. Continua a leggere
Gabriella Sica
Sta riarso svaporando agosto
in luminoso rogo
di vacanza in vacanza le ore
del mese meraviglioso
tra parentesi i giorni umili e stanchi.
La buona la dolce esca prende all’amo –
magnanima pesca
nel più smagliante fresco azzurro –
per la gola ferrosa
quelli che abboccano i transitanti. Continua a leggere
Marco Sonzogni
La foto di Marco Sonzogni è di Giuseppe Balsamo
ALLA STAZIONE DI WELLINGTON
Chiama l’altoparlante nomi
di partenze e forse anche di arrivi;
pochi i binari e i treni tutti uguali,
corti e tozzi come bruchi,
poca gente che va o viene;
eppure io penso
alla Stazione Centrale di Milano:
in qualsiasi stagione a qualsiasi ora
del giorno o della notte
persino nei suoi pochi momenti
di nulla di fatto—in mano
un long black bollente
rispedisce al mittente questa strana
nostalgia. Davanti a me piccona
paziente una gang di piccioni
gonfi di freddo e quasi tutti zoppi:
s’avvicinano col piede buono,
l’altro corroso dai loro stessi escrementi
s’amputerà presto.
È una domenica mattina
in pieno inverno in fondo al mondo,
cerco casa. Continua a leggere