Rime senza indugio

 FARSI VERSO

 

COMMENTO DI LUIGIA SORRENTINO

Dopo Il Libro delle laudi (Einaudi, 2012), Patrizia Valduga ci consegna una nuova opera, un poemetto intitolato Belluno (Einaudi, 2019) che poi è la città dove la poetessa trascorre le vacanze. Sottotitolo, Andantino e grande fuga.
Nel fluire delle quartine, composte in settenari e endecasillabi, si percepisce l’umorismo, il gioco sensuale, ma anche la fuga, lo strazio caleidoscopico, l’assedio di malinconia vissuto dalla coscienza. La lacerazione è consegnata a una  parlata che si fa filastrocca, lamento, litania. Una lingua che incanta il lettore. Una Valduga mai vista prima  rimarca l’assenza dalla scena letteraria di poeti quali Carlo Porta, ma soprattutto, chiamato in causa qui è, ancora una volta, il poeta Giovanni Raboni, l’amore della vita, a sugellare un sodalizio  artistico ancora vivo.

Da Belluno Andantino e grande fuga, (Einaudi, 2019)

 

Via del Mis, Val del Mas,
Val del Mus… Sass Sbregà,
Sass da Mur, Scalabrás…
Basta! Me só stufà.

**

Ci sono stati , sí dei fidanzati…
Con piccolo piacere e grande pena…
Quaranta giorni al più sono durati:
una quaresima, una quarantena:

un critico, un poeta, un giornalista,
un impiegato, un ex commercialista,
un medico, un commerciante fascista,
uno pseudo-architetto ex terrorista.
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OmbraLuce, piccola antologia della poesia femminile contemporanea

VIVIAN LAMARQUE PRESENTA OMBRALUCE
Un’antologia di poesia al femminile

L’appuntamento con la poesia è per domenica 24 marzo 2019, alle ore 21.00, presso la Biblioteca del comune di Cassina de’ Pecchi. Ospite graditissima e madrina Vivian Lamarque, poetessa e autrice di favole.


PER CONOSCERE DODICI POTESSE CONTEMPORANEE

Si presenta una piccola antologia dal titolo OmbraLuce. Dodici voci della poesia femminile italiana contemporanea, preziosa e bella da aprire anche a caso e sfogliare, gustare, fare propria per saperne di più (o qualcosa) su questo territorio letterario dell’espressione, della sensibilità. Scritto introduttivo della poetessa e monaca buddista Giulia Niccolai. Promossa dall’assessorato alla cultura di Cassina de’ Pecchi, la pubblicazione, di 64 pagine a colori, a cura di Giovanni Bonoldi e dell’associazione milanese dipoesia, è edita da BVS – Edizioni Biblioteca Vittorio Sereni nella collana “i versi”. Continua a leggere

A Jean-Charles Vegliante, il Premio letterario internazionale Carlo Betocchi-Città di Firenze

 

Jean-Charles Vegliante

È Jean-Charles Vegliante il vincitore della XVII edizione del “Premio letterario internazionale Carlo Betocchi-Città di Firenze”. Così ha deciso la giuria del Premio, presieduta da Marco Marchi e composta da Sauro Albisani, Anna Dolfi, Antonia Ida Fontana, Francesco Gurrieri, Gloria Manghetti e Maria Carla Papini.

Jean-Charles Vegliante, nato a Roma nel 1947, vive a Parigi ed è un poeta francese alla cui produzione in proprio ha costantemente abbinato nel corso della vita una vasta e qualificatissima opera di traduzione di poeti italiani: da Dante ai poeti del Novecento e contemporanei, passando per Leopardi, Belli, Pascoli, D’Annunzio, Ungaretti, Montale, Betocchi, Sereni, Calogero, Pasolini, Fortini, Raboni, Amelia Rosselli e altri. Oltre che valido traduttore e intraprendente corifeo della letteratura italiana in Francia, Vegliante è autore di notevoli saggi di critica, teoria letteraria e anche, specificatamente, di teoria della traduzione, con testi (tra cui l’ormai classico D’écrire la traduction) sul ritmo, la scrittura bilingue, la forma poetica, i fenomeni della “translatio”, le scritture in versi connesse con l’emigrazione. Si è occupato inoltre di narratori come Morselli, Primo Levi e Camilleri. Continua a leggere

In memoria di te, Carlo Porta

Ritratto del poeta milanese Carlo Porta (1774-1821), in un pastello del Bruni (1821)

Sissignor, sur Marches, lu l’è marches,
marchesazz, marcheson, marchesonon,
e mì sont el sur Carlo Milanes,
e bott lì! senza nanch on strasc d’on Don.

Lu el ven luster e bell e el cress de pes
grattandes con sò comod i mincion,
e mì, magher e biott, per famma sti spes
boeugna che menna tutt el dì el fetton.

Lu senza savè scriv né savè legg
e senza, direv squas, savè descor
el god salamelecch, carezz, cortegg;

e mì (destinon porch!), col mè stà sù
sui palpee tutt el dì, gh’hoo nanch l’onor
d’on salud d’on asnon come l’è lu.

Lei è marchese, sì, signor Marchese,
marchese, marchesotto, marchesone;
io so il signor Carlo milanese
e basta, senza briciola di Don.

Lei si fa lindo e bello e prende peso
grattandosi con comodo i coglioni;
io per campare, magro, in male arnese,
mi faccio il culo in continuazione.

lei senza saper scrivere né leggere,
senza, quasi direi, saper discorrere,
si gode smancerie, vezzi, corteggi;

io qui (porca la sorte!) su quei bei
registri tutto il dì, neanche ho l’onore
d’un saluto dall’asino che è lei. Continua a leggere