Le poesie di Roberto Rebora

COMUNICATO STAMPA

 

 

Mercoledì 15 Dicembre 2021, ore 18.00

Milano, Libreria Popolare, Via A.Tadino 18

NON DESCRIVO, VEDO

Presentazione del volume che raccoglie l’intera produzione poetica
di Roberto Rebora, curato da Amedeo Anelli per l’editore Mimesis

 

Dopo la prima presentazione, tenutasi a Lodi il 21 novembre, il volume di poesie di Roberto Rebora recentemente pubblicato dall’editore Mimesis e curato da Amedeo Anelli, poeta, critico e direttore della Rivista di Poesia e Filosofia Kamen’, verrà presentato a Milano, mercoledì 15 dicembre alle ore 18.00 presso la storica Libreria Popolare di Via Alessandro Tadino 18.

Si tratta della prima presentazione a Milano del corposo volume di 400 pagine che raccoglie l’intera opera poetica edita – più alcune poesie inedite in volume – di Roberto Rebora (1910-1992, milanese di nascita ma con genitori provenienti da Codogno), nipote del più noto poeta Clemente Rebora, raffinato critico teatrale ma soprattutto “uno dei maggiori poeti europei del Novecento” anche se ben poco conosciuto, sia perché fu schivo, rigoroso e “sordo alle lusinghe della mondanità” in vita, sia perché le sue raccolte di poesie erano da molti anni fuori catalogo e vere rarità per bibliofili. Continua a leggere

In ricordo di Nadia Campana, “Le visioni… le parole”. Appuntamento in occasione della festa delle donne

Nadia Campana

 

Poesie di Nadia Campana tratte da “Verso la mente” (Raffaelli, 2014)

Noi, la lunga pianura immaginaria
ci inghiotte come sacramenti della notte

Sei stato una quantità esatta
nella pioggia che afferra i visi

Ma adesso in ogni angolo della stanza
aspetteremo fuori dall’esplosione
un legno che io, qui,
ho costruito (lasciami fare)
prodigi scelti dal caso, pioppeti da percorrere!

Il tenero è nel mezzo e nell’interno
umiltà di una porta

ascoltando treni, a un passo, come
una febbre nel ricordo esattamente

Guarda il campo
è così calmo, smisurato, stamattina.

*****

Guardiamo dalla cima del monte
il filo di calma che è nato,
del mio petto tu conti ogni grano
e ogni cuore si prende di colpo
il suo tempo: un amore
è tornato e si è accorto
il suo disco ci copre.
Adesso tu devi guardarmi
per quella collana di sì
nella mia pelle che apre
la piana la strada
e i fondi della notte
i centesimidella sete.

*****

più viventi durante il viaggio
molti orizzonti per ore e ore
immersi in distanza
attraverso le canne e i buchi
l’acqua mutare in aria
eseguire la caduta
usare le labbra

*****

già veduto già rotolato
già rimando il corpo sospeso
tra le rocce lacerato
qualcosa si disperse in lui nell’aria
e corse in ogni direzione con muta gioia
ancora una volta
avanti oltre la detonazione
i piedi nella terra
s’era gettata seguendo il fondo
cadde nel piatto
seguendo
quaggiù tra le onde e il sole
sagome di petali neri
bisanzio trasformazione

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Davanti agli occhi c’è un ponte

davantiQuesto tempo, con le sue lotte e i suoi drammi brucianti, può lasciarci nuovamente indifferenti, intrappolati dal benessere occidentale nell’esilio indifferente delle nostre coscienze; o anche la crisi umana più profonda, il dolore e l’esilio possono essere il primo punto di partenza per lanciare un ponte. E la parola, con la sua “temperatura del fuoco” (così Mario Luzi in Ipazia), può preparare il terreno per costruire ponti, dialoghi, incontri tra uomini e culture. I poeti, come diceva Clemént, possono gridare al mondo intero quando l’ossigeno nei polmoni si sta esaurendo. Con questa piccola antologia vogliamo tentare, se pur con tutta l’umiltà di una consapevole approssimazione, di rimettere a tema i fondamenti della nostra esperienza umana: a parole, come si addice ad un tentativo letterario, ma con tutta l’energia e la libertà che il fuoco della poesia porta ancora dentro, come una promessa”

(dall’introduzione di Massimiliano Mandorlo) Continua a leggere