Gianluca Fùrnari

gianluca_furnariÈ più di questo? Mano nella mano
noi come passatori lungo strade
rifratte in te, la luce che non cade
benché sia notte… – Amore, è tutto vano:

non valgono la messa a fuoco, il piano
di affioramento, il grido per evadere:
qui si va in giro sempre a luci rade,
non si cospira, si respira piano –

poi ero solo… ero dentro una visione
planetaria di me, del temporale…
Dunque, amore, è così che fa la morte –

ero l’uomo proteso sulle porte
del sonno e, insieme, il sogno che lo assale
e annulla in sé qualsiasi ribellione.
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Tommaso Di Dio

Tommaso_didio_fotoFor we are old
And passion hath died for us a thousand times
But we grew never weary.
Ezra Pound

 

Dentro il giorno. Fare.
Lavorare correre, prosciugare
il vento sulle labbra e berlo, nuovamente
succhiando le nocche delle tue mani
e le pietre che porti nelle orbite
del tuo giovane viso.
Perché abbiamo detto che moriremo
e che saremo vecchi come il vento
le isole, le strade che si gettano
nei garage pieni di motorini e di scatole.
Moriremo perché siamo già vecchi
perché siamo giunti infine
attraverso lungo silenzio e nebbia
e ridere e rabbia al luogo esatto
della nostra età. E questa notte
tu credi che sia già vecchia ma è una bugia
è una bugia è una bugia
è giovane è la prima primordiale notte enorme
della vita; dove cadono stelle
nelle pozze di fuoco e crollano
montagne oceani crateri, sterminando
centinaia di specie d’animali impossibili come sogni
che non sono stati mai
vivi come noi, per un attimo bugiardo
e vero come la pece.

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Davanti agli occhi c’è un ponte

davantiQuesto tempo, con le sue lotte e i suoi drammi brucianti, può lasciarci nuovamente indifferenti, intrappolati dal benessere occidentale nell’esilio indifferente delle nostre coscienze; o anche la crisi umana più profonda, il dolore e l’esilio possono essere il primo punto di partenza per lanciare un ponte. E la parola, con la sua “temperatura del fuoco” (così Mario Luzi in Ipazia), può preparare il terreno per costruire ponti, dialoghi, incontri tra uomini e culture. I poeti, come diceva Clemént, possono gridare al mondo intero quando l’ossigeno nei polmoni si sta esaurendo. Con questa piccola antologia vogliamo tentare, se pur con tutta l’umiltà di una consapevole approssimazione, di rimettere a tema i fondamenti della nostra esperienza umana: a parole, come si addice ad un tentativo letterario, ma con tutta l’energia e la libertà che il fuoco della poesia porta ancora dentro, come una promessa”

(dall’introduzione di Massimiliano Mandorlo) Continua a leggere

Gianluca Furnari & Pietro Cagni

funaridi Tommaso Di Dio

La poesia continua; non può non continuare: sembra che continuare sia il suo più essenziale e forte e profondo messaggio. Ogni qual volta che se ne senta più scorata la presenza, più perdute sembrino tutte le ragioni perché continui, ecco che, dalla crepa più arida dell’interruzione, sopraggiunge, all’istante, la poesia a dire di noi, a dire qualcosa che continua sottotraccia, che si credeva smarrito e obnubilato da infinite soglie di stupide deviazioni.

È con questa impressione sulle labbra che mi accingo a parlare di due giovani libri di due altrettanto giovani autori che emergono, negli ultimi mesi del 2015, con il loro esordio nel campo aperto della poesia italiana. Sto parlando di Vangelo Elementare (Raffaelli, Rimini 2015) di Gianluca Furnari (nato nel 1993) e di Adesso è tornare sempre (Le farfalle, Catania 2015) di Pietro Cagni (nato nel 1990): due libri completamente diversi eppure complementari, due libri che, pur nati entrambi alle pendici dell’Etna, sembrano aver percorso all’ombra di un diverso lutto fondativo distanze siderali, l’uno lontano dall’altro, per incontrarsi, infine insieme, in una pozza vibrante d’entusiasmo e presenza. Continua a leggere

Francesco Accattoli, “Lunga un anno”

 tuffatore
Francesco Accattoli, Lunga un anno, particolare della copertina, con una nota di Tommaso Di Dio e  illustrazioni di Linda Carrara, Edizioni Sigismundus (euro 10,00)

Nota di Tommaso Di Dio

L’impronta che non si perde

Nella poesia di Accattoli è in gioco il resoconto del crescere. Come quell’opera di Cesare Pavese, anche  questa potrebbe far proprio il verso shakespeariano: Ripeness is all. La maturità è tutto, sì; ma è terra di conquista e di un lungo cammino attraverso l’esperienza della gioia e del dolore, dove crescere è sinonimo di abbandono, di continuo e silenzioso mutare.

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