Nadia Agustoni, “Lettere della fine”

 

nadiaPrefazione
di Renata Morresi

 

Di cosa è fine la fine di Lettere della fine? Una fine reiterata in quasi ogni titolo di sezione di questo libro, numerata e declinata in una varietà di luoghi e modi, scomposta e rifratta quasi a smentire che possa bastarne una, la definitiva fine, per dire di quanto è sottratto al continuo, all’incompleto (quindi aperto), al resistere. Una fine quasi mai ‘naturale’: che riguardino la catastrofe delle alluvioni in Liguria o l’alienazione (e il pericolo) del lavoro in fabbrica, l’isolamento degli anziani in una clinica o la marginalità dei poveri, le fini di Agustoni sono fatte di cessazioni specifiche, incarnate nell’esperienza dell’autrice (nella biografia, nel lavoro operaio, nella sua pluriennale ricerca, in poesia, nell’attivismo e in saggistica, delle storie omesse e dimenticate dalla tradizione culturale) e processate in una poesia di creaturale compassione, che ogni volta riporta in presenza della caducità, della dissoluzione inerente a ciò che vive, e ne elabora un lutto candido. Esse sono, allora, in molti casi, riconoscibili come fini prodotte dall’incuria, dallo sfruttamento o dall’infamia, tuttavia la lingua poetica che le dispiega è una festa del contatto e del respiro. Continua a leggere

Dominique Quélen, œuvres inédites

dominique_quelenOpere Inedite
a cura di Luigia Sorrentino
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DOMINIQUE QUÉLEN

CHAMP & PLINTHE
(EXTRAIT)

J’installe un miroir chauffant à l’intérieur d’un mur. Ces objets sont à part. L’eau vient quand on la nomme. Une machine a enlevé un bras. Un bras a été enlevé par une machine. L’aspect mécanique ou nouveau du paysage est en plus. Vous faites de la place pour un ou deux personnages dont vous êtes. On arrive en ayant installé l’eau dans le fleuve.

Installo uno specchio caldo dentro un muro.  Questi oggetti sono separati. L’acqua viene quando si nomina. Una macchina ha rimosso un braccio. Un braccio è stato rimosso da una macchina. L’aspetto meccanico o nuovo del paesaggio è superfluo. Fate spazio a una o a due persone che siete. Arriviamo dopo aver installato l’acqua nel fiume.

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Addio a James Salter

James_Salter_p_1_550Il 19 giugno 2015 se n’è andato all’età di 90 anni, lo scrittore statunitense, nato a New York City, James Horowitz, noto con lo pseudonimo di James Salter.

Nota di Giandomenico Vaccari

[…] Il paesaggio era bellissimo, ma passivo. Il vuoto delle cose si innalzava come un canto corale, rendendo il cielo ancora più azzurro e vasto.” […] Continua a leggere