Tommaso Di Dio

Tommaso_didio_fotoFor we are old
And passion hath died for us a thousand times
But we grew never weary.
Ezra Pound

 

Dentro il giorno. Fare.
Lavorare correre, prosciugare
il vento sulle labbra e berlo, nuovamente
succhiando le nocche delle tue mani
e le pietre che porti nelle orbite
del tuo giovane viso.
Perché abbiamo detto che moriremo
e che saremo vecchi come il vento
le isole, le strade che si gettano
nei garage pieni di motorini e di scatole.
Moriremo perché siamo già vecchi
perché siamo giunti infine
attraverso lungo silenzio e nebbia
e ridere e rabbia al luogo esatto
della nostra età. E questa notte
tu credi che sia già vecchia ma è una bugia
è una bugia è una bugia
è giovane è la prima primordiale notte enorme
della vita; dove cadono stelle
nelle pozze di fuoco e crollano
montagne oceani crateri, sterminando
centinaia di specie d’animali impossibili come sogni
che non sono stati mai
vivi come noi, per un attimo bugiardo
e vero come la pece.

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Raimondo Iemma, “Una formazione musicale”

raimondo_iemmaNota di Nadia Agustoni

Al suo secondo libro di poesie Raimondo Iemma ci porta una ventata di musicalità e libertà di cui troppe volte avvertiamo la mancanza. Con “Una formazione musicale” vincitore del XIX premio internazionale di poesia intitolato a Renato Giorgi, Iemma nato nel 1982, ci propone una raccolta in cui il disagio di persone comuni, con poche chance, non diventa disperazione ma piuttosto una ricerca per trarre tutto il possibile da quello che si vive. Libro politico senza retorica, ma nel senso di chi salva il privato e l’interiorità dal divenire “politica”, contratto, merce; libro sopratutto in cui c’è una ricerca stilistica che fonde musicalità e parlato, con il risultato di una resa poetica di grande freschezza. Continua a leggere

Marco Vitale, “Diversorium”

Vitale4Dalla nota di Giancarlo Pontiggia

Un sentimento di ansiosa precarietà pervade il mondo poetico di Marco Vitale. Oggetti, luoghi, persone sembrano ogni volta sul punto di perdersi, come se la ruggine del tempo potesse intaccarne da un momento all’altro la fragilissima patina. Di ciò che è stato, sopravvivono solo labili indizi – esili giunzioni, fili, lumi, soffi di un tempo remoto – che hanno a volte la consistenza di un sogno, e cui il poeta può opporre solo i fragili, anch’essi, eppure così tenaci, moti del cuore. Ne è spia la sintassi poetica, intessuta di vocativi, inversioni, reduplicazioni intensive, interrogative cariche di pathos («Possibile, nessuno parla, possibile?»), gerundi che sospendono il movimento dei pensieri, quasi a eludere il loro rovinoso volgersi a un esito immancabile, immedicabile. Continua a leggere

Alessio Alessandrini, “Somiglia più all’urlo di un animale”

alessio_alessandrini

IN VISITA ALLO STRETTO, APPUNTAMENTO IN MARE APERTO

di Lucilio Santoni

 

Alessio Alessandrini, quasi fosse critico d’arte, sembra operare una descrizione dei graffiti che la vita incide, a volte con sbadata crudeltà a volte con disarmante dolcezza, sul volto e sul corpo degli uomini, dove ognuno si riconosce sia vittima sia colpevole in quella che è la razionalissima eppure assurda “manutenzione del Creato”. Sempre che Creato si possa chiamare l’odierna Zattera della Medusa, dove i naufraghi, pur fra merci e manufatti di ogni tipo, si cibano ancora l’uno dell’altro: il romantico Gericault non avrebbe immaginato epilogo più banale e contemporaneamente più doloroso per l’umanità.

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